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Michele Zaccardi: l'Autonomia è legittima e il referendum è morto. Ma i giallorossi esultano per questa sconfitta
16-11-2024, 13:05
Un effetto immediato, la sentenza della Corte Costituzionale, ce l'ha avuto: far decadere il referendum sull'Autonomia differenziata. E benché a sinistra abbiano esultato davanti alla decisione della Consulta di dichiarare incostituzionali sette articoli della legge, per la maggioranza la strada appare ormai in discesa. Una volta riscritto il testo, adeguandosi ai rilievi mossi dalla Corte, l'Autonomia differenziata potrà diventare realtà. «Non ha senso parlare di vincitori odi vinti» ha spiegato in un'intervista al Corriere della Sera il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, il padre della riforma. «La Consulta ha sancito che l'Autonomia è costituzionale, questa è una rivoluzione copernicana per il sistema italiano» ha sottolineato l'esponente della Lega. In ogni caso, il ministro andrà avanti a testa bassa. «La gran parte dei rilievi mossi» ha dichiarato «possono essere agevolmente superati in fase di attuazione della legge, anche con il coinvolgimento del Parlamento, come richiesto dalla Corte». Sulla stessa linea il ministro dei rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. «Abbiamo tempo per correggere gli errori che la Consulta ha rilevato, andremo avanti su questa strada» ha affermato, ricordando che «manca un sacco di tempo alla fine della legislatura» e che «la Consulta ha certificato che l'impianto della norma votata dal Parlamento è costituzionale». Per il vicepremier, e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, il problema posto dalla Corte riguarda la «centralità del Parlamento, per apportare alcuni correttivi, soprattutto per quanto riguarda i Lep (livelli essenziali delle prestazioni, ndr)». «Questa» ha aggiunto, «è sempre stata la posizione di Forza Italia». E se dalle parti della maggioranza l'interpretazione della sentenza è univoca, l'opposizione cerca con ogni mezzo di sfruttare la pronuncia a proprio vantaggio. «É una sonora bocciatura di una legge sbagliata che voleva spaccare il Paese, come abbiamo detto in questi mesi, chiedendo alla destra di fermarsi. A questo punto si devono proprio fermare» ha tuonato la segretaria del Pd Elly Schlein. «È una bocciatura molto forte» ha aggiunto «è un fallimento del governo Meloni. Salvini qualche mese fa mi diceva che l'Autonomia è prevista in Costituzione e che mi avrebbe regalato una copia della Costituzione. A questo punto» ha aggiunto Schlein «gli suggerirei di tenersela, di regalarla a Giorgia Meloni e di leggerla meglio». Parla invece di «governo di dilettanti allo sbaraglio» il leader del M5s, Giuseppe Conte. «Non leggono la Costituzione e non conoscono il diritto europeo. Sull'Autonomia c'è stata una sonora bocciatura: così come il progetto albanese, non è compatibile con il diritto europeo» ha detto l'ex premier. La legge Calderoli, ha aggiunto, «è stata completamente smantellata. Esponenti di governo ora minimizzano ma è stata smantellata nei pilastri principali». E ieri il Pd ha presentato un'interrogazione parlamentare alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, «per chiedere una moratoria, e quindi una sospensione di tutte le intese con le regioni». Intanto, le Regioni di centrosinistra che avevano fatto ricorso (Puglia, Toscana, Sardegna e Campania) cantano vittoria e chiedono lo stop delle trattative già avviate con il governo perla definizione delle materie da gestire in proprio. Tra i primi a festeggiare è stato il governatore della Puglia, Michele Emiliano, secondo cui «la Corte Costituzionale ha destrutturato la legge Calderoli, che allo stato dei fatti non è più applicabile». «Le procedure avviate dalle Regioni per le singole intese non possono andare avanti» ha aggiunto il governatore pugliese, sottolineando come la sentenza cancelli «la possibilità che possano essere trasferite materie o blocchi di materie». Insomma, il ministro Calderoli, attacca Emiliano, «deve chiedere scusa» e «prendersi una pausa». Dello stesso avviso il governatore campano Vincenzo De Luca: «La legge Calderoli è stata smontata e l'autonomia bloccata, noi siamo per l'Italia unita». Un'interpretazione che le regioni del Nord, a trazione leghista, respingono con forza. «Il lavoro sulle materie no Lep prosegue», ha ribadito il presidente della Lombardia Attilio Fontana, sottolineando che la riforma «non è incostituzionale»: «Le nostre richieste sono assolutamente legittime e la legge di Calderoli è assolutamente legittima». Quanto ai rilievi della Consulta, «non ci sono grossi problemi per superarli». Per il governatore del Veneto Luca Zaia, la pronuncia dei giudici comporterà «non pochi problemi rispetto a quello che dovrebbe essere il futuro referendum abrogativo. Immagino che andrà a finir male anche questa partita».
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