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Sechi: gli illusi dalla telenovela di Pompei
07-09-2024, 08:19
Le dimissioni di Gennaro Sangiuliano non sono state innescate da una “crisi politica”, da uno scontro tra i partiti, da una disastrosa gestione, ma da una vicenda personale dove il ministro della Cultura ha commesso un'ingenuità e innescato un cortocircuito, mischiando gli (illusori) affari di cuore con il suo ufficio di Stato. La soluzione del garbuglio era solo una, liberare l'istituzione - e se stesso - dalla sovrapposizione tra la politica e una liaison finita male. Sangiuliano è una persona onesta, deve potersi difendere al meglio e ritrovare il tempo e lo spazio per ripartire, ricostruire la propria vita come merita. La sinistra ha provato a cavalcare la soap opera trasformando la vispa Maria Rosaria Boccia nella delfina di Elly Schlein. Ieri gli anti-meloniani pregustavano l'intervista a In Onda della signora come una delizia, il gossip come armadi distruzione della politica. Dopo tanto parlare, resta una domanda semplice: «Signorina Boccia, se lei non è una spia, come mai registrava le conversazioni?». A sinistra preparavano la festa, ma mentre aspettavano con i petardi l'arrivo di Sangiuliano a Palazzo Chigi, Meloni spiazzava tutti, era già al Quirinale per la firma del decreto di nomina di Alessandro Giuli. Sarà lui a guidare il ministero che la sinistra considera proprietà privata, non a caso Sangiuliano era il bersaglio fisso dei gazzettieri progressisti. Nel palazzo del Collegio Romano c'è il bancomat della sinistra, a cominciare da quella capitolina, culturalmente coatta ma abituata al prelievo gratis. È la sinistra dei brutti film con incassi da cinema parrocchiale girati con i soldi del ministero, dei libri vincitori di premi letterari senza lettori, dei festival dove se la cantano e se la suonano. Non è un'élite, è una combriccola di scrocconi. È la sinistra che ha preso cittadinanza a Pompei e pensa di aver vinto un orsacchiotto al tiro a segno del letto e del potere. Una cialtronata social. L 'uscita di scena di Sangiuliano in realtà apre una fase nuova che arriva al giro di boa dei due annidi governo. È l'ingresso nell'era della normalità: al governo possono (e devono) cambiare i ministri, la squadra non è intoccabile, il Presidente del Consiglio non è lo scudo di errori che non hanno niente a che fare con la politica. Grandi lezioni: il governo ha guadagnato il nuovo ministro Giuli, ottimo successore di Sangiuliano; Maria Rosaria Boccia ha superato i centomila followers su Instagram; la sinistra resta all'opposizione con le mani sempre vuote per i prossimi tre anni. La telenovela di Pompei è finita.
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