s
Mario Sechi: La necessità di crescere
03-07-2024, 06:24
La lettera di Giorgia Meloni è chiara, non va spiegata, ma contestualizzata. Di fronte a una sinistra che non può dare lezioni sul tema dell'estremismo e della presenza di elementi radioattivi al suo interno anti -occidentali, anti -semiti, putiniani d'andata e di ritorno, illusionisti contabili e bancarottieri delle finanze pubbliche - l'intervento del leader di Fratelli d'Italia era più che mai necessario non per imprimere una “svolta” sul dibattito che riguarda il passato, ma per esprimere una visione sul domani. Tutti i partiti, anche quelli nati ieri e malfermi sul piano culturale, hanno le loro radici nel Novecento. Chi per storia (come Fratelli d'Italia e Partito Democratico), chi per necessità di avere un aggancio sulla terra (anche e nonostante tutto, il Movimento Cinque Stelle), fa i conti con le idee nate nell'officina del “Secolo breve”, con i suoi lampi che sono l'eterna lotta tra il bene e il male, le scorie, i residuati bellici. Elly Schlein rifletta sulla sua compagnia di giro, sui fronti popolari che sono una prateria ideale per le scorribande di nuovi e vecchi barbari. Quello che dice Meloni nella lettera è importante per ciò che proietta sul domani, dove essere “di destra” significa cogliere la sfida della contemporaneità, lavorare alla costruzione di un partito conservatore (definizione che consente di allargare il raggio d'azione del contenitore, il partito), trasformare le idee in azione di governo, guardare avanti. Il tempismo in politica spesso è tutto, la lettera ai dirigenti di Fratelli d'Italia arriva al momento giusto, Giorgia la scocca mentre è in corso una chiara manovra delle sinistre per isolarla durante i giorni del negoziato per le nomine esecutive nella Commissione e nel Consiglio Ue, ricordo che il prossimo 18 luglio dovrebbe riunirsi in seduta plenaria a Strasburgo il Parlamento europeo per votare la nomina di Ursula von der Leyen al vertice della Commissione. Per ridurre lo spazio di manovra di Meloni occorre schiacciare il suo partito all'estrema destra della mappa politica, mettere la leader all'angolo e presentarla in Europa come il capo di una forza “non coalizzabile”, un soggetto da “sterilizzare”. La “fascisteria”, con tutti i suoi elementi coreografici, è l'elemento essenziale di questa operazione, chiunque la alimenti con comportamenti irresponsabili è non solo un idiota, ma un pericoloso “nemico interno” che rallenta l'evoluzione politica del partito, ne danneggia il gioco democratico, lo «macchiettizza» e espone a una narrazione che non corrisponde alla realtà, lo stillicidio di una cronaca quotidiana velenosa che per necessità di essere continuamente confutata fa perdere tempo, energie, concentrazione a chi ha l'onore e l'onere di governare l'Italia. Finora gli elettori non hanno abboccato all'amo del “pericolo fascista”, all'evocazione “dell'onda nera” su cui si esercita la sinistra. Ma nel lungo periodo questa campagna di demolizione dell'immagine può ottenere l'effetto di allontanare una parte di elettori moderati che hanno già votato Fratelli d'Italia, un partito che ha raccolto quasi il 30% dei consensi nelle elezioni europee (aumentando i voti in uno scenario internazionale di ferro e fuoco, l'unico governo in Europa a riuscire nell'impresa) è una grande “forza tranquilla”, un movimento popolare che trova la sua cifra politica partendo dalla tradizione della destra democratica, aprendo le porte alla cultura liberale, guardando al centro che non è un soggetto immobile ma uno spazio politico. Meloni può - e a mio avviso deve - portare avanti un progetto “fusionista” per mantenere alto il consenso del partito anche quando - e sarà inevitabile il ciclo politico sarà meno favorevole. Allargare il bacino potenziale di elettori significa avere più opzioni sul tavolo delle scelte quotidiane, disporre di un ventaglio di soluzioni da offrire agli italiani, alle famiglie e alle imprese, ai ceti produttivi e più dinamici, come a quelli che hanno bisogno di “protezione” perché più deboli e esposti alla rivoluzione tecnologica e sociale. Viviamo in un mondo complesso, articolato, a tratti polverizzato, e Meloni deve parlare alla maggioranza più ampia possibile. Basta dare un'occhiata all'agenda per rendersi conto della portata della sfida dei prossimi mesi: domani si vota nel Regno Unito e secondo i sondaggi i Laburisti di Keir Starmer torneranno al governo con un vantaggio enorme (il Financial Times lo fissa a 20 punti) sui Conservatori di Rishi Sunak, gli eredi della Thatcher si sono suicidati in una lotta fratricida, ma il programma economico e sociale del Labour non trasformerà l'isola d'Inghilterra in un paradiso e saranno problemi per tutti; qualche giorno dopo, domenica 7 luglio, ci sarà il ballottaggio delle elezioni legislative in Francia, un voto che potrebbe cambiare gli equilibri dell'Unione europea; trascorse 48 ore Meloni sarà a Washington dove si terrà il vertice della Nato, dal 9 all'11 luglio, altro appuntamento di enorme importanza strategica; qualche giorno dopo a Milwaukee dal 15 al 18 luglio il Partito repubblicano terrà la sua Convention prima dell'elezione presidenziale e Donald Trump lancerà la carica per la conquista della Casa Bianca; il 18 luglio ci sarà una riunione della Banca centrale europea e si attendono segnali sul taglio dei tassi che tarda ad arrivare; il 26 luglio si aprono a Parigi i Giochi Olimpici che sono ben più di un fenomeno sportivo, sono un fatto politico; il 30 e il 31 luglio si riuniranno la Federal Reserve e la Banca del Giappone. Questa è l'agenda che conta e su questo bisogna prepararsi. Quanto tempo si può perdere a inseguire gli utili idioti di un Ventennio che non c'è più e non può risorgere? Avevano ragione Fruttero e Lucentini tanti anni fa nell'avvisare sulla “prevalenza del cretino”. Meloni si rivolge ai dirigenti di Fratelli d'Italia affinché realizzino quanto accade, vigilino e agiscano rapidamente su chi non capisce né il passato (che non può tornare, in nessuna forma) né il futuro (che è un nuovo inizio da costruire ogni giorno). Scritta pensando a chi ha responsabilità dentro un'organizzazione che deve raccogliere il consenso e trasformarlo in progetto politico, la lettera è un avviso netto a chi in questi quasi due annidi governo ha interpretato il suo ruolo come se fosse in gita scolastica o in un luogo comodo dove adagiarsi tanto c'è un leader che raccoglie i voti: si tratta di un'illusione, Giorgia non perdona.
CONTINUA A LEGGERE
17
0
0
Guarda anche
Libero Quotidiano
07:36
Ucraina e Nato, vertice a Bruxelles per invio soldati europei
Libero Quotidiano
06:00
Vera difesa europea e libero mercato: cosa c'è dietro la ricetta Mattarella
Libero Quotidiano
05:00
La rivoluzione in Serie A: Allegri e Mourinho fatti fuori dal "senza nome"
Libero Quotidiano
03:00