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Mario Sechi: i primi due anni di governo in due parole
21-09-2024, 08:12
Tra un mese il governo farà il giro di boa del secondo anno, sono successe molte cose, viviamo tempi straordinari, l'Italia naviga in una tempesta che sta ridisegnando gli equilibri mondiali, ma se guardiamo il panorama delle democrazie e noi, una parola si impone su tutte le altre: stabilità.L'Italia ha una condizione quasi unica di durata e solidità del potere esecutivo e della sua leadership. Per questo è grande il contrasto tra il rumore che fa la sinistra - con il coro dei giornali e dei talk show - e la politica della continuità di Palazzo Chigi. Mentre gli editorialisti à la page vaneggiano cataclismi governativi e, signora mia, si lamentano della classe dirigente della destra, l'esecutivo sta per varare la sua terza legge di Bilancio in un clima consolidato di fiducia degli investitori. I mercati leggono nella premiership di Meloni e nella cura dei conti di Giancarlo Giorgetti la seconda parola chiave: l'affidabilità. La strategia dei piccoli passi, la prudenza contabile, la selezione degli obiettivi e il controllo della spesa, una politica estera pragmatica e atlantista, continueranno ad essere la bussola del governo. Come cantava Lucio Dalla «l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale». Ogni volta che nei dibattiti sento la sinistra (e in alcuni casi anche qualche esponente della destra) lamentarsi del governo che non fa la rivoluzione, mi rilasso: non hanno capito niente. Meloni è una «forza tranquilla» che calcola freddamente le sue mosse, in dieci anni ha costruito un partito d'opposizione che guida l'Italia e punta al traguardo della legislatura. Non è un caso, è un talento che è diventato programma politico, un metodo e uno stile di guida che in Italia le teste inutilmente lucide dileggiano, ma all'estero studiano con interesse perché vedono una cosa rara, la continuità e l'efficacia di alcune scelte strategiche (vedere alla voce immigrazione). Mentre la sinistra si pavoneggia sul niente, Meloni ha vinto le elezioni europee, ha piazzato a Bruxelles un commissario con un portafoglio importante e la vicepresidenza esecutiva, ha puntato sulla crisi tra le sinistre e il centro e ha allargato la sua maggioranza parlamentare. Questo è saper fare politica, tutto il resto è cabaret.
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