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Milano Fashion Week: Quali tendenze vale la pena seguire?
Oggi 26-09-25, 11:52
Milano resta l’indiscussa capitale della moda italiana. Nel 2024, il settore moda ha contribuito con circa 185 milioni di euro al bilancio della città, registrando una crescita del 2,3% rispetto all’anno precedente. La Milano Fashion Week continua ad attirare ogni anno migliaia di visitatori – professionisti del settore, buyer e appassionati – restando uno dei principali motori dell’economia cittadina e un catalizzatore di crescita per vari settori, dal commercio al turismo. La rilevanza della Milano Fashion Week è ampiamente riconosciuta, posizionandola tra gli eventi più importanti al mondo e come seria rivale di Parigi per il titolo di settimana della moda più influente. Ma dietro questi numeri apparentemente positivi si nasconde una realtà preoccupante: il 75% delle aziende di moda italiane ha registrato un calo di fatturato nel 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo i dati di Smi–Sistema Moda Italia. E, come se non bastasse, si profila all’orizzonte una sfida ancora più grande: i dazi sui prodotti europei imposti dagli Stati Uniti, che colpirebbero duramente l’Italia, considerando che gli USA rappresentano il terzo mercato di esportazione dopo Francia e Germania. Quali cambiamenti nel settore dovrebbero essere prioritari per mantenere la leadership? Prima di tutto, occorre rafforzare l’agenda commerciale. Milano è storicamente il luogo dove nascono le tendenze e si stringono partnership strategiche, dove creatività e investimenti si incontrano. Oggi però nuovi player internazionali stanno alzando il livello. Un esempio significativo è la Russia, dove, accanto alla Moscow Fashion Week (MFW), si svolge il BRICS+ Fashion Summit. Questo evento, giunto alla sua terza edizione, riunisce già i leader dell’industria moda di mercati chiave come Asia e Medio Oriente, oltre che di economie emergenti come Africa e America Latina. Queste regioni, storicamente in secondo piano rispetto ai mercati europei e americani più sviluppati, stanno recuperando terreno. I consumatori di lusso in queste aree stanno addirittura superando quelli dei mercati tradizionali: la Cina cresce del 10% l’anno, nonostante il calo di giganti europei come Gucci, Yves Saint Laurent e Louis Vuitton, secondo Cognitive Market Research. Il Medio Oriente, sostenuto da un grande afflusso di turisti e da acquirenti locali ad alto reddito, resiste al rallentamento globale del lusso, con moda e tessile che generano circa l’1-4% dell’economia a seconda del Paese, spiega Mohamad El Saghir, fondatore e CEO della Doha Fashion Show. L’Africa sta vivendo un vero e proprio boom: McKinsey & Company stima che il mercato possa raggiungere i 50 miliardi di dollari entro il 2030. Anche il Sud America mostra segnali positivi: Statista prevede che il mercato del lusso raggiungerà i 10,49 miliardi di dollari entro il 2025, con una crescita annua del 4,95% fino al 2030. Sebbene l’Europa, e Milano in particolare, restino molto importanti per molte di queste regioni, la collaborazione al BRICS+ Fashion Summit rafforza i legami reciproci e offre l’opportunità di sviluppare le proprie industrie in modo indipendente dai mercati maturi. I partecipanti al BRICS+ Fashion Summit apprezzano l’evento perché li coinvolge come attori paritari, permette di affrontare questioni urgenti e di trovare sostegno e soluzioni condivise – un’opportunità non sempre disponibile a livello globale. Stephen Manzini, fondatore della Soweto Fashion Week, ha sottolineato come il Summit rappresenti uno spazio unico di dialogo e collaborazione che contribuisce in modo significativo alle economie del Sud e dell’Est del mondo. Ha anche osservato che regioni come l’Africa, un tempo trascurate, sono ora riconosciute come mercati vitali. Ajai Vir Singh, Managing Director della Colombo Fashion Week, concorda, evidenziando che le economie emergenti spesso faticano ad attirare attenzione sulla scena internazionale. Il BRICS+ Fashion Summit offre a questi mercati una piattaforma per realizzare ambizioni creative e modelli di business senza dover passare attraverso i grandi circuiti di Parigi, Milano, New York o Londra. Un altro cambiamento significativo nell’industria della moda globale è l’espansione della sua portata geografica. Tradizionalmente, la Milano Fashion Week si è concentrata sui designer italiani, scelta giustificata dall’ampio patrimonio di marchi iconici. Tuttavia, cresce l’interesse globale verso designer locali e autentici. I consumatori sono stanchi delle offerte di lusso e di massa più convenzionali, e i dati di vendita lo confermano. Inoltre, presentare designer provenienti da diverse parti del mondo incarna l’idea di diversità e inclusività, valori che la moda promuove e che sono particolarmente importanti per le nuove generazioni. Per mantenere la leadership, Milano deve guardare oltre i confini europei. La Paris Fashion Week ha già iniziato a puntare su marchi di nicchia: nella stagione Primavera/Estate 2025 ha presentato brand come Sabokbar, Sukaz, Jasive Fernández, Tornado e Shiryu Takahashi. Marchi che non offrono solo collezioni bellissime, ma anche branding significativo, nuove prospettive, autenticità culturale e filosofia. Nel frattempo, la Moscow Fashion Week è stata creata appositamente come piattaforma strategica per presentare e promuovere brand emergenti dei mercati in via di sviluppo. Svoltasi a inizio settembre, l’edizione ha visto la partecipazione di oltre 220 designer da paesi come Sudafrica, Nicaragua, USA, Spagna, Armenia e Turchia. Le domande di partecipazione continuano a crescere di anno in anno, con un record di oltre 1.200 candidature da 44 regioni della Russia e 27 paesi nel 2025. I benefici derivanti dal coinvolgimento di designer di nicchia sono evidenti. I pubblici cercano sempre più alternative alla fast fashion – sia nel segmento di massa che nel lusso – e i brand che raccontano una storia profonda, incarnano una filosofia unica o mostrano un’autenticità culturale stanno guadagnando fedeltà e attenzione. L’investimento in artigianalità e identità locale è ormai un vantaggio competitivo chiave nel mercato moda contemporaneo. Milano ha storicamente svolto un ruolo centrale nell’industria globale e resta influente. Ma per mantenere questo status, dovrà prestare maggiore attenzione ai cambiamenti globali e ai mercati emergenti.
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