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"Tv, politica, Nadal e sesso Sono io la più “pazza delle tre sorelle Carlucci"
Oggi 09-11-25, 13:35
Gabriella Carlucci, bicchiere di vino anche per lei? «No grazie, sono astemia.Va bene una camomilla». Come aperitivo? «Per forza, sono super attiva e questo è l’unico modo per provare a staccare la spina, tranquillizzarmi e riuscire a riposare qualche ora di notte». Soffre di insonnia? «Mi addormento alle 2 e mi sveglio alle 6. Però mi basta, così ho più tempo per pensare». Di cosa si occupa ora? «Promuovo il cinema italiano all’estero e questa è la mia terza vita, dopo aver fatto tv nella prima e politica nella seconda. Ad un certo punto, nel 2013, mi sono detta: e adesso cosa voglio fare?». E si è buttata sul cinema.Perché? «Conoscevo bene il settore visto che me ne ero occupata già per la legge sul “Tax credit”, cioè la possibilità di reinvestire parte delle tasse nelle produzioni. Ho pensato: tutti i grandi maestri del cinema sono stati italiani e all’estero amano i nostri film, ma bisogna uscire dai confini e fare più promozione. Che poi è anche l’occasione per far conoscere l’Italia in generale, con le sue eccellenze tipo cibo, moda, turismo». Lei fa questo lavoro soprattutto in Spagna e in Serbia. Come mai? «Per Rafa e Nole». Intende Nadal e Djokovic? «Sì, sono innamorata del tennis. Nel 2005 mi hanno portato a vedere la finale degli Internazionali di Roma e ho visto giocare Nadal: è stata un’illuminazione e sono subito partita in pellegrinaggio, a Maiorca, per scoprire le sue origini». L’ha conosciuto? «Certo. Capita che ci vediamo e, quando sono in Spagna, mi alleno nel suo circolo». E Djokovic? «Ho incontrato anche lui, altro mostro della racchetta». Come sono di persona? «Rafa è una stella, Nole ha un aspetto rude, ma in realtà ha un grande cuore». Le proponessero di palleggiare con uno dei due, chi sceglierebbe? «Tirerei a sorte. Prima o poi lo farò, è un’esperienza che non mi voglio perdere». Lei gioca bene? «Da bambina avevo provato, ma mi ero subito stufata.Ho ripreso 15 anni fa e scendo in campo tre volte alla settimana per prendere lezione». Partite ne disputa? «Ovvio, sono molto competitiva: contro le donne della mia età vinco perché corro più di loro». In effetti è in gran forma.Quale è il segreto? «Lo stile di vita: sono vegetariana, non bevo e non fumo». Domanda scomoda: favorevole o contraria ai ritocchi estetici? «Favorevole, ma con moderazione». Lei ne ha fatti? «Assolutamente sì. L’aspetto è il proprio biglietto da visita ed è importante curarlo, soprattutto a una certa età». A proposito di età, torniamo alla piccola Gabriella. «Nasco ad Alghero il 28 febbraio 1959». Come mai in Sardegna? «Papà Luigi è un generale dell’Esercito e in quel periodo lavora lì, mamma Maria è con lui. Ad Alghero però ci resto pochi mesi, poi ci trasferiamo a Torino dove divento super tifosa della Juve: ancora oggi non mi perdo una partita. E dopo i tempi bui degli ultimi tempi, finalmente con Spalletti si vede una luce in fondo al tunnel». Parliamo delle sue sorelle. «Milly ha tre anni più di me, Anna cinque in meno». Vostri pregi e difetti da bambine? «Milly è perfetta e non ha pecche. Io sono generosa, ma bastian contrario. Anna è dolce, però molto rigida». Ma lei è già scatenata a quell’età? «Sono una peste bubbonica. Per uscire di casa senza permesso, un pomeriggio, mi calo dal terzo piano con le lenzuola. Poi mi diverto a lanciarmi a tutta velocità, con il triciclo, dalla discesa del garage buttandomi all’ultimo per scansare l’auto: una volta costringo Anna, che tratto come mia “schiava”, a imitarmi e sbatte la faccia. Però, in certe situazioni, sono anche molto timida». Tipo? «Nel pattinaggio a rotelle: in allenamento, da piccola, sono la più brava, ma in gara divento emotiva». Scuole? «Liceo classico prima a Udine, dove ci trasferiamo dopo Torino, e poi a Roma: sono una secchiona perché non voglio sfigurare nei confronti di Milly, che prende tutti 10». È per lo stesso motivo che prende anche due lauree? «Sì, in Lingue e letterature straniere e in Storia dell’arte.Più un Master in relazioni internazionali». Restiamo alla vostra gioventù: educazione severa? «Da caserma e le regole sono semplici: studiare e fare sport. Papà è duro, anche se dolce, e dobbiamo rientrare a casa massimo alle 20, altrimenti sono botte con la cinghia». Prime cotte? «Da ragazzina ho tanti ammiratori, anche se non mi vedo bella, e a 18 anni mi fidanzo». Quando, invece, va avivere da sola? «A 20 anni: