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"Ostacolerà il governo, farà il gioco degli scafisti". FdI, pesanti sospetti sulla ong tedesca
25-08-2024, 01:04
Mission Lifeline finisce nel mirino del centrodestra. Dopo la rivelazione fatta da Libero sul blitz che la ong tedesca sta organizzando per domani in Albania, scoppia il caso politico. E sono in molti, tra le fila di Fratelli d'Italia, a intervenire, difendendo l'operato del governo che ha stipulato con Tirana un accordo per la costruzione di due centri per migranti in terra albanese. Fdi fa dunque quadrato intorno a Palazzo Chigi. Difesa più che mai necessaria, d'altra parte, visto che l'organizzazione umanitaria con sede a Dresda punta mettere pressione sull'esecutivo italiano su un dossier che sta particolarmente a cuore al premier Meloni, imbeccando l'opposizione in Italia. L'obiettivo della missione di una settimana di Mission Lifeline in Albania è chiaro e risulta da una mail scritta da un membro della ong e visionata da Libero: raccogliere materiali e informazioni sulla situazione nel Paese. A preoccupare, si legge nella mail, sono «i potenziali problemi relativi ai diritti umani che possono scaturire» dall'accordo tra Roma e Tirana, in particolare per quanto riguarda il centro di permanenza e rimpatrio (Cpr) che si sta costruendo a Gjader (l'altro si trova a Shengjin). «Niente di nuovo sul fronte delle Ong: le organizzazioni a favore dell'immigrazione incontrollata, con la prossima campagna di boicottaggio dell'accordo sui flussi migratori con l'Albania, confermano l'ottima azione del governo Meloni» dichiara il vicecapogruppo di Fdi alla Camera, Augusta Montaruli. «Ormai il giochetto è il solito: utilizzare la guerra delle parole e così, solo per fare un esempio, si trasformano i “centri per l'identificazione degli immigrati”, che sorgeranno in Albania sotto giurisdizione italiana, in fantomatici “campi di deportazione”» prosegue Montaruli. Che aggiunge: «Non accettiamo lezioni da associazioni che con il loro fanatismo rischiano di rappresentare un pull-factor inducendo uomini, donne e bambini a fuggire dalla disperazione mettendo tragicamente a rischio le proprie vite». Dura la reazione del copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo, Nicola Procaccini, e del capo delegazione di Fdi a Bruxelles, Carlo Fidanza, che in una nota congiunta scrivono che «l'iniziativa attraverso cui la ong Mission Lifeline intende ostacolare l'accordo sui migranti siglato da due Stati sovrani, Italia e Albania, mira chiaramente a creare disordine per speculare sulla pelle di persone disperate e fare il gioco dei trafficanti di esseri umani». Secondo i due eurodeputati, con le loro azioni le ong attive nel Mediterraneo, «mirano a ostacolare uno dei fondamenti della gestione ordinata delle politiche migratorie in Europa». Ovvero: «Gestire i fenomeni migratori e non subirli, attraverso la collaborazione con le nazioni di origine e transito dei flussi migratori, al fine di fermare le partenze irregolari e agevolare invece i flussi migratori controllati». La conclusione di Fidanza e Procaccini è durissima: «Le ong come la Mission lifeline vogliono, invece, il caos per poter speculare sul traffico di disperati, facendo il gioco dei trafficanti di morte nel Mediterraneo». Sul tema è intervenuto anche il deputato Luca Sbardella: «È sconcertante che organizzazioni che si dichiarano umanitarie, anziché sostenere una gestione efficace dei migranti, scelgano il caos e la destabilizzazione dell'immigrazione irregolare». «La campagna avviata dalla ong tedesca Mission Lifeline per boicottare i centri per migranti che l'Italia sta realizzando» attacca il sottosegretario all'Interno di Fdi Wanda Ferro, «svela come non ci siano ragioni umanitarie dietro l'attività di queste organizzazioni, ma una chiara missione politica che ha il solo obiettivo di favorire l'immigrazione indiscriminata». Per il vicepresidente della Commissione Esteri, il senatore di Fdi Roberto Menia «le ong che operano nel Mediterraneo, finanziate da privati, continuano a mettere in campo opere di intralcio all'eccellente lavoro del governo sulla gestione del fenomeno migratorio».
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