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Piove? Serve un'altra tassa: l'ultima follia Pd, ecco come spenneranno i cittadini
13-12-2024, 00:04
Lui la chiama pudicamente «compartecipazione». E ieri, dopo che si è sollevato un polverone, ha escluso che si tratti di una nuova tassa. Ma il contributo che il sindaco di Bologna Matteo Lepore (Pd) si accinge a chiedere ai bolognesi per finanziare un fondo contro le alluvioni a una tassa ci somiglia parecchio. E anche se mancano i dettagli, la proposta è già pronta. Verrà presentata al Consiglio comunale e alle parti sociali per la variazione di bilancio di febbraio. «La città costa di più e bisogna farsi carico di queste spese, soprattutto se andiamo nella direzione di una città più verde» ha spiegato il sindaco. E allora eccola l'idea: un fondo da qualche milione di euro da cui attingere in caso di emergenza. Perché, dice Lepore, «la sfida è non aspettare che qualcuno dia una mano». Ancora forte è il ricordo del 19 ottobre scorso, quando Bologna è finita sott'acqua. Un giorno che Lepore ha definito «punto di non ritorno«. E se anche non si dovesse ripetere un giorno così drammatico, il più piovoso nella storia di Bologna dal 1922, «altri eventi climatici potrebbero incidere e i costi aumentare». L'alluvione può tornare, insomma. «Vorremmo realizzare un fondo» ha annunciato il primo cittadino «per la riparazione e l'adattamento climatico rivolto alla città, significa rendere Bologna capace di reagire a ciò che è successo e che potrebbe riaccadere in futuro». L'obiettivo, dopo aver speso milioni per interventi di somma urgenza, spiega Lepore, è di rendere «ordinario quello che solitamente è straordinario ed emergenziale». Bologna, è il ragionamento, non può permettersi di sostenerne i costi né aspettare che da Viale Aldo Moro (sede della Regione), Roma o Bruxelles arrivino le risorse necessarie per mettere in sicurezza la città. Da qui l'idea di un fondo «da creare con le nostre risorse, ma da aprire anche alla partecipazione di altri soggetti come fondazioni, imprese private, istituti bancari, Camere di commercio». Ma anche chiedendo un contributo ai bolognesi. «Chiederemo una compartecipazione alla cittadinanza» ha detto Lepore, prima di correggere il tiro: «Non ho mai parlato di tassa, ho detto che dobbiamo costituire un fondo e discutere insieme alla città e al Consiglio comunale su come trovare le risorse». Si tratta, ha spiegato il sindaco di risorse necessarie per «fare gli investimenti che servono a mettere in sicurezza la città, quindi mi aspetto dal centrodestra che, svolgendo un ruolo di governo nazionale, ci aiuti e aiuti la città a trovare una soluzione a questo problema che è vitale per il suo futuro. Tutti dovranno contribuire, tutti lo faremo e insieme dovremo trovare la soluzione». Su come funzionerà di preciso il fondo ancora non si sa. Ma qualche dettaglio è già stato annunciato. Nella lista delle priorità, ci saranno di sicuro la messa in sicurezza idrica di Bologna e dei suoi canali, il rafforzamento del sistema di protezione civile, la riforestazione urbana con alberi adeguati alle nuove condizioni climatiche. Ai finanziamenti regionali, nazionali ed europei, verrebbe dunque affiancato un fondo di qualche milione all'anno da cui attingere. Di certo c'è che l'idea di introdurre una tassa sulle alluvioni non piace al centrodestra. Per il capogruppo della Lega in Consiglio comunale Matteo Di Benedetto istituire un'apposita «tassa» locale «sarebbe assurdo e totalmente irricevibile». L'esponente del Carroccio si dice pronto a fare le «barricate, se necessario». E avverte: «Giù le mani dalle tasche dei bolognesi». Ma l'annuncio di un fondo anti-alluvioni non è gradito nemmeno a Fratelli d'Italia. «Inutile venire adesso a piangere miseria facendo credere che non ci sono risorse per colpe esterne al Comune e alla Regione. I cittadini pagano già troppe tasse e imposte» ha dichiarato la presidente del gruppo Fdi in consiglio, Francesca Scarano.
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