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Rubini: Schlein, "chi nasce e cresce qui è italiano"
01-09-2024, 19:44
Negare tutto, negare sempre, anche l'evidenza, è da sempre la strada maestra della sinistra. L'ultima frontiera è battaglia sulla cittadinanza e sulla volontà sempre più marcata di cambiare la legge che la concede. Elly Schlein non perde occasione - e festa dell'Unità - per ribadirlo. Se non può portare il Pd al centro, allora spingiamolo il più possibile a sinistra con temi sempre più identitari di quell'area. È stato così anche ieri. Intervenendo con l'ormai ex cacicco Vincenzo De Luca alla festa di Procida, ha ribadito il concetto: «Non voglio più sentire un ministro della Repubblica dire che nelle classi bisogna ridurre gli stranieri. Nelle classi italiane non ci stanno italiani e stranieri, ma bambine e bambini e hanno tutti diritto a una scuola di qualità perché lo dice la nostra Costituzione». Evidentemente la leader dem è da tempo che non mette piede in un'aula o che non parla con una maestra o un maestro. Lo facesse capirebbe che la situazione non è proprio così semplice come la fa lei da un palco. L'affondo però è tutto sulla questione della cittadinanza. Per Schlein «la legge va cambiata perché è ingiusta». Poi da la soluzione al problema: «Chi nasce e cresce in Italia è italiano». Una posizione che scavalca a sinistra tutto il dibattito sullo Ius scholae intavolato con Forza Italia e benedetto da Azione e Cinquestelle. Insomma l'idea della segretaria del Pd è quello di andare verso uno Ius soli senza se e senza ma. «Vogliamo confrontarci con le reti e le associazioni per cambiare la legge sulla cittadinanza. Per cui siamo, a partire dalle nostre proposte, disponibili al confronto e non disponibili a deludere le aspettative di chi attende questa legge da decenni». A Schlein sfugge che con lo Ius soli secco l'unico risultato concreto non sarebbe l'immediata integrazione dei minori, ma l'incremento di sbarchi di puerpere che dal terzo mondo affronterebbero un viaggio della speranza col solo scopo di far nascere il figlio su suolo italiano per avere la cittadinanza, con conseguente ricongiungimento famigliare. Una follia. Che infatti piace a Verdi e Sinistra. E nemmeno a tutto il Pd. Secondo indiscrezioni, infatti, nel partito sarebbe in corso un dibattito sull'argomento e lo Ius soli, così come auspicato da Schlein, verrebbe annacquato da paletti ancora non ben definiti. Insomma la solita confusione nel campo dem. Tra le battaglie del Pd non si limitano alla cittadinanza. Dopo «l'estate militante» che ha visto sostanzialmente Elly sparire dai radar, ieri la segretaria ha lanciato «l'autunno» che «sarà ancora militante», perché «non possiamo e non dobbiamo fermarci. Dobbiamo aprire, coinvolgere anche le altre forze di opposizione, politiche e sociali, per costruire l'alternativa che merita questo Paese. Ione sono convinta: questo Paese merita di più e di meglio. Insieme noi lo possiamo costruire». Tradotto: facciamo la solita ammucchiata nella speranza che il centrodestra si divida. Ma cosa ci aspetta in questo autunno militante? A giudicare da quanto detto dal palco, le solite sparate ideologiche lontane anni luce dalla realtà. Come quando Elly dice che «impediremo al governo nella prossima manovra di tagliare sulle pensioni e in particolare su quelle delle donne», ripetendo a pappagallo una non notizia inventata dalla sinistra e smentita più e più volte dall'esecutivo. O come quando spiega che «dobbiamo investire di più sulla sanità, sulla cura delle persone. Se viviamo in un Paese dove dobbiamo aspettare mesi e mesi per una mammografia non stiamo rispettando il diritto alla salute previsto dalla Costituzione». E qui un ripassino della storia recente di questo Paese sarebbe utile. Schlein scoprirebbe così che i tagli alla sanità sono stati fatti (quasi) interamente da governi a guida Pd. Nelle intemerate dem non poteva mancare l'Autonomia differenziata che «è una pessima riforma che vuole spaccare il Paese. Si tratta ancora dell'antico disegno secessionista della Lega a cui Fdi si piega in un cinico baratto con la riforma del premierato, non c'è riscatto per l'Italia senza il riscatto per il Sud». E su questo tema Schlein trova convergenza con due governatori meridionali. Il primo è Vincenzo De Luca, suo grande rivale e oggi grande amico che dopo aver promosso il referendum contro l'Autonomia dice: «Noi difendiamo l'Autonomia più degli altri...». Il secondo è il pugliese Michele Emiliano, che di Elly dice «è straordinaria, sta convincendo anche i moderati di centrodestra». La granitica unità del Pd, però, dura giusto il tempo di parlare di Liguria, tra pizzini a Conte («parliamo di programmi non di nomi») e a Renzi («il suo apporto è minimale).
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