i nostri genitori ci insegnano fin da subito il valore dell’indipendenza». Perché quello sguardo triste? «In quel periodo capita una tragedia». Le va di raccontarla? «Sono in vacanza in Messico, contro la volontà di tutti, insieme con John Michael, un fidanzatino conosciuto un anno prima a Los Angeles». Che succede? «Viaggiamo in auto e un camion, guidato da un ubriaco, ci viene addosso. Lo schianto è devastante: il nostro autista e John muoiono sul colpo, io mi ferisco gravemente. Solo dopo dieci giorni di ospedale riesco a mettermi in contatto con Milly e Anna e, poi, a raggiungerle a Los Angeles: sono sfigurata, un chirurgo maxillo facciale mi visita e mi spiega che ho il naso in mille pezzi, l’orbita rotta e il nervo tranciato». Situazione complicata. «Vengo operata lì e poi, per diversi anni, giro l’Europa tra visite e interventi per rimettere a posto il volto». Nel frattempo, però, inizia ad apparire nelle tv private romane. «Merito di Milly: è già nell’ambiente perché lavora con Renzo Arbore ne “L’altra domenica” e mi segnala. Poi vengo a sapere che Enzo Tortora sta cercando inviati per “Portobello”, così mi presento al provino in corso Sempione a Milano». Come va? «Bene, conosco le lingue e sono spigliata». Chissà quanti raccomandati... «A loro Enzo tende una trappola, facendogli credere che l’argomento da studiare è l’antico Egitto, mentre la prova, invece, consiste nel commentare a braccio un filmato sulla regina Elisabetta. Io parto a raffica finché Tortora mi ferma: “Basta, non cerchiamo altre persone. Va bene lei”». Come è Tortora? «Un maestro assoluto, che mi insegnai segreti della diretta, i tempi e i ritmi da tenere.Un gigante. È gentile, educato e colto: la sua casa ha pile di libri che vanno dal pavimento al soffitto e sono ordinati per argomento». Lei, per Portobello, gira il mondo da inviata speciale. «Vedo posti meravigliosi e faccio esperienze uniche. E a volte rischio grosso, come in Florida quando un coccodrillo quasi mi azzanna il polpaccio». A proposito di animali, una curiosità: il pappagallo “Portobello” come è? «Un chiacchierone, non sta mai zitto. Dice a tutti: “Sei bello” oppure “Non mi piaci”». Ma come? E tutta la fatica in diretta per farlo parlare? «È intelligente e l’hanno istruito appositamente per non pronunciare la parola “Portobello”». La trasmissione è un successo clamoroso e fa 18 milioni di telespettatori a puntata. Il 17 giugno 1983, però, Tortora viene arrestato per camorra. «Sono in vacanza alle Tremiti con Milly e resto sconvolta, mi sembra impossibile. Appena torno vado subito in carcere, ma non mi permettono di vederlo e poi, quando esce di prigione grazie all’impegno soprattutto di Pannella, lo incontro a casa sua: è un uomo distrutto, triste, mangiato vivo. Non è più lui». Incredibile caso di errore giudiziario. «Il più grande della storia italiana che gli ha causato il cancro, portandolo alla morte». Gabriella, torniamo alla sua carriera: dopo “Portobello” lei conduce due volte il Festival di Sanremo. La prima è l’edizione del 1988 con Bosè. «I big si sono trasferiti a Mediaset e Arbore, l’unico rimasto in Rai, rifiuta. Così contattano Miguel, che chiede di avere una co-conduttrice e mi sceglie perché, al provino, lo faccio ridere con una barzelletta in spagnolo». Poi come va? «Sia io che lui siamo terrorizzati e la sera d’esordio, prima di andare in onda, mi guardo allo specchio: ho il collo pieno di chiazze rosse per lo stress. Per fortuna il truccatore copre tutte le macchie con fondotinta e cipria». Un ricordo particolare di quel Festival? «La povera Mia Martini, perseguitata dalla diceria che porti sfiga: ci soffre molto ed è triste». In quegli anni lei, Milly e Anna siete famosissime.Tanto che il Trio Lopez-Marchesini-Solenghi, al Festival successivo, vi dedica un’indimenticabile parodia. «Divertente, ma da quel momento decidiamo di non andare più in tv insieme per non prestare il fianco». Nel 1990 presenta Sanremo con Johnny Dorelli. «È una conduzione al 50 per cento, ma l’inizio è pessimo. Al primo incontro con i cantanti mi indica: “Ecco a voi la mia valletta”. Mi arrabbio, chiamo l’avvocato e succede un macello. Poi, però, si fa perdonare». Come? «Con 100 rosse alte così». In questo secondo Festival, per lei, niente stress da emozione? «No, ma improvvisamente perdo la voce per un colpo d’aria. Panico. Per fortuna mi salva Toto Cutugno: “bevi questo”. Mi dà l’erisimo, un infuso magico che contiene erbe, ma secondo me pure cortisone perché dopo 10 minuti parlo benissimo». Nel