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Senaldi: Nordio, "Più facile capire Hegel che l'ordinanza su Toti"
18-07-2024, 10:30
«Ho riletto di recente “La Fenomenologia dello Spirito” di Wilhelm Friedrich Hegel e l'ho capita. Poi ho letto con molta attenzione le motivazioni con cui il Tribunale del Riesame bocciava la richiesta di Giovanni Toti di revoca degli arresti domiciliari e non ci ho capito nulla». Con queste parole il Guardasigilli Carlo Nordio, quarant'anni passati nella magistratura, si è, a suo dire, «rifiutato» di commentare l'ordinanza delle toghe liguri. «Non posso e non devo esprimere giudizi» ha premesso il ministro della Giustizia, rispondendo in Parlamento a un'interrogazione degli onorevoli di Noi Moderati, la formazione del presidente ligure, sulle mosse dei giudici genovesi nella vicenda Toti, «ma sono convinto che nessuna inchiesta possa o debba condizionare la legittimità di una carica amministrativa determinata dalla volontà popolare». PAROLE COME PIETRE Le parole di Nordio sono pietre. Arrivano alla vigilia della manifestazione che vedrà riuniti, oggi a Genova, i leader dell'estrema sinistra italiana, da Elly Schlein a Giuseppe Conte, da Angelo Bonelli a Nicola Fratoianni, per chiedere le dimissioni di Toti, agli arresti domiciliari da due mesi benché neppure rinviato a giudizio. Una sfilata giustizialista e manettara, con tanto di viaggio in pullman pagato per raggiungere piazza Raffaele De Ferrari, sede della Regione, da ogni angolo della Liguria, con la quale l'opposizione vuole liquidare il centrodestra locale, con un verdetto che non aspetta neppure l'inizio del processo. Toti è agli arresti e perciò non può governare, quindi deve levarsi di torno perché sta paralizzando la Liguria, è la tesi di Schlein e compagni, che glissano sul fatto che a mettere i bastoni tra le ruote all'attività della giunta regionale sia invece il Tribunale. Il governatore è impossibilitato a esercitare la propria funzione, malgrado non ci siano i presupposti giuridici per tenerlo agli arresti, con la singolare scusa, scritta nell'ordinanza, che, siccome egli si professa innocente, deve restare fermo «perché incapace di distinguere tra ciò che è legale e ciò che non lo è» e quindi, se liberato, potrebbe darsi alla corruzione come se non ci fosse un domani, senza neppure rendersene conto. Tesi pirotecnica, in merito alla quale due membri laici del Consiglio Superiore della Magistratura hanno chiesto l'apertura di una pratica «per verificare se sussistano a carico dei giudici componenti del collegio profili di illecito disciplinare per abnormità e illogicità della motivazione». Ed è questo il cuore, l'oggetto dell'interrogazione di ieri a Nordio: sapere se il ministero sta valutando un'ispezione in quel di Genova. In questa chiave vanno lette le parole, volutamente caustiche ma formalmente anodine, del Guardasigilli, il quale spiega di aver acquisito gli atti del Tribunale di Genova, ma senza capirci nulla. Il che è un modo, neanche troppo velato, per far sapere che l'ispezione ci sarà, perché è impossibile che il governo rinunci a comprendere, a fare chiarezza su come si giocano le sorti di un presidente di Regione, specie alla luce del principio ribadito ieri alla Camera dal titolare del dicastero di via Arenula, secondo il quale «le inchieste non possono condizionare la legittimità di una carica politica». INCONTRI POLITICI Ma queste parole sono anche un modo, alquanto esplicito, per dire che la pretesa degli organizzatori della piazzata rossa di oggi che Toti si dimetta non ha alcuna legittimità né fondamento giuridico e costituzionale. E forse i primi a saperlo sono i magistrati di Genova, che continuano ad autorizzare il presidente ligure ad avere incontri politici. Ieri Toti ha ricevuto, in casa sua ad Ameglia, Giacomo Giampedrone, assessore ai Lavori Pubblici, alle Infrastrutture e alla Viabilità. Sono state quasi tre ore di lavoro durante le quali i due hanno preparato il vertice che il presidente avrà domani con Matteo Salvini, vicepremier e ministro proprio alle Infrastrutture. Quello delle opere pubbliche è il capitolo più caldo che dovrà affrontare la giunta della Liguria. La Regione, in intesa con il governo, deve mettere a terra entro il 2027 oltre undici miliardi di investimenti, tra Diga Foranea, bancamento del porto di Genova, Alta Velocità, tunnel sotterraneo. Attraverso Giampedrone Toti ha esortato la sua giunta a proseguire con le scelte e la linea politica stabilita. Di dimissioni, al momento, non se ne parla, anche se la sinistra dovesse scendere in piazza tutti i giorni. Domani inoltre dovrebbe essere il giorno in cui Stefano Savi, il difensore di Toti, presenterà ricorso in Cassazione per chiedere ancora una volta la libertà per il suo assistito. Una decisione che però non arriverà prima di fine settembre.
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