s
Roberto Saviano, scrive di tutto ma dimentica la campagna anti-camorra del governo
08-12-2024, 01:00
Negli ultimi 13 mesi, la star dell'antimafia di carta, Roberto Saviano, ha scritto di: baby boss; droga negli stadi di calcio; musica; Chavez e Maduro; Casalesi; don Diana; dialetto napoletano; Michela Murgia; Donald Trump; Rosetta Cutolo; sisma del 1980; Libia; clan Di Lauro; Gioia Tauro; stese; Silvio Berlusconi, Matteo Salvini; coppie omogenitoriali; el Chapo; Alfredo Cospito; 'ndrangheta e Salman Rushdie. In oltre un anno, insomma, l'autore di Gomorra non ha trovato il tempo e la voglia di rivolgere la penna alla guerra ingaggiata e vinta dallo Stato alla camorra del Parco Verde. E, quando l'ha fatto, si è limitato a denigrare la campagna per il ripristino della legalità a Caivano, voluta e sostenuta dal Governo Meloni, per sostenere la tesi che si trattasse solo di marketing, di mossa pubblicitaria a fini politici. Finendo tuttavia per essere smentito e tacciato di essere uno spergiuro da don Maurizio Patriciello, il prete coraggio che combatte in prima linea da anni. «Ho chiesto aiuto a tutti. I colori politici non mi hanno mai impressionato. Sono un prete. Un uomo libero», ha detto il sacerdote rivolgendosi allo scrittore. «I rischi di essere frainteso e deriso ci sono. Pazienza. Il presidente del Consiglio dei ministri della nostra Repubblica, l'anno scorso, ha accolto il mio invito. È venuta. È ritornata. Quel che è accaduto a Caivano è sotto gli occhi di tutti. Di tutte le persone oneste che vogliono vedere». Bum. E ancora: «Qualcosa si muove. Giorgia Meloni ha risposto al mio appello. Un merito che altri, prima di lei, non hanno voluto o potuto prendersi. La verità è limpida come l'acqua di sorgente. Se vuoi bene al tuo popolo, non remare contro. Si perde solamente tempo». Da qui l'appello finale del prete all'autore: «Lascia che lo facciano i politici di professione. Noi, preti, giornalisti, scrittori, intellettuali, dobbiamo essere capaci di stare al di sopra delle parti. Essere coscienza critica. Sempre con le mani pulite. Viceversa, non saremmo credibili». Saviano non solo ha incassato la reprimenda, ma ha perso pure l'occasione di recuperare un po' di memoria e di onestà intellettuale per riparare. Lo spunto gliel'abbiamo offerto proprio noi di Libero, quando abbiamo pubblicato in esclusiva le immagini dei lussi che si nascondevano nelle viscere del Parco Verde: appartamenti che dovevano essere popolari ma che, invece, erano stati trasformati – con abbondante dose di gusto cafone – in piccole regge con lampadari dorati, divani lussuosi, elettrodomestici di ultima generazione, pavimenti di marmo, arredi e suppellettili degni di miglior fortuna. Alloggi che dovevano finire alle fasce deboli, alle famiglie bisognose e che sono stati abitati, invece, da camorristi e affini e da finti poveri. Come quella coppia di influencer ballerini che, anni fa, hanno occupato un'abitazione nel Parco Verde pur potendo contare su due stipendi e su un bel po' di denari in nero incassati grazie alle sponsorizzazioni di ristoranti, pizzerie, palestre e beauty center. Ora piangono e si disperano prendendosela con il Governo e la Prefettura perché dovranno, per la prima volta nella vita, pagare l'affitto. E Robertino? Muto. Invece di raccontare la rivoluzione della legalità e della legge a Caivano, ha distolto lo sguardo. La lotta ai clan va bene solo se fatta da sinistra, evidentemente.
CONTINUA A LEGGERE
8
0
0
Guarda anche
Libero Quotidiano
01:07
Trump a Wall Street a New York suona la campanella di apertura della Borsa
Libero Quotidiano
01:01
Multe, Matteo Salvini congela gli aumenti: ecco la vera svolta per il 2025
Libero Quotidiano
00:25
L'impresa di Luca Barbarossa: come resiste al post-Fiorello in Rai
Libero Quotidiano
00:22
"A Shanghai l'ho dovuto riprendere": nervi tesi, coach Vagnozzi contro Jannik Sinner
Libero Quotidiano
00:18
"David Parenzo il vero fascista": Heather Parisi si scatena, il conduttore sbrocca | Video
Libero Quotidiano
00:15