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Molteni: Meloni ricuce lo strappo per la Via dell Seta cinese
29-07-2024, 15:20
Non ha ancora incontrato il capo supremo del colosso cinese, il presidente Xi Jinping, ma la premier italiana Giorgia Meloni ha già incassato un notevole successo nel corso della visita di quattro giorni che la vede impegnata in Cina fino a mercoledì. Ha infatti firmato ieri col primo ministro cinese Li Qiang il memorandum del cosiddetto Partenariato Strategico Globale che verrà attuato fra il 2024 e il 2027 per regolare i rapporti commerciali Italia-Cina con reciproci vantaggi in vari campi. Una “ripartenza” col piede giusto, dopo che l'Italia si era ritirata nel 2023 dal precedente memorandum sulla via della Seta perché ritenuto, in sostanza, squilibrato e invadente. La Meloni ha incontrato Li nella sontuosa cornice della Grande Sala del Popolo, sede del Parlamento di Pechino. Il documento impegna i due Paesi a collaborare in vari settori chiave: industria, tutela della proprietà intellettuale e delle indicazioni geografiche, sicurezza alimentare, turismo, ambiente e istruzione-ricerca. Italia e Dragone collaboreranno anzitutto in fatto di automobili elettriche e fonti d'energia alternativa, specie considerando la prossima realizzazione in Italia di stabilimenti produttivi da parte di tre marchi cinesi di autoveicoli, CCIG, Jac Motors e Chery. La CCIG, in particolare, è specializzata in autobus a propulsione elettrica o, in alternativa, a idrogeno. La JAC Motors, che fabbrica auto di varia gamma, dalle berline ai SUV, sta adottando nuove batterie che promettono un'autonomia di 1000 km. La Chery, infine, è pure un noto marchio cinese che sforna anche utilitarie. La collaborazione tecnologica riguarderà anche «la sfida dell'intelligenza artificiale», come ha sottolineato Meloni: «L'Intelligenza Artificiale generativa che è destinata a incidere profondamente sui nostri tessuti sociali, economici e a cambiare radicalmente interi segmenti produttivi. Anche in Cina è in corso un vivace dibattito su quelle che sono state definite “nuove forze produttive”, alludendo all'impatto che l'intelligenza artificiale può avere sulla produttività, così come sulla creazione e distruzione di posti di lavoro». Il regime comunista cinese, peraltro, fa già ampio uso del controllo elettronico della popolazione, sfruttando algoritmi, telecamere, riconoscimento facciale, perfino una sorta di “cittadinanza a punteggio”, pertanto un confronto Italia-Cina nel settore è importante. Considerando la distribuzione planetaria dei prodotti elettronici cinesi e la loro interconnessione via web, rischi di spionaggio e sicurezza sono sempre presenti. Ecco perché Giorgia ha messo in guardia circa «la perdita di controllo umano sulle decisioni che prenderanno le macchine, impiegate nei più svariati settori, inclusi quelli medici, o della sicurezza o ancora nel campo militare» chiedendo a Pechino «una collaborazione costruttiva e trasparente». Parlando di Cina non poteva mancare il capitolo del rischio di contraffazioni alimentari e di altro genere del Made in Italy. Ecco perchè fra gli accordi spicca lo stabilire una sinergia fra il nostro Ministero dell'Agricoltura e l'Amministrazione Nazionale cinese della Proprietà Intellettuale, che riguarda scambio di informazioni e condivisione degli elenchi di indicazioni geografiche dei vari prodotti, oltre un'azione comune per il contrasto della contraffazione dei marchi nostrani. Dopo la firma degli accordi, la Meloni e Li hanno inaugurato il Business Forum Italia-Cina, che vede presenti a Pechino i rappresentanti di 100 grande aziende italiane. La punta dell'iceberg, dato che ammontano a 1600 le aziende del Belpaese operanti nell'immenso paese asiatico.
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