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Nicolato: truppe e "scudo" per Kiev: dopo il vertice di Parigi Paesi europei ancora divisi
18-02-2025, 08:46
L'Europa finalmente ha un'idea: per aiutare l'Ucraina senza gli Stati Uniti bisogna produrre più armi, che è anche quello che proprio Washington ci chiede, ma per farlo bisogna fare dei sacrifici, ovvero “tagli al bilancio” e “riduzione dei finanziamenti ai nostri modelli sociali”. Detto in altri termini, per rafforzarsi militarmente e raggiungere quelle percentuali di Pil di spesa in armi tra il 3% e il 5% di cui si parla, l'Europa deve indebolirsi socialmente, deve intaccare i principi su cui è stata fondata. È questo in sostanza il messaggio che per primo il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha rilasciato alla stampa andandosene per primo dal vertice di Parigi. Parole elettoralmente coraggiose, dal momento che sicuramente non piaceranno ai suoi elettori socialdemocratici che tra meno di una settimana si recheranno alle urne, ma questo è il massimo che il vertice di ieri ha partorito, al di là delle solite dichiarazioni di circostanza già sentite e risentite. Un piano ambizioso altamente improbabile che richiede unanimità, cosa complicatissima, e soprattutto molto molto tempo, cosa che l'Ucraina non ha affatto a disposizione. Per il presente invece, per la trattativa di pace che si sta organizzando, l'Europa sembra non averne proprio di idee. Scholz ha detto che va bene che si parli di pace, «ma per noi è chiaro che questo non può essere un diktat». Lo stesso concetto lo aveva comunicato la settimana scorsa, aggiungendo peraltro che «l'obiettivo deve essere sempre che la Germania non sia coinvolta in una guerra». Ha detto che è prematuro parlare di inviare truppe di pace in Ucraina, anzi ha detto di essere irritato da tali suggerimenti in quanto sono «altamente inappropriati». Niente truppe dunque, lo assicura anche il premier polacco Tusk che chiede maggiore supporto dall'intera alleanza per i Paesi che confinano con la Russia. Chi invece si è offerto di inviarle è stato il premier inglese Starmer, ma non è stata una buona idea perché alle sue parole sono seguite quelle dell'ex capo dell'esercito Richard Dannatt secondo cui al momento il Regno Unito «non ha i numeri e non ha l'equipaggiamento per inviare una forza numerosa sul territorio per un periodo di tempo prolungato». Starmer piuttosto insiste sul fatto che qualsiasi garanzia offerta all'Ucraina deve includere un sostegno degli Usa, poiché questo è «l'unico modo» per scoraggiare efficacemente la Russia da nuovi attacchi futuri. Il vertice all'Eliseo peraltro era stato anticipato da una telefonata «cordiale» di mezz'ora tra l'organizzatore dello stesso, il presidente francese Macron, e Donald Trump. Il che già di per sé è un fatto curioso, se non un segnale di debolezza da parte dell'Europa, visto che la riunione, organizzata in fretta e furia, è nata proprio dall'esigenza di dare una risposta europea decisa alla strigliata di Monaco del vicepresidente americano Vance e a quella precedente alla Nato del segretario alla Difesa Hegseth, oltre naturalmente alla telefonata tra lo stesso Trump e Putin. È segreto su quello che i due presidenti si siano detti ma certamente il tycoon non può che aver ribadito ciò che lui e i suoi più stretti collaboratori hanno riferito nei giorni scorsi, e cioè che c'è poco spazio per l'Europa nella trattativa di pace e che al contrario l'Europa deve fare di più, molto di più, per la sua difesa. E che il vertice fosse fragile fin dall'inizio lo si era capito anche dal fatto che Macron non avesse invitato tutti i rappresentanti dei 27, ma solo alcuni, cioè quelli di Italia, Germania, Paesi Bassi, Danimarca, Spagna e Gran Bretagna, oltre al capo della Commissione, quello del Consiglio europeo e quello della Nato. Come se gli altri non contassero. La presidente della Commissione Von der Leyen lo ha avventatamente definito un «punto di svolta» per l'Ue. «La sicurezza dell'Europa è a un punto di svolta», ha detto all'arrivo a Parigi, «sì, riguarda l'Ucraina, ma riguarda anche noi. Abbiamo bisogno di una mentalità di urgenza. Abbiamo bisogno di un'impennata nella difesa. E abbiamo bisogno di entrambe le cose ora». Ma era già chiaro che oltre a qualche sterile annuncio il vertice non sarebbe andato. Lo stesso Eliseo aveva avvertito che il vertice era stato progettato per essere l'inizio di una serie di colloqui tra i leader europei, compresi quelli non invitati a Parigi: «Le loro discussioni potrebbero poi continuare in altri formati, con l'obiettivo di riunire tutti i partner interessati alla pace e alla sicurezza in Europa». Insomma, comédies française. Niente di più.
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