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Ponte sullo Stretto, ecco i 20 motivi per farlo
Oggi 29-10-25, 10:26
Quest’oggi la Corte dei Conti renderà noto il suo parere sulla legittimità della delibera del Cipess che ha approvato il piano economico finanziario dell’opera. Tre gli scenari possibili: la Corte dice “sì” e in questo caso nel giro di pochi giorni partirebbero espropri e lavori preliminari. La Corte dice “no” bloccando di fatto l’intero progetto. La Corte chiede ulteriori approfondimenti, facendo ulteriormente slittare la decisione finale che, però, dovrà essere presa al massimo entro il 7 novembre. Nel frattempo vi proponiamo venti ragioni per le quali realizzare il Ponte sullo Stretto rappresenterebbe un plus incredibile per tutto il Paese e non solo per Calabria e Sicilia. Punto uno: aperto 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno sarà la risposta migliore alla richiesta di un più efficiente e moderno sistema di collegamento tra le due Regioni. Con un risparmio di tempo quantificabile in un’ora per gli autoveicoli e due per i treni. Punto due: portarà l’alta velocità a un bacino di 7 milioni di abitanti. Punto tre: l’effetto volano che ha attivato investimenti in strade e ferrovie per oltre 70 miliardi di euro. Punto quattro: l’analisi costi benefici ha dimostrato che la realizzazione del Ponte sarà in grado di contribuire in maniera significativa al miglioramento del benessere collettivo sia nazionale sia locale. Punto cinque: l’occupazione. In cantiere in media ci saranno 4.300 addetti all’anno con un picco di 7mila nei periodi di maggior produzione. L’impatto occupazionale sarà di 30mila unità lavorative l’anno. Se si contano anche indotto e occupazione indirette si devono aggiungere altre 90mila unità, per un totale di 120mila posti di lavoro all’anno. Punto sei: un’analisi di impatto socioeconomico realizzata nel 2024 ha dimostrato come l’impatto di 13 miliardi e mezzo di euro stimolerà un impatto positivo sul Pil di oltre 23 miliardi. Punto sette: il costo dell’insularità per la Sicilia pesa per circa 6,5 miliardi (il 7,4% del Pil regionale). La realizzazione del Ponte lo ridurrebbe sensibilmente. Punto otto: il Ponte rappresenterebbe il completamento dell’asse europeo Scandinavo-Mediterraneo, con tutto quello che questo corridoio potrà dare in termini economici. Punto nove: si realizzerebbe finalmente la macroregione Calabro-Siciliana, con la possibilità di sviluppare un sistema portuale da Augusta a Gioia Tauro, in gradi di fare concorrenza ai grandi sistemi internazionali. Punto dieci: una maggiore capacità trasportistica determinerà una maggiore competitività del tessuto imprenditoriale. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44725424]] Punto undici: l’impatto turistico che impatterà sia per i trasporti più semplici, sia per l’effetto Ponte come manufatto d’eccellenza da andare a visitare. Punto dodici: l’impatto urbanistico che influirà sul decongestionamento del traffico. Punto tredici: l’incremento dei servizi alla persona porterà a un miglioramento della qualità della vita nell’area urbana integrata dello Stretto. Punto quattordici: il Ponte è già un polo d’eccellenza e di attenzione per la ricerca scientifica. Punto quindici: analoghe esperienze internazionali mostrano che le grandi opere d’ingegneria hanno un impatto reputazionale molto forte che genera un “effetto credibilità” e un maggior interesse degli investitori esterni nell’area. Punto sedici: molti ponti (in Cina, Hong Kong, Corea del Nord, Usa e Turchia) si basano su studi e soluzioni tecniche elaborate per il Ponte sullo Stretto, creando un vero e proprio “Messina Style”. Punto diciassette: per l’impatto ambientale è stato adottato un approccio nuovo basato sulla trasparenza dei dati e la progettazione di un piano di monitoraggio ambientale territoriale e sociale. Punto diciotto: il Ponte è un’opera green. Dall’avvio del cantiere al 2063 si stima una riduzione di circa 12,8 milioni di CO2. Punto diciannove: il Ponte garantisce la resilienza nei trasporti, ovvero la capacità del sistema di prevenire interruzioni, gestendole in maniera rapida. Punto venti: il Ponte è indispensabile per migliorare la capacità di risposta in caso di emergenze di protezione civile, soprattutto per quanto riguarda la Sicilia e la Calabria meridionale.
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