s

Tassare gli extraprofitti delle banche quotate farà perdere investitori
Oggi 17-09-25, 09:12
Per il secondo anno parte della politica governativa, ma anche dell’opposizione, è orientata all’operazione tassazione degli extra profitti delle banche. Varrebbe però la pena di definire, per le società quotate nei mercati finanziari regolamentati, cosa si intenda per extra -profitti, collegandoli però anche alle possibili extra -perdite, che ogni anno in ragione di molteplici fattori- endogeni ed esogeni ai soggetti in esame - si possono manifestare e di come se si pretende una tassazione superiore sugli extra -profitti la si debba anche riconoscere nel caso di perdite. Bene ricordare che il totale delle cedole che dovrebbero essere staccate nel 2026 relative all’esercizio in corso, sembra possa aggirarsi tra i 15 e i 16 miliardi e produrrebbe un introito di circa 4 miliardi di euro per l’Erario, essendo la trattenuta alla fonte per i percipienti del 26%, alla quale s’aggiungono i premi di produzione a favore dei dipendenti delle banche che dovrebbero apportare alle Casse dello Stato tra i 2 e i 3 miliardi di maggior introiti. Ossia il comparto bancario -assicurativo, che distribuisce di massima le maggiori cedole, è già largamente tassato direttamente, cosi come gli azionisti e indirettamente i dipendenti. A complicare le cose ci sarebbe per il secondo anno il tema di un ulteriore tassazione, seppur sotto forma d’anticipo sugli anni successivi, che innescherebbe complessi problemi all’intero nostro mercato finanziario regolamentato e potrebbe favorire una fuga degli investitori dai titoli a maggior capacità di distribuzione dividendi, verso altre forme di risparmio. Come i metalli preziosi e soprattutto verso l’immobiliare di alta valenza, collocato nei centri delle maggiori città italiane tra cui spiccano Milano e Roma e le regine del turismo sia culturale, che balneare -montano che, com’è prassi sfuggono regolarmente da tassazioni delle stessa portata di quelle dei titoli quotati. Un’ulteriore eccessiva domanda di immobili scatenerebbe un aumento di valore ad ampia diffusione, facendo lievitare i prezzi e una corsa dei costi locativi che già ora nelle città con le caratteristiche citate sono esagerati. L’interesse dei medio -piccoli investitori verso il mattone ha una doppia motivazione: la cedolare secca al 20%, che porta la tassazione ad essere la più bassa dopo i titoli di Stato e l’aumento costante dei valori, nel caso la domanda sia particolarmente elevata. Intaccare l’interesse degli investitori verso i titoli bancari e assicurativi, renderebbe la nostra Piazza Affari sempre più cenerentola in Europa. La capitalizzazione del listino milanese è inferiore a 1/4 di quella di Francoforte e di poco più di 1/3 di quella di Parigi che, a differenza della nostra, sono molto più equilibrate nel rapporto tra i titoli finanziari -assicurativi e gli altri comparti. Banche e assicurazioni da noi valgono per oltre il 60% di capitalizzazione, situazione che assoggetta a loro il destino del listino. Peraltro va pure detto che nelle altre tre maggiori borse Ue - quelle citate più quella inglese - è escluso l’extra- profitto, a conferma che nei mercati finanziari regolamentati possa esistere. In conclusione il rischio di fuga degli investitori verso le altre principali Borse e/o il mattone e i metalli preziosi è, ahimè, nelle cose.
CONTINUA A LEGGERE
2
0
0
Libero Quotidiano
11:13
Pisa, blitz pro-Palestina in un'aula dell'Università: interrotta lezione in Ateneo
Libero Quotidiano
11:10
Nepal, bandiere a mezz'asta per i 73 morti delle proteste Gen Z
Libero Quotidiano
11:01
Von der Leyen: Useremo fondi coesione per potenziare l'infrastruttura energetica
Libero Quotidiano
10:57
Il 4 ottobre torna Festa nazionale? Ecco cosa cambia sul calendario
Libero Quotidiano
10:56
Realpolitik, il nuovo programma di Tommaso Labate: "Farò una tv garbata"
Libero Quotidiano
10:50