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Torino, fa valutare il vecchio anello di nonna: vita stravolta
Oggi 21-09-25, 03:50
C'è chi eredita un gioiello pensando di avere solo un ricordo di famiglia e chi compra un quadro in un mercatino convinto di portarsi a casa una crosta senza valore. Poi arrivano gli esperti, e ciò che sembrava ordinario si trasforma in un bene di valore straordinario. Sono storie che si ripetono e che continuano ad attirare l'attenzione perché all'improvviso piccoli gesti quotidiani — indossare un anello, appendere un quadro, aprire una soffitta — cambiano prospettiva. Un oggetto può passare inosservato per decenni, essere trattato come semplice arredamento o monile, finché la competenza di un esperto o l'intuizione di un collezionista non ne rivelano il valore. E ogni volta si rinnova lo stesso stupore: la scoperta che il tesoro non era nascosto lontano, ma dentro la vita quotidiana. L'ultimo episodio arriva dall'Italia. Un'imprenditrice ha portato al dito per anni un “Trombino” Bulgari degli anni Settanta, credendo che la grande pietra rosa incastonata fosse un quarzo. Solo con la valutazione della casa d'aste Bolaffi – che lo metterà all'incanto a Torino il 7 ottobre in presenza e l'8 in modalità internet live – ha scoperto di avere ereditato un diamante da 3,18 carati di “Natural Fancy Intense Pink”, tra le più ambizioni al mondo. Il valore è stimato tra gli 800mila e il milione e 200mila euro, ma sono in molti a scommettere che sarà aggiudicato a molto di più. Ciò che lo rende un pezzo irripetibile è la sua unicità: esistono molti “Trombino” – celebre modello di Bulgari prodotto da oltre cinquant'anni – ma questo, in particolare, si distingue perché impreziosito da un raro diamante rosa di dimensioni eccezionali per questa tipologia di gemma. Un dettaglio che gli conferisce un valore inestimabile, consacrandolo come icona del collezionismo internazionale. Un gioiello passato di mano come semplice cimelio di famiglia e rivelatosi, invece, una rarità assoluta. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44052972]] Ma capita anche che una donna acquisti da un rigattiere, per 10 sterline, un anello e che dopo trent'anni proprio quell'anello diventi un patrimonio. È accaduto a Londra, in un car boot-sale, tipico mercato inglese dell'antiquariato e dell'usato: dal 2017 la signora ha indossato l'anello ogni giorno, convinta era bigiotteria, mentre in realtà la pietra incastonata era un diamante ottocentesco da 400mila sterline. Il taglio “a cuscino”, tipico del XIX secolo, lo rendeva meno brillante agli occhi inesperti di chi lo aveva buttato nel mucchio delle chincaglierie, ma sottoposto a Sotheby's, su consiglio di un gioielliere, è emersa la verità. Ma quando si parla di tesori ritrovati non si deve pensare solo ai gioielli. Nel 2021, a Ginevra, nello Stato di New York, David Whitcomb ha comprato una casa modesta e ha trovato nella soffitta chiusa da un contro soffitto oltre mille oggetti di antiquariato, tra cui ritratti originali del fotografo James Ellery Hale, fotografo attivo a cavallo tra Ottocento e Novecento noto per aver documentato con le immagini le gesta del movimento suffragista femminile. Il valore della collezione è stato stimato fino a 200mila dollari. Ancora più clamorosi i casi che riguardano l'arte. Al mercato francese di Le Mans, Paolo Guzzini ha acquistato nel 2010 un dipinto senza attribuzione precisa. La curiosità suscitata da un timbro sul retro ha condotto l'imprenditore a Montmartre, cuore pulsante dell'avanguardia parigina, e da lì a un percorso di verifiche che è culminato con la conferma dell'Archivio Modigliani arrivata a gennaio di quest'anno: il quadro è autentico e raffigurante Mario Cavalieri, amico del pittore. Non solo un colpo di fortuna per Guzzini, ma anche la soddisfazione di aver aggiunto un tassello importante nella biografia artistica di Modigliani. Sempre a Le Mans un altro quadro, pagato 50 euro da un turista, è stato indicato da alcuni esperti come possibile Van Gogh. Se l'attribuzione fosse confermata, il valore stimato supererebbe i 15 milioni. E infine Rembrandt. Nel 2023 un dipinto è stato venduto ad Amsterdam come opera di un allievo per 15mila euro. L'acquirente ha fatto esaminare l'opera con tecniche sofisticate: raggi X, infrarossi, analisi dei pigmenti. Dopo diciotto mesi gli studiosi hanno stabilito che “L'adorazione dei Re Magi” era autografo di Rembrandt, dipinto nel 1628 quando l'artista aveva 22 anni. Il valore attuale: 18 milioni di dollari. Il fascino di queste storie sta anche nell'imprevedibilità: un ricordo di famiglia o un acquisto casuale possono celare un tesoro. Ma c'è un altro dato che emerge. Sempre più spesso, dietro la fortuna di un proprietario ignaro, c'è l'occhio esperto di chi sa riconoscere un dettaglio, un timbro, un taglio fuori dal comune. L'errore di valutazione iniziale – di un mercante, di un perito, a volte di una grande casa d'aste – diventa l'occasione per riscrivere il destino di un oggetto e il suo posto nella storia. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43824085]]
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