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Mazzocchi: il piano dei laburisti, stangata da 50 miliardi
31-10-2024, 10:23
L'aveva annunciato che sarebbe stata una manovra di lacrime e sangue e non si è smentito. Il primo ministro britannico Keir Starmer ieri ha guidato il suo governo laburista alla Camera dei Comuni per presentare il nuovo piano di bilancio, The Budget, per il prossimo anno: l'ultima volta di un esecutivo laburista risaliva a quattordici anni fa. Un'occasione storica, dunque, ma non tanto per il tempo trascorso, quanto per l'impatto che avrà sulle tasche dei contribuenti e delle imprese. Le tasse aumenteranno infatti per 40 miliardi di sterline (quasi 48 miliardi di euro) e l'incremento più corposo riguarda la quota che i datori di lavoro dovranno versare alla National Insurance, che serve a finanziare benefici e servizi in ambito sociale, tra cui le pensioni, i sussidi per la disoccupazione, l'indennità parentale e l'NHS, il servizio sanitario statale. Passa infatti dall'13,8 al 15%, per un gettito previsto di 25 miliardi di sterline. La minaccia di un Budget “doloroso” era arrivata ad agosto, quando Starmer aveva svelato un buco di 22 miliardi nelle finanze pubbliche lasciato come eredità dalle politiche conservatrici. Un buco mai accertato dall'autorità indipendente Office for Budget Responsability e che comunque non ha inciso sulle proiezioni di crescita dell'economia britannica: le stime indicavano infatti un +1,66% del Pil per il 2024, a dispetto del lascito rinfacciato ai Tories. Dopo la presentazione della manovra finanziaria, le stime sono state riviste al ribasso e per Starmer non c'è nessuno a cui addossare la colpa. A dare le carte ai Comuni durante la sessione di mercoledì pomeriggio è stata Rachel Reeves, che copre il ruolo di Chancellor of Excequer, l'equivalente del nostro ministro dell'Economia. È tra i volti di spicco dal Partito laburista, assieme ovviamente a Starmer e alla rivale Angela Rayner, spalla destra del Primo ministro che muove le fila all'interno di Downing Street. Reeves nel 2023 ha dovuto ammettere alcuni errori nella stesura del libro The Women Who Made Modern Economics dopo le accuse di plagio sollevate dal Financial Times: un imbarazzo che non ha scalfito la sua immagine, ora messa a dura prova dalle polemiche che già si stanno rincorrendo. Paul Johnson, direttore dell'IFS (Institute for Fiscal Studies), ha commentato: «Si tratta di un aumento che colpirà in proporzione maggiore i datori di lavoro che impiegano lavoratori a basso salario. Probabilmente circa tre quarti dell'aumento si ripercuoteranno sui salari più bassi». Uno scenario poco promettente e perfettamente in linea, però, con l'approccio che i laburisti avevano promesso in campagna elettorale, con la classe media e imprenditoriale al centro della loro attenzione. L'EX PREMIER La mano lunga del governo si estende sui capital gain, i profitti ottenuti dalla vendita di un asset ad un prezzo superiore rispetto a quello d'acquisto e in cui rientrano azioni, immobili e investimenti aziendali. L'aliquota più bassa sale dal 10 al 18%, quella più alta dal 20 al 24%. C'è poi la modifica all'imposta di successione, dalla quale dovrebbero arrivare due miliardi di sterline, e aumenta la tassazione sull'acquisto di proprietà immobiliari. Confermata la stretta sull'esenzione dall'iva per gli istituti scolastici privati a partire dal prossimo anno: era un punto dell'agenda con cui i Laburisti si sono presentati al voto, garantendo che il ricavato sarebbe stato destinato all'istruzione pubblica - per la quale sono stati stanziati 2,3 miliardi -, ma che già all'indomani della loro vittoria aveva portato alcune scuole private a chiudere i battenti perla preventivata incapacità di sostenere i costi. Da ieri, lo spettro di un prossimo futuro con toni socialisti torna ad aleggiare sull'isola, già sperimentati tra gli Anni '60 e '70, prima della rivoluzione conservatrice di Margaret Thatcher. È visto come un contentino il congelamento delle tasse sul carburante per i prossimi due anni. Chi può si sta organizzando per spostarsi: è il caso dei cittadini più facoltosi e milionari. Secondo un'indagine della società di consulenza Henley & Partners, il 68% di loro pianifica un trasferimento sul continente e tra le destinazioni più gettonate ci sono Paesi Bassi, Grecia, Portogallo, Svizzera, Malta, Francia, Monaco e pure l'Italia. A dimostrazione che il pure il fisco italiano, in questo momento, fa meno paura della tenaglia laburista. L'acceso dibattito ai Comuni di ieri ha registrato l'ultimo intervento di Rishi Sunak come leader dei Conservatori. Da ex Primo ministro ed ex Chancellor, ha puntato il dito contro Reeves, ricordandole che la difficile situazione che ha descritto «è una sua scelta» e non è provocata dall'eredità della precedente amministrazione: «Ha fatto riferimento all'essere stata un'economista per la Bank of England: bene, come ha dichiarato l'ex Chief Economist della Banca, l'approccio laburista ha generato paura e incertezza tra consumatori, aziende e investitori. La vostra retorica sta danneggiando la politica britannica per scopi puramente politici». Ovazione dai banchi dell'opposizione: una così rumorosa, Sunak raramente se l'era mai guadagnata.
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