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"Sì, ha incontrato il fratello del boss". Clamoroso: chi inguaia Antonio Decaro
05-12-2024, 09:19
Antonio Decaro incontrò Massimo Parisi, fratello del boss Savinuccio e dipendente Amtab (la partecipata comunale dei trasporti). Lo ha confermato ieri in aula il collaboratore di giustizia Nicola De Santis. Incontro che Decaro ha sempre negato e su cui la procura di Bari ha indagato chiedendo l'archiviazione. De Santis è stato sentito ieri al processo nato dall'inchiesta Codice interno, che ha svelato presunti legami tra mafia, politica e imprenditoria cittadina con i 130 arresti e l'invio da parte del Viminale di una commissione d'accesso per verificare eventuali infiltrazioni mafiose nel Comune. E che nel frattempo ha deciso di commissariare proprio l'agenzia comunale dei trasporti. «Massimo Parisi è entrato all'Amtab per politica, prima del concorso era già dentro» ha confessato De Santis. «Le assunzioni nell'Amtab, la municipalizzata dei trasporti di Bari, avvenivano tramite un'agenzia interinale, dalla quale venivano chiamate sempre le stesse persone». Ma era solo un sistema per arginare i concorsi, dato che «era sempre la direzione della partecipata a dire all'agenzia chi mandare». Il racconto fatto ieri in aula da De Santis si riferisce ai primi anni Duemila: «Il direttore veniva pressato per assumere nell'azienda persone vicine ai clan. Quando si stilavano i turni ha detto il pentito- si faceva a rotazione, ma Massimo non ha mai fatto rotazione e non ha mai fatto alcune linee». Le dichiarazioni di De Santis sul presunto incontro tra Parisi e Decaro erano già finite nel provvedimento con cui il Tribunale di Bari, lo scorso 26 febbraio, ha disposto l'amministrazione giudiziaria per l'Amtab e il licenziamento dei dipendenti ritenuti vicini ai clan, tra cui Massimo Parisi. Decaro ieri ha negato l'incontro: «Ancora una volta vogliono intimidirmi con calunnie e diffamazioni. Sono costretto a ripetere che gli esponenti del clan Parisi li ho incontrati soltanto nelle aule di tribunale». Ma l'ex sindaco aveva pure negato l'incontro avuto insieme a Michele Emiliano con la sorella del boss Capriati. Mentre il governatore pm lo ha confermato più volte. Finito il mandato da sindaco, e da presidente Anci, ora Decaro è europarlamentare. Ma durerà poco, dato che Michele Emiliano lo ha già incoronato suo successore: «Siamo tutti in attesa che Antonio Decaro si decida a sostituirmi perché abbiamo preparato bene la successione». Nonostante i 5 Stelle siano contrari, ma poco potranno di fronte alla dinastia dei re di Puglia. «Noi abbiamo costruito la successione - ha detto Emilino- quindi sinceramente sarebbe bene dare seguito a quelli che sono i progetti. Antonio è quello che abbiamo tutti in testa però Antonio adesso è il presidente forse della più importante commissione del Parlamento europeo, quella per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, e mi rendo conto che sono scelte difficili. È colpa di tutti che l'abbiamo votato così abbondantemente, ci è scappata la mano». E infatti proprio in questo ruolo ieri Decaro ha rimediato una figuraccia: in una intervista ha detto «non esiste in Europa un'azienda che fabbrica acciaio col carbone. Sono rimaste pochissime attività del genere, una ce l'abbiamo nella nostra regione». In realtà il 60% delle acciaierie europee va a carbone, mentre in Italia una sola e rappresenta meno del 10% nazionale. In Cina il 91%. Ma a Bari vecchia queste cose non le sanno.
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