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Salvatore Dama: Autovelox, ma quale sicurezza stradale? Per i Comuni è un bancomat
30-07-2024, 08:01
Per carità, viva gli autovelox, quando servono per ridurre gli incidenti e salvare vite umane. Però c'è un però. Succede, purtroppo sempre più spesso, come dimostrano anche le ultime cronache giudiziarie, che alcuni comuni vadano oltre l'esigenza della sicurezza stradale. E, sotto sotto, utilizzino i dispositivi di rilevazione della velocità come bancomat. Per fare cassa. E per garantirsi un flusso di denaro corrente necessario a far quadrare i bilanci comunali. Di contro, gli automobilisti si trovano spesso a pagare una tassa occulta. Per limiti di velocità a volte insensati e infranti di poche decine di chilometri orari. Ma quali sono i comuni che incassano di più da multe e sanzioni? C'è uno studio fatto qualche mese fa dall'osservatorio di Facile.it, che ha elaborato un'analisi basata sui dati del Siope (sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici). Ne viene fuori che sono Milano, Roma e Firenze i comuni che, nel 2023, hanno incassato i maggiori proventi da multe e sanzioni, guadagnando, rispettivamente, 147, 138 e 71 milioni di euro. Seguono Genova (35,2 milioni di euro), Bologna (31,6 milioni), Napoli (22,1 milioni), Padova (21,3 milioni) e Verona (20,6 milioni). Nel complesso l'anno scorso i comuni italiani hanno incassato oltre 1,5 miliardi di euro dagli automobilisti che hanno violato le norme del Codice della Strada. In molti casi sono sanzioni sacrosante. In altri, insomma. Focalizzando l'analisi solo sui comuni capoluogo di provincia, al primo posto c'è Firenze con una “multa pro capite” - cioè il rapporto tra gli incassi registrati nel Siope e il numero di abitanti residenti - pari a 198 euro. Al secondo posto c'è Rieti, che nel 2023 ha incassato 7,5 milioni di euro di multe, seguita al terzo posto da Siena, con 134 euro pro capite e un totale di oltre 7 milioni di euro. Al quarto posto c'è Potenza, con una “multa pro capite” superiore a 121 euro e incassi complessivi di 7,8 milioni di euro. Poi ci sono i comuni piccoli e qui i dubbi si fanno sempre più pressanti. Analizzando i dati delle città con meno di mille abitanti, viene fuori che al primo posto si posiziona Carrodano nella Val di Vara, provincia di La Spezia, che conta 464 abitanti ma, nel 2023, ha incassato più di 975 mila euro in multe stradali. Al secondo posto Colle Santa Lucia, comune di 345 abitati in provincia di Belluno, che nel 2023 ha incassato circa 747 mila euro; terzo posto per un altro comune veneto, Canda (provincia di Rovigo), con 823 abitanti e proventi di oltre 426.000 euro. Quarta posizione per Poggio San Lorenzo, comune in provincia di Rieti con 546 abitanti e 415.000 euro di verbali, che precede Belmonte Castello, in provincia di Frosinone, che nel 2023 ha raccolto oltre 315.000 euro, con un popolazione di 677 anime. «Gli autovelox», ricorda una nota di Assoutenti, «garantiscono ogni anno entrate milionarie alle amministrazioni locali, e dal Salento alle Dolomiti si moltiplicano le anomalie circa l'uso degli strumenti di rilevazione automatica della velocità». Anche l'associazione dei consumatori sottolinea il caso di Colle Santa Lucia, aggiungendo ulteriori dati: «Nel triennio 2021-2023 ha incassato la bellezza di 1.265.822 euro grazie all'unico autovelox installato sul proprio territorio, l'equivalente di 3.616 euro a cittadino residente». Ricchissimi, prosegue Assoutenti, anche i comuni del Salento, che nel 2023 hanno registrato incassi milionari grazie agli apparecchi di rilevazione automatica della velocità: oltre 8,7 milioni di euro in appena 4 comuni (4.770.631 euro Galatina, 1.830.484 euro Trepuzzi, 1.240.770 euro Cavallino, mentre il comune di Melpignano si ferma a 898.986 euro). Circa 2,3 milioni di euro gli incassi di soli 3 comuni (Puglianello, Castelvenere, Torrecuso) ubicati lungo la “temibile”' strada statale 372 Telesina che da Caianello porta a Benevento, notoriamente disseminata di autovelox. «Siamo favorevoli alle multe verso chi supera i limiti di velocità», precisa il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso, «a patto che i primi a rispettare le regole siano gli enti locali, che non devono usare gli autovelox come bancomat, ma solo ai fini di garantire la sicurezza stradale, e devono ricorrere solo ad apparecchi a norma. Il Governo, dopo la recente sentenza della Cassazione e i sequestri disposti ora dalla magistratura, deve però intervenire per risolvere una volta per tutte il nodo delle omologazioni e approvazioni degli autovelox».
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