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"Si andrà in pensione più tardi": l'ultima balla della Cgil per terrorizzare chi lavora, ecco la verità
Ieri 09-01-25, 17:52
Dopo l'attacco scomposto del Pd con Arturo Scotto che ha accusato Giorgia Meloni di tagliare le pensioni del 2 per cento scambiando l'adeguamento die coefficienti di tarsformazione come una scelta dell'esecutivo, ecco che arriva una nuova balla sulle pensioni. E questa volta a metterla sul campo è la Cigl: "Esprimiamo profonda preoccupazione per la recente modifica unilaterale dei requisiti pensionistici operata dall'Inps sui propri applicativi, senza alcuna comunicazione ufficiale da parte dei Ministeri competenti e in totale assenza di trasparenza istituzionale", si legge in una nota della segretaria confederale della Cgil, Lara Ghiglione. Secondo quanto evidenzia il responsabile dell'Ufficio Politiche previdenziali della Cgil, Ezio Cigna: “Risulta infatti che l'Inps abbia aggiornato i criteri di calcolo delle pensioni, introducendo un aumento dei requisiti di accesso: dal 2027 per accedere alla pensione anticipata saranno necessari 43 anni e 1 mese di contributi; mentre dal 2029 il requisito aumenterà ulteriormente a 43 anni e 3 mesi”. “Anche per la pensione di vecchiaia - sottolinea Cigna - si registrano incrementi, con l'età minima che passerà a 67 anni e 3 mesi nel 2027 e a 67 anni e 5 mesi nel 2029”. Apriti cielo. Ecco, l'Inps e il governo ci faranno andare in pensione più tardi. Ma le cose stanno davvero così? No. E ve lo spieghiamo. Una cosa analoga è già accaduta qualche tempo fa quando il simulatore dell'Inps "Pensami" aveva cambiato i parametri per il pensionamento. In quel caso, come aveva sottolineato Itinerariprevidenziali.it, l'Istituto aveva "aggiornato gli adeguamenti agli incrementi alla speranza di vita dei requisiti pensionistici sulla base dello scenario demografico Istat mediano (base 2022) ripreso nella Nota di Aggiornamento al Rapporto n. 24 “Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario” elaborato dalla Ragioneria Generale dello Stato e pubblicato a dicembre 2023. L'ultimo scenario elaborato dalla RGS conferma il mancato adeguamento dell'età pensionabile anche nel biennio 2027-2028 a causa del progressivo rallentamento della speranza di vita registrato negli ultimi anni. Pertanto sino al 31 dicembre 2028 resterebbe confermata l'età di 67 anni per l'accesso alla pensione di vecchiaia (per salire a 67 anni e 1 mese nel biennio 2029-2030). In ogni caso, gli adeguamenti effettivamente applicati risulteranno quelli accertati dall'Istat a consuntivo". E ora? Cosa è successo? Nulla. Infatti è da ottobre che l'Istat ha comunicato le previsioni demografiche per il Paese per i prossimi anni. "Rispetto agli attuali 67 anni si passerebbe a 67 anni e tre mesi dal 2027. Poi a 67 anni e sei mesi nel 2029 e 67 anni e 9 mesi nel 2031. Per arrivare a 69 anni e nove mesi nel 2051", aveva fatto sapere l'istituto a ottobre 2024. Insomma una non novità. Si tratta di stime e al momento non c'è alcuna comunicazione ufficiale che modifica l'età pensionabile. Ergo come al solito tanto rumore per nulla. E magari anche un pizzico di propaganda firmata Cgil.
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