frattempo, su Mediaset, lei è padrona di casa di “Buona domenica” con Gerry Scotti. E si specializza in imprese spericolate. «Sanno che pratico sport estremi, che in America ho frequentato una scuola di sopravvivenza per manager e che in Martinica, durante una vacanza, mi sono iscritta a un corso per trapezisti, così mi propongono di esibirmi in diretta “per dare una botta di adrenalina”. Mi alleno con un team di stuntman e poi vado in onda». Bungee jumping, decollo stile donna cannone, camminata sui tizzoni ardenti, tuffo dal quinto piano, toro meccanico: la volta più pericolosa? «Ci lanciamo in auto, a 180 all’ora, contro un’altra macchina messa in verticale e devo stare attenta a fare movimenti precisi per non farmi male: quelli di “Domenica In”, trasmissione concorrente, non credono che sia proprio io e, ipotizzando che mi faccia sostituire da un pilota vero, si riguardano il filmato mille volte al rallentatore». Meraviglioso. In queste imprese le va sempre bene? «Una volta, a un rodeo, un toro vero mi disarciona all’ultima prova e mi strappo i muscoli della gamba. Infortunio gravissimo. Mi rimetto in piedi grazie ai medici del Milan e a un loro laser speciale, ma sono costretta a smettere con le sfide fisiche». Ma non con le altre: nel 1994 si iscrive a Forza Italia... «Berlusconi è appena sceso in politica, mi chiama il Corriere della Sera per avere un parere e spiego che sono favorevole. Il giorno dopo, però, scopro che solo io, Mike Bongiorno e Raimondo Vianello ne abbiamo parlato bene, gli altri l’hanno bocciato». È in quel momento che si candida? «Silvio me lo chiede, ma rifiuto. “Se vuoi, però, ti assisto nella campagna elettorale”, gli dico. Poi fondo il Dipartimento Spettacoli e Cultura e nel 2001, quando mi viene riproposto di scendere in campo, accetto». E viene eletta in Puglia. Come è l’impatto con la Camera? «Disastroso. Sono di destra, porto i tacchi alti e tutti mi considerano la “cretina” di turno messa lì da Berlusconi». Il ricordo più fastidioso? «Incontro Ferdinando Adornato, presidente della commissione cultura: mi snobba e, mentre gli parlo, guarda altrove. Per fortuna, poi, capisce e diventa un mio sostenitore. E, con lui, tutti si convincono che faccio sul serio». Dopo tre legislature in Parlamento e l’esperienza, nel 2010, come sindaco di Margherita di Savoia, molla tutto nel 2013. «Troppi impegni tra politica, televisione con la trasmissione “Melaverde” e famiglia: non riesco a gestire tutto al meglio». A proposito di famiglia, parliamo della sua vita sentimentale. «Nel 1989, a teatro, conosco l’attore Gianfranco Jannuzzo. Ci innamoriamo e ci sposiamo a Vulcano, nella villa di Mike Bongiorno. Il matrimonio, però, finisce dopo due anni: io vorrei un figlio, lui no perché è sempre in tournée». Però si risposa nel 1995. «Con Marco Catelli, avvocato conosciuto a un torneo di tennis. Capisco che è quello giusto perché, rispetto ai precedenti fidanzati, non cerca di farmi allontanare dalla tv. A distanza di 30 anni stiamo ancora felicemente insieme e abbiamo un figlio: Matteo, che ha 28 anni e fa il produttore televisivo». Gabriella, flirt famosi ne ha mai avuti? «Le racconto un aneddoto: 1994, a “Buona Domenica” abbiamo ospiti i “Take That” che sono al culmine del successo. Dopo la trasmissione andiamo a cena e per tutta la serata Jason Orange mi fa una corte assurda». Sì, ma poi...? «Lui è incredibilmente affascinante, ma non succede niente perché sarebbe solo una storia da una sera e via, senza futuro. E non mi interessa». Gabriella, ultime domande veloci. 1) Rapporto con la religione? «Sono credente». 2) Paura della morte? «No, perché tanto non posso farci niente». 3) Il politico più incredibile? «Berlusconi, genio assoluto di un’intelligenza superiore.Nessuno come lui». 4) Giorgia Meloni le piace? «Tantissimo. È una combattente, ha grinta ed è molto preparata». 5) Rapporto con il sesso? «Il sesso mi piace molto, è l’unico vizio che ho». 6) Ha tatuaggi? «No, li detesto». 7) Come sono, oggi da adulte, le tre sorelle Carlucci? «Milly continua a essere perfetta in tutto, io sono genio e sregolatezza, Anna è metodica». 8) Parteciperebbe mai a “Ballando con le stelle”? «Non scherziamo. E nemmeno a qualsiasi altro reality». 9) Nella sua quarta vita sarà più facile rivederla in politica o in televisione? «In tv, ma solo per un programma sul lavoro». Ultimissima domanda: ha ancora un sogno? «Vedere realizzato mio figlio Matteo e collaborare con lui».
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