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Politica
Salvini a Pontida con la maglia nera: "Mica siamo come la Schlein"
Oggi 21-09-25, 08:41
Anche questa voltai portatori di sventura sono rimasti delusi. Del preannunciato “duello” tra “vannacciani” e vecchia guardia della Lega, non s’è vista traccia. Così come delle paventate contestazioni dei giovani. Al contrario, i cori per il generale sono stati secondi per intensità solo a quelli riservati a Matteo Salvini che, sfidando il parere dei medici, alla fine non è riuscito a stare lontano da quel movimento giovanile che lui ha sotto pelle. «Mi hanno detto di riposare, ma il mio riposo siete voi. Non ce l’ho fatta a stare a casa». Le sue parole sono quasi tutte per i giovani: «Siete quelli che hanno una marcia in più e siete destinati a guidare il cambiamento». Poi la politica: «Proveranno a dividerci, lo fanno da trent’anni, ma non ci riusciranno mai. Oggi ho sentito una polemica sul fatto che le magliette che ricordano Kirck sono nere. Ma se siamo in lutto come dovevamo farle? Fucsia? E poi- scherza mica abbiamo l’armocromista della Schlein...». Rivolto ad Alberto Stefani che aveva parlato poco prima, dice: «Spero che il prossimo anno tu sarai qui come il governatore più giovane d’Italia. Il Veneto se lo merita». Poi puntualizza: «È un augurio, noi non imponiamo niente a nessuno». Il segretario federale chiude il suo intervento lanciando una sfida ai suoi ragazzi e alle sue ragazze: «Noi siamo scomodi, lo siamo sempre stati. Da sempre ci vogliono cancellare dal panorama politico, ma io vi dico: non ci sono riusciti in passato, non ci sono riusciti oggi e non ci riusciranno mai. Anche a costo di essere soli contro tutti, la Lega resterà la Lega». Frase quest’ultima che nelle idee del segretario vuol mettere la parola fine sulle polemiche legate alla “vannacizzazione” del Carroccio. Del resto, arrivando a Pontida tra le strette di mano dei presenti, era stato lo stesso Vannacci a chiarire la situazione: «Io non voglio fare il segretario della Lega. Io sono venuto qui a portare me stesso. Poi io “vannaccizzo”, Fontana “fontanizza” e Romeo “romeizza” e tutti insieme faremo grande la Lega. Le polemiche? Montate ad arte». Poi sale sul palco, i giovani cantano “Un generale c’è solo un generale”. E lui non si risparmia: «Noi dobbiamo fare quello che faceva Kirk: portare in giro le nostre idee. Non esistono idee giuste e idee sbagliate, ma soprattutto le idee che non ci piacciono si combattono con le argomentazioni, non con la violenza». Vannacci se la prende con «gli intellettuali di sinistra che hanno giustificato l’omicidio di Kirk quasi ci fosse un valore diverso della vita a seconda di chi muore...». Cita Odifreddi, Friedman e Saviano («che Sto arrivando! Solo frignare, ma lui ha la scorta, io l’ho rifiutata»). Urla che «la violenza non può essere mai giustificata, ma questa sinistra si schiera sempre coi violenti, coi No Tav, con i centri sociali che devastano il Corvetto». Spiega che è «inquietante che qualcuno abbia cercato di giustificare il fatto che l’assassino di Kirk avesse scritto sui proiettili “Bella Ciao”. Dicono che non era riferito alla canzone, ma a un videogioco. E questo è ancora più aberrante perché è come dire che se ti nascondi dietro le note di quella canzone tutto può essere giustificato: anche l’omicidio». Sul riarmo scherza: «Non vedo cosacchi a Pontida pronti a invaderci. Non serve e la Lega è l’unica a votare contro». Chiusura con un consiglio ai giovani: «Non abbiate paura delle vostre idee, ma studiate, approfondite, argomentate e dite a chi non è d’accordo quello che diceva Charlie Kirk: dimostratemi che io sbaglio». La Pontida dei giovani ha regalato anche qualche siparietto frizzante. Al loro ingresso in corteo sul pratone, i giovani hanno regolato qualche conto con Calenda e con i pari età di Forza Italia che lo hanno ospitato al loro congresso. Al Primo è stato riservato il coro “Calenda, Calenda vaff...”, ai secondi un monito: «Devono decidere se stare con noi o contro di noi», apostrofandoli come «quattro sfigati incamiciati in spiaggia che hanno applaudito Calenda» (mentre attaccava Salvini, ndr). I giovani veneti, invece, hanno sfilato cantando la canzone del Piave, quella del «Non passa lo straniero» e inneggiando alla «remigrazione» e alla «Europa cristiana, mai musulmana». Un succoso antipasto in attesa della Pontida tradizionale che inizierà questa mattina alle 10. Tra gli ospiti internazionali il francese Bardella, lo spagnolo Abascal e il brasiliano Flavio Bolsonaro. Parleranno anche i governatori. Ma l’attenzione, come sempre, sarà tutta su Matteo Salvini che traccerà i binari per le battaglie che la Lega affronterà da questo autunno in avanti. Il tema forte sarà quello della libertà di parola, nel ricordo di Charlie Kirk.
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