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Luca Beatrice: aiuto, ora ci tocca anche un Harry Potter fluido
12-09-2024, 10:49
Povera Joanne, ora che l'hanno presa di mira non le risparmiano proprio nulla e in particolare se la prendono con la sua creatura prediletta, con l'obiettivo di snaturarla e magari distruggerla. Joanna è il primo nome di battesimo di J.K. Rowling, da tempo nel mirino dei fanatici del politicamente corretto, accusata di essere una reazionaria della peggior specie, contro le leggi in vigore in Scozia sulle minoranze protette per il semplice fatto che sono minoranze e, soprattutto, a difesa della libertà d'espressione, perché se viene negata la possibilità di dire ciò che si vuole e si pensa (come vorrebbero le frange più estreme del woke) allora non ha davvero senso continuare a scrivere libri o produrre film. L'arte, infatti, dovrebbe essere sempre preservata come uno spazio libero. In dieci anni, dal 1997 al 2007, Rowling ha scritto sette romanzi della saga Harry Potter, da cui sono stati trattati otto film, diretti da grandi registi come Alfonso Cuàron, Mike Newell e David Yates. Daniel Radcliffe ha interpretato il ruolo di protagonista, accanto a lui gli amici del cuore Ron Weasley (Rupert Grint) ed Hermione Granger (Emma Watson), ambientato nella scuola di magia di Hogwarts in Scozia. 600 MILIONI DI LIBRI Seicento milioni di libri venduti nel mondo significa che l'hanno letto bambini e adulti di tutte le razze e colori, incalcolabile il numero di persone che hanno visto i film, e non risulta che qualcuno abbia espresso il bisogno di inclusione e diversità. Ora, invece, cambia tutto. Stupidamente, come sta avvenendo per parecchie opere che avrebbero solo bisogno di essere lasciate come sono perché funzionano alla perfezione e il pubblico lo ha confermato a suon di miliardi di dollari e sterline. La notizia è che la rete americana HBO ha annunciato per la primavera 2025 l'inizio delle riprese della serie tv dedicata a Harry Potter e che sono cominciati un paio di giorni fai casting per i tre ruoli principali, appunto Harry, Hermione e Ron: si cercano ragazzini dai 9 agli 11 anni, residenti nel Regno Unito e in Irlanda. Coinvolta la Rowling come produttrice esecutiva a fianco di Francesca Gardiner, vincitrice di due Emmy per Succession, l'idea è quella di lavorare a un adattamento fedele al romanzo, però il bando parla chiaro: «Siamo impegnati a garantire un casting inclusivo e diversificato. Per ogni ruolo si prega di proporre interpreti qualificati, senza riguardo a etnia, sesso, disabilità, razza, orientamento sessuale, identità di genere o qualsiasi altra caratteristica protetta dalla legge». Ci dobbiamo dunque aspettare anche per questa prossima serie effetti alla Bridgerton o alla Giulietta nera nel dramma shakespeariano? Meno male che siamo in un'età preadolescenziale dove il sesso conta ancora poco, altrimenti un Harry Potter fluido non ce lo avrebbe tolto nessuno. Per utilizzare un criterio di scelta più inclusivo, ai candidati viene chiesto di inviare un video di massimo 30 secondi in cui esporre col proprio accento un racconto breve o una poesia - ma niente che arrivi dai libri o dai film della saga - quindi un secondo video di un minuto dove raccontare se stessi, un familiare, un amico, un animale domestico. Saranno scelte alquanto impegnative e non si sa ancora (dipenderà come sempre dal successo) se la serie durerà un decennio osi fermerà prima. Un approccio non nuovo e in linea con l'ossessione woke, già adottato nella produzione teatrale di Harry Potter e la maledizione dell'erede, dove recitò, nel ruolo di Hermione, l'attrice sudafricana Noma Dumezweni, premiata con l'Oliver Award, che nella pièce del 2016 aveva quasi cinquant'anni. OPERAZIONE SIMPATIA? Chissà che il coinvolgimento di Rowling, e dunque l'approvazione a un modello inclusivo invece di far cadere la scelta su attori fisiognomicamente adatti, corrisponda a una strategia per darle una “ripulita”, o quantomeno tentare un'operazione simpatia per una donna che, non va dimenticato, si è dichiarata di sinistra eppure sta dalla parte di Israele, sostiene che il sesso biologico sia un dato oggettivo e che le donne trans non sono vere donne intervenendo spesso a gamba tesa sulle questioni di genere, non ultimo durante le Olimpiadi di Parigi, oltre a definirsi cristiana. Dal punto di vista tattico la strategia può essere corretta per mettere a tacere i contestatori e gli odiatori web della Rowling, oggi ben più divisiva rispetto a quando pubblicava i romanzi. L'impressione, anzi l'auspicio, è che alla fine verranno scelti giovani attori che abbiano la possibilità di diventare iconici quanto i loro predecessori, che il futuro Harry Potter sia una nuova e convincente versione di Daniel Radcliffe. E dunque non c'entra l'inclusività ma il talento. E se insistiamo sulla fedeltà ai romanzi Harry dovrà essere roseo come uno scozzese. Proprio nel momento in cui la Disney si è resa conto del fallimento delle politiche woke ed è tornata sui suoi passi, non è proprio necessario ci caschi Harry Potter all'unico scopo di accontentare un manipolo di esaltati.
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