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Mottola: progressisti in silenzio sugli abusi a Milano
07-01-2025, 08:35
Riassunto. Una ragazza belga, Laura Barbier, ha dichiarato in tre diverse interviste una a un giornale di Liegi, una rilasciata a un'emittente televisiva locale e una all'Ansa - di aver subito con le sue amiche pesanti molestie durante i festeggiamenti di Capodanno a Milano. Un racconto che ricorda molto quello delle tante donne violentate nel 2022 sempre in piazza del Duomo: circondate da decine di uomini, spogliate, palpeggiate, derubate, umiliate, ridotte alle lacrime. Così ieri la procura di Milano ha annunciato che verrà aperta un'indagine sulla base delle parole della studentessa e la polizia, prima ancora Cdi raccogliere la denuncia, sta monitorando i filmati della serata. Reazioni della giunta Pd di Milano? Sostanzialmente zero. È ufficialmente desaparecido Giuseppe Sala, il sindaco che scende in piazza sbracciandosi alle manifestazioni dedicate al “patriarcato che uccide” e che ci intimava di chiedere scusa all'intero genere femminile «perché il 37% delle donne italiane non ha un conto corrente bancario». Sempre quello che diceva di sentirsi «scandalizzato e scioccato ogni volta che le cronache ci parlano di donne, ragazze, a volte bambine o poco di più, vittime della violenza degli uomini», ma che ora sembra aver perso la voce. Certo, bisogna trovare riscontri ai fatti, ma da quando per esprimere solidarietà nei confronti di una donna che dice di essere stata assaltata da un gruppo di uomini bisogna attendere il terzo grado di giudizio? Non sono forse le stesse associazioni femministe che Sala dice di appoggiare che ci ricordano sempre che uno dei problemi degli stupri è proprio la colpevolizzazione delle vittime, che quindi spesso si sentono a disagio a denunciare? Non è di conseguenza strano che a parlare per conto del Comune di Milano sia solo l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli, il quale peraltro si è limitato a dire che «se ci sono state delle questioni saranno risolte». E ci chiediamo cosa potrebbero dire di quel “se” le organizzatrici della kermesse “Il patriarcato uccide”. In realtà forse non direbbero nulla, come in effetti non stanno dicendo nulla in generale del caso-Milano le loro associazioni, normalmente prontissime a commentare qualsiasi episodio di “maschilismo tossico”. Di fronte a notizie imbarazzanti improvvisamente le lingue si seccano, i dubbi si moltiplicano, la voglia di minimizzare esplode. È il femminismo all'italiana, risparmia gli amici.
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