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Senaldi: Ermini si incolla alla poltrona, crisi isterica nel Pd
31-07-2024, 08:40
«Spinelli ha dichiarato ai magistrati che lui pagava tutti, perfino la Bonino. Da adesso potrà dire che ora invece paga solo il Pd, e perciò ha diritto alla revoca dei domicilia ri». La battuta a Genova circola da un paio di giorni, da quando l'imprenditore ha insediato alla presidenza del consiglio d'amministrazione della sua holding, la Spininvest, David Ermini. L'avvocato fiorentino, due legislature in Parlamento con il Pd, non è una figura qualsiasi. Già responsabile giustizia per il partito ai tempi di Renzi, la sua nomina ha mandato nei matti il Pd ligure, e non solo per l'impopolarità del rottamatore dalle parti di Genova. Ermini approdò alla vicepresidenza del Consiglio Superiore della Magistratura grazie al suo auto-voto decisivo per il 13-11 finale su Alberto Benedetti e con l'appoggio fondamentale di Luca Palamara, l'ex capo delle toghe, poi radiato proprio quando il nuovo manager di Spinelli regnava sulle toghe. È una figura targata politicamente, e anche piuttosto discussa per come arrivò ai ruoli più alti della magistratura e per come poi non fece pulizia all'interno del Csm. Il suo incarico alla corte dell'imprenditore indagato per corruzione è vissuto con grande imbarazzo dal Pd, perché è un handicap nella prossima campagna elettorale regionale, tant'è che il centrodestra si è già buttato a pesce sulla vicenda. RELAZIONI PERICOLOSE «Uno di voi, Ermini uno di voi» intonavano, rivolti ai banchi della sinistra, i consiglieri regionali della maggioranza ieri durante la seduta. Strumentalizzazione sì, ma vagli a dare torto. Il neo-manager non è un ex della politica, siede ancora nella direzione nazionale del Pd. Andrea Orlando, già ministro della Giustizia dem e ora candidato in pectore del campo largo per la Liguria, ieri ha alzato il telefono e chiamato l'ex collega, spiegandogli che il suo arrivo a Genova mette in difficoltà il partito nel voto regionale e invitandolo caldamente a rinunciare all'incarico. Molto difficile che ciò avvenga. I dem hanno appiedato il renziano Ermini e la nomina Spininvest, società da una quarantina di milioni di fatturato l'anno e un patrimonio netto di altri cento, secondo i tariffari non può valere meno di 250mila euro l'anno. Per di più l'incarico è triennale. Tanti soldi, per un libero professionista che si deve un po' reinventare. Il comunicato rilasciato ieri dall'interessato conferma la sua volontà di non dare retta ai compagni di partito: «Ho accettato l'incarico perché mi è stato proposto di prestare la mia opera professionale per accompagnare un nuovo percorso in grado di garantire continuità al gruppo industriale a tutela della garanzia del posto di centinaia di lavoratori. Le vicende processuali e politiche non c'entrano. Le mie idee non mi hanno mai impedito, in tutti i ruoli ricoperti, di tenere un comportamento equilibrato e rispettoso delle istituzioni e del mio lavoro». Tradotto: non posso rinunciare, ci sono da salvare azienda e stipendi. Un po' le stesse cose che diceva Aldo Spinelli a Giovanni Toti quando gli chiedeva di interessarsi per la proroga della concessione del terminal Rinfuse, costata a entrambi i domiciliari. È difficile però che Ermini, malgrado l'eleganza del suo comunicato, la passi totalmente liscia. Elly Schlein è silente, ma pare che l'abbia già sollecitato ad autosospendersi dalla direzione del Pd, e già che c'è forse anche dal partito. Nel caso il neo presidente di Spininvest non lo facesse, la segretaria dem potrebbe agire di forza; soprattutto per evitare che Orlando si sfili dalla corsa. Il potenziale candidato infatti pretende di avere a sostenerlo un fronte compatto e secondo i suoi gusti questa storia di Ermini ha già fatto volare troppi stracci a sinistra. Ferruccio Sansa, l'ultimo candidato battuto da Toti e in cerca di nuovi spazi ha avviato una nuova crociata personale e anche Sinistra e Verdi hanno cominciato a sparare autonomamente, senza aspettare ordini di scuderia. Ma chi vince è colui che riuscirà a recuperare la foto di Orlando ed Ermini insieme in un dibattito al festival dell'Unità di Genova del 2014, anno in cui quest'ultimo era commissario straordinario del Pd, inviato da Renzi. Con i due pare ci fosse anche l'avvocato Alessandro Vaccaro, legale di Spinelli e ai tempi vicino di Ermini, avendo lo studio professionale in via Maragliano, a tre numeri civici di distanza dalla sede dem. IMBARAZZI A SINISTRA La nomina dell'ex onorevole dem a capo di una delle aziende leader del porto crea un'altra situazione piuttosto imbarazzante. Uno dei due commissari straordinari attuali dell'Autorità Portuale di Genova è proprio quel Benedetti che Ermini sconfisse nella cosa alla vicepresidenza del Csm . Abbiamo così approdati sui moli di Genova a seguito dell'inchiesta su Toti ben due ex consiglieri superiori della magistratura, uno del Pd, l'altro sostenuto da M5S. Sempre a riprova che l'indagine non è stata fatta con finalità politiche, per sostituire un sistema di potere ripristinando il precedente. Orlando e dem liguri si rendono conto che la situazione espone il fianco a parecchi attacchi del centrodestra in campagna elettorale, oltre che alle coltellate interne, che nel campo largo non mancano mai. Ma quello che forse sfugge alla magistratura è che avere come figura di garanzia un ex onorevole del Pd rende Spinelli e il sistema Toti difficilmente attaccabile dalla sinistra. Fino a ieri scior Aldo era un corruttore che brigava illecitamente con il loro nemico, oggi è un imprenditore che difende i posti di lavoro e sul quale il più importante esponente dem degli ultimi anni nel campo della giustizia ha steso la sua mano, garante e legalitaria.
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