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Mario Sechi: il fastidio di Beppe Grillo per la democrazia e la sfida di Giuseppe Conte
28-07-2024, 08:46
Tre segretari del Pd - Nicola Zingaretti, Enrico Letta e oggi Elly Schlein - si sono cimentati con il dilemma del “campo largo” che dovrebbe basarsi sull'alleanza tra i dem e il Movimento Cinque Stelle. Il più grande ostacolo a questo disegno è sempre stato Beppe Grillo, il fondatore del partito. Beppe è un visionario, è passato dall'aprire il Parlamento «come una scatoletta di tonno», al patto del governo giallo-rosso e poi all'appoggio psichedelico al governo di Mario Draghi (che oggi definisce un errore). Per alimentare il sogno di un partito ad “assetto variabile” (e avariabile) Beppe ha usato vari soggetti: il “caminetto” con vari personaggi in cerca di fortuna (da Luigi Di Maio a Alessandro Di Battista), poi il solo “Giggino” lanciato nel vuoto, infine ha trovato una figura che serviva al suo scopo, Giuseppe Conte. Con quest'ultimo Grillo ha usato la strategia del telecomando, ma rapidamente Conte si è conquistato la sua autonomia e così il fondatore è rimasto “garante” del Movimento, lontano dalla politica di ogni giorno. Non ci ho mai creduto e ieri è arrivata la prova: Grillo e Conte hanno avuto un duro scambio epistolare sulla fase costituente. La sostanza del carteggio è che Beppe vuole tornare alle “origini” e di fatto al partito che dipende dall'Elevato (sempre lui, Grillo) e non da un leader che presenta un programma e chiede la fiducia degli iscritti. Sono due visioni agli antipodi. Grillo per la prima volta si trova di fronte un avversario che mette in discussione non la sua storia - senza la quale non ci sarebbe il Movimento ma il futuro, la visione del domani, il comando. Conte, va detto, ha mostrato coraggio perché invece di cercare un compromesso (e garantirsi la leadership, seppur dimezzata) ha tirato dritto usando parole nette: «Devo informarti che non posso accogliere la tua proposta di discutere “preventivamente” i temi da sottoporre all'Assemblea Costituente». Conte ha in mente un procedimento inverso rispetto a Grillo, l'ex premier “chiama” la base a esprimersi, «lasciamo che la nostra Comunità si interroghi sul proprio futuro». Si tratta di un passaggio se non definitivo certamente decisivo per la storia del Movimento e il fatto curioso è che Grillo, il teorico dell'uno vale uno e della democrazia diretta, oggi è diventato quello che dice “io valgo più degli altri”. Non so chi la spunterà, ma abbiamo di fronte un “sottosopra” che riguarda le sorti del “campo largo” di cui tutti parlano senza mai fare i conti con la realtà. Conte la sta sfidando e guardando in faccia, ha il volto di Beppe Grillo.
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