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Estero
Macron si è fatto un nuovo nemico, Attal lo sta già tradendo con Sarkozy
Oggi 17-09-25, 00:46
Nell'aprile del 2024, in occasione di un firma-copie in una libreria di Palaiseau, l'ex capo dello Stato francese, Nicolas Sarkozy, disse che Gabriel Attal, all'epoca primo ministro, aveva «tutte le qualità» per essere «a sua volta presidente», bacchettando i notisti politici parigini che lo definivano una «copia» di Emmanuel Macron. Da allora, tra i due, c'è un grande sentimento politico, il primo, discretamente, è diventato il mentore del secondo, e la conferma è arrivata in questi giorni da un articolo di La Lettre. Secondo il sito di informazioni confidenziali, ricevuto giovedì scorso Sarkò ha infatti Attal nei suoi uffici di rue de Miromesnil, nell'Ottavo arrondissement di Parigi. Un incontro che avrebbe dovuto restare segreto alla luce del contenuto speziato dei colloqui tra l'ex presidente gollista e l'attuale segretario generale di Renaissance, il partito di Macron. Durante l'incontro con Sarkozy, stando a La Lettre, Attal avrebbe infatti usato parole molto dure nei confronti di Macron, mentre Sarkozy non solo avrebbe dato ragione al giovane presidente di Renaissance, ma gli avrebbe anche sussurrato un consiglio per continuare la sua ascesa: “trahir”, ossia tradire Macron. L'ex presidente della Repubblica sa bene di cosa parla, da esperto di tradimenti. Nel 1995 l'allora sindaco di Neuilly-sur-Seine sostenne la candidatura di Édouard Balladur, favorito nei sondaggi per le presidenziali, diventando il portavoce della sua campagna elettorale e abbandonando colui che lo aveva lanciato nell'arena politica: Jacques Chirac. Sarkò perse fragorosamente la scommessa, perché Chirac fu eletto. E quest'ultimo non gli perdonò mai il tradimento, nonostante un ritorno in auge durante il secondo quinquennio, quando nel 2005 lo chiamò al ministero dell'Interno (per Sarkozy fu un trampolino verso l'Eliseo). Secondo La Lettre, Sarkò avrebbe anche ricordato al giovane Attal che dopo il 1968 Georges Pompidou non aveva esitato a voltare le spalle (con successo, poiché diventò presidente) al generale de Gaulle, colui che aveva disegnato la Quinta Repubblica, così come Macron, prima delle presidenziali del 2017, aveva abbandonato la nave socialista guidata da François Hollande, per intraprendere l'avventura solitaria (e vincente) di En Marche!. Giovedì scorso, Attal avrebbe anche raccontato un aneddoto a Sarkozy. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44090259]] Nel settembre del 2024 e nel febbraio del 2025, l'ex primo ministro ha compiuto due viaggi a Kiev (la famiglia materna di Attal è originaria di Odessa), dove avrebbe dovuto incontrare il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Ma in entrambe le occasioni non c'è stato alcun incontro. Il motivo? L'intervento diretto dell'Eliseo che avrebbe dissuaso il presidente ucraino dal concedere un colloquio privato all'attuale segretario generale di Renaissance. Per Sarkozy, l'obiettivo della manovra di Macron era quello che impedisce all'azione di acquisire una statura internazionale. Oggi, l'ex premier non è più un “baby Macron”, l'allievo religiosamente devoto al maestro: è un giovane leone pronto a de-macronizzare Renaissance, a emanciparsi e ad affilare le armi in vista del 2027. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44104376]]
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