Nicolato: danno la colpa a Marine ma il caos istituzionale è il fallimento dell'Eliseo

Attenzione, il governo francese non è caduto perla dabbenaggine del presidente Emmanuel Macron e le sue improbabili quanto catastrofiche strategie, ma perché c'è una trama dietro, il disegno del male oscuro che vuole destabilizzare e conquistare prima la Francia e poi l'Europa (e forse anche il mondo). Ovviamente “il male” francese è sempre lo stesso da qualche anno, si tratta di Marine Le Pen che secondo la stampa internazionale ben informata ha tramato fin dall'inizio perché andasse come è andata, facendo sopravvivere il governo Bernier finché lo ha ritenuto necessario e poi lo mandasse gambe all'aria insieme al suo Paese. “La strategia del Caos” la chiama il Corriere della Sera, ordita dalla leader di Rassemblement National insieme al leader della sinistra Mélenchon per far cadere il presidente Macron. Il Corriere anziché far presente la legittima quanto democraticissima scelta di far mancare i voti a un governo che è nato malissimo e senza speranza fin dal primo giorno, sottolinea come la leader di Rassemblement National l'abbia fatto cadere «mentre il debito pubblico supera i tremila miliardi, i mercati si allarmano, lo spread aumenta e girano battute sulla “Grecia sulla Senna”». Il vecchio e mai scomparso allarmismo strategico, la catastrofe imminente che incombe sempre quando di mezzo c'è un leader in sospetto di fascismo o populismo da levare dai piedi. Insomma Le Pen è una «irresponsabile» il cui vero obiettivo, scrive il perspicace Politico.eu, è quello di distruggere Macron, «l'incarnazione centrista di tutto ciò che lei detesta». Anche Politico la mette sul catastrofico dimenticando che l'attuale presidente è al potere da 7 anni e mezzo e la democrazia è fatta anche e soprattutto di alternanza : «Se Macron dovesse dimettersi sarebbe un momento davvero sconvolgente per la Francia, dove le elezioni presidenziali si terranno tra due anni e mezzo e nessun presidente della repubblica moderna si è dimesso, a parte Charles de Gaulle dopo le violente rivolte del 1968». La democrazia è sconvolgente? Ma l'ignoto e la catastrofe sono il filo conduttore anche dell'interpretazione data da Bloomberg secondo il quale la Le Pen ha fatto cadere il governo spalancando le porte degli abissi al suo Paese e all'Europa. Anche il New York Times dall'altra parte dell'oceano sostiene che «la Francia è tenuta in ostaggio senza una fine in vista», ma aggiunge un'interpretazione che è quella che va per la maggiore sui giornali di sinistra e che tira di mezzo i guai giudiziari di Marine, altro mai consunto refrain: siccome a marzo prossimo, «la signora Le Pen potrebbe affrontare un divieto di vita politica per cinque anni», facendo cadere il governo potrebbe ora «sperare di costringere il signor Macron a dimettersi, preparando il terreno per un'elezione presidenziale in cui potrebbe candidarsi». Insomma «la trappola di Marine le Pen si sta chiudendo», scrive Le Monde, e per la storica testata di sinistra francese si tratta sostanzialmente di una vendetta contro l'Unione Europea, contro Macron, contro il sistema in generale: «Con la scusa di affrontare le frustrazioni della sua base, ha permesso alla sua rabbia di emergere, un sentimento che persisteva sin dalle incriminazioni nel processo per le accuse di appropriazione indebita di fondi del Parlamento europeo in un sistema di falsi posti di lavoro». Muoia Sansone con tutti i filistei. In ogni caso si tratta di quello che qualche settimana fa il settimanale tedesco Spiegel preconizzava come il ritorno del fascismo, generato dal caos e dalla crisi. Lo Spiegel parla addirittura di «Hitler nascosti» nel novero dei quali, oltre alla Le Pen e a Trump finiti sulla copertina della rivista insieme a Björn Höcke, leader dell'Afd in Turingia, figurano la Meloni, Orban, l'argentino Javier Milei, il salvadoreño Nayb Bukele e Putin. Ora che Trump ha vinto le elezioni e che la Le Pen «ha fatto cadere» il governo sembra che il fosco presagio dello Spiegel si stia quasi realizzando. Ma mancano i fascisti.

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