Mario Sechi: chi sbarca, resta. Così saremo invasi

Il conflitto aperto dalla magistratura con il governo Meloni non è frutto del caso, tanto meno «dell'applicazione della legge», come dicono a sinistra, con il sopracciglio sollevato, per sostenere che i giudici obbediscono automaticamente alla norma. Si tratta di una finzione, una parte potente della magistratura (con la collaborazione di pezzi dell'alta amministrazione) sta manipolando la giustizia per realizzare un'agenda politica alimentata da furore ideologico. Ieri era l'utopia delle toghe comuniste, oggi è quella dei “progressisti” (il segretario dell'Anm, Giuseppe Santalucia, in un dibattito con il sottoscritto, ha affermato candidamente che «la Costituzione è progressista»), l'obiettivo è quello di smontare il programma del governo, pezzo dopo pezzo, fino a svuotare il programma del centrodestra. Posseduti dalla furia ideologica, certi tribunali si sono spinti in un terreno pericoloso, esponendo l'Italia a un rischio geopolitico esponenziale. È un quadro di estrema gravità che impone l'intervento rapido del governo per tre ragioni: primo, i giudici non possono decidere la lista dei “Paesi sicuri” per il rimpatrio, questo è compito esclusivo della politica, mestiere della diplomazia, frutto della collaborazione internazionale, cuore di quello che si definisce “interesse nazionale”; secondo, la sentenza europea richiamata (che è solo un escamotage) non può essere interpretata in maniera così impropria, estensiva, radicale, senza fare una valutazione dello scenario, i magistrati non agiscono fuori dal tempo e dallo spazio, dalla geografia e dalla storia, non sono soggetti “irresponsabili”; terzo, si apre un problema di sicurezza interna, perché i trafficanti di esseri umani ora sanno che la magistratura italiana ha paradossalmente “legalizzato” l'immigrazione irregolare, rendendo impossibile il rimpatrio, chi sbarca resta. Quando Francesco Cossiga ammoniva la politica dicendo che la magistratura è un “ordine” e non un “potere”, coglieva con profetica visione quello che sta accadendo in queste ore. Siamo giunti al dissolvimento della separazione dei poteri, benvenuti nell'era del governo dei giudici.

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