Sechi: rossi di invidia per Giorgia ed Elon

Meloni alle Nazioni Unite, Giorgia premiata da Musk. La premier che scherza con il miliardario volante. Sorrisi, flash, carta patinata, aperture dei tg. Oddio la Cnn. Per non parlare di quei destri di Fox News – cielo! – pure la Bbc. Un ciclone, Giorgia Meloni in terra americana. Una cosa da Far West, con lui, il nemico pubblico, l'uomo che vuole abbattere la democrazia a colpi di social network, quello con la testa incorporata nei satelliti. Il travaso di bile della sinistra è un kamasutra politico. Per loro è una sorta di contrappasso dantesco assistere all'ingresso del fascismo nel capitalismo 2.0. Meloni nella Silicon Valley, statista digitale. Eppure nei titoli iperbolici di Repubblica sull'avvento della dittatura e il triangolo della morte Trump -Meloni -Musk c'è il rovescio, l'inconfessato, il desiderio represso. Dai, provate a immaginarli nell'intimità del bagno, quando si guardano allo specchio e pensano a lei, quella che con grazia definivano la pesciarola che dialoga con i potenti della Terra, premiata all'Atlantic Council, il think tank dove tutti i democratici vorrebbero andare e ritirare un pennacchio, una medaglietta della comunione, una bomboniera della cresima, la foto della prima elementare. E invece no, sono al chiodo, tutti a Roma a rosicare e a sperare di riprendersi Palazzo Chigi. Come l'assalto a Capitol Hill ovvero la presa della Bastiglia che per ora è solo la corsa alla pastiglia per il mal di testa. Immaginateli, dunque: Gentiloni che prenota lo sbarco su Marte con Elon, Elly Schlein che acquista in leasing una flotta di Tesla blu per il Pd, Romano Prodi che decolla da Cape Canaveral per fare la sua passeggiata spaziale in bicicletta sulla navicella di SpaceX. Odiano, fortissimamente odiano quello che desiderano. E che la sconfitta elettorale gli ha negato. Che dire? Una meraviglia.

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