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Realpolitik, il nuovo programma di Tommaso Labate: "Farò una tv garbata"
Oggi 17-09-25, 10:56
Tommaso Labate, 46enne giornalista radio, tv e della carta stampata, da stasera è il volto nuovo dell’informazione Mediaset, con Realpolitik che debutta in prima serata su Rete4. Primi ospiti, Vincenzo De Luca e Walter Veltroni. Al netto del fatto che aveva già condotto su La7 e in radio per tanti anni, com’è passare da opinionista a “direttore del traffico”? «Cambia tutto, è un ruolo molto diverso, sempre all’interno di un campo da calcio. Non sei più quello che deve trasformare l’azione ma colui che fa girare la palla. Lo interpreto con grande emozione. Non trattandosi di talk generico dove devi mettere due o più soggetti a discutere, devi tirare fuori concetti che arrivino al pubblico a casa, l’obbiettivo non è che due di segno opposto si azzuffino ma confezionare un programma in cui resti qualcosa sui grandi temi nazionale e internazionali». [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44119817]] Al di là delle notizie dell’ultima ora, quali sono i tre temi imprescindibili dell’autunno? «In ordine sparso. Primo. Gli Stati Uniti d’America, il loro dibattito interno, Trump contro Trump e i risvolti sulla nostra politica, non solo “volgarmente” il governo contro l’opposizione. Il secondo tema è quello detto banalmente “ipotesi Guerra Mondiale” ovvero i grandi conflitti che avvengono alle porte dell’Europa. Non mancherà il tema della seconda parte della legislatura, c’è da capire come si comporranno e scomporranno gli schieramenti in vista della prossima partita; giornalisticamente è una fase molto interessante». Meloni, come durata, ha superato il governo Renzi. «Sì, il tema affascinante è capire perché Meloni nelle settimane passate aveva illustrato i grandi numeri sul tema dell’occupazione e dell’economia e poi ha spostato l’attenzione sull’odio americano. Sono cose da comprendere, questa è Realpolitik. Avremo un robusto affaccio sui sondaggi, cercheremo di capire: l’odio paga? Nel panorama dell’informazione, con tanti programmi ottimi e conduttori meravigliosi, spesso si rimane sulla superficie. Vorrei andare più in profondità». L’opinionista dei sogni? «Non ce l’ho. Puntiamo sull’autorevolezza e la competenza, l’ospite deve conoscere bene l’America, Trump, cosa succede nelle zone di guerra, il Medio Oriente. Però ho alcune idee di persone molto famose che non si vedevano da un sacco di tempo, ma per scaramanzia mi cucio la bocca. Sono molto scaramantico anche nella vita. A casa non direi mai: stasera faccio la spigola. Perché poi magari vado al mercato e la spigola non c’è. Cucino quello che c’è. Così accade in tv». Lilli Gruber si è lamentata che Giorgia Meloni non va da lei, cosa ne pensa? «Penso che a Giorgia Meloni convenga il confronto». Tema delicato: gli ascolti. Che numeri si aspetta o si augura? «Sono contento seil programma funziona, se è seguito. Vengo da un altro mondo, non ho pratica con questo tema, ma se lo guardano in massa sono felice. Vorrei che restasse qualcosa dopo la messa in onda. Che la gente al bar dica: “Sai, ieri ho sentito questa cosa a Realpolitik”, sarebbe bello lasciare un elemento di discussione. Il mio impegno definirei “notarile” è mantenere toni molto pacati, non serve alzare la voce». Quindi gli ospiti parleranno uno alla volta? Davvero? «Vorrei si parlasse... mezzo alla volta! Non ho l’assillo del ritmo, a volte si dà ritmo a cose che non hanno peso. Dopotutto se vedi una “telerissa” tra Trump e Zelensky, poi cosa te ne frega che si azzuffino il numero 7 del Pd con il numero 4 di Fdi? Oggi vedere gente che litiga, magari parlando di pace, è poco edificante. Ho alcuni principi non negoziabili, come il garbo». Come conduttore è più fastidioso essere definito noioso o fazioso? «Non ho paura di essere definito noioso; mi darebbe fastidio essere definito fazioso se non ritengo di esserlo. Ricordo che per un commento fui chiamato “grillino” dal Pd e “piddino” dai Cinquestelle. Aveva ragione mia mamma quando, dottamente, mi ripeteva: “Ciascun col proprio cuor l’altrui misura”. Non sono suscettibile, sono tranquillo e in pace con me stesso». Ci sarà un momento-leggerezza in Realpolitik? «Vediamo. Questo è un momento molto serio, la politica è diventata una questione ancora più seria, da affrontare con la pancia, la testa e il cuore». È la sua prima conduzione a Mediaset, azienda in fase di grande evoluzione. Che cosa vi siete detti? «Sono contento di essere stato chiamato, sono stato accolto benissimo. E messo nelle migliori condizioni per lavorare bene». Domanda personale che la fanno sempre alle donne. Come concilia la famiglia e la carriera? «Accompagno mia figlia all’ asilo tutte le mattine, appuntamento irrinunciabile. Sono un papà molto presente, nonostante penso, anzi mi illudo, che la presenza non si misuri esclusivamente con l’orologio». [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44076527]]
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