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Toti, "il patteggiamento non è una ammissione di colpa"
14-09-2024, 08:10
«Sono passato da essere dipinto come Al Capone a uno che ha parcheggiato in divieto di sosta». Questa la sintesi giornalistica regalata da Giovanni Toti ai fedelissimi, convocati nello studio dell'avvocato Stefano Savi. A loro, ieri mattina, prima di decidere di rendere pubblica la notizia, ha comunicato di avere raggiunto un accordo con la Procura che lo ha spiato per quattro anni. «Amarezza per non poter perseguire fino in fondo le ragioni della mia innocenza e sollievo per vederne riconoscere comunque una buona parte»: questa invece la dichiarazione che l'ex governatore della Liguria ha rilasciato alla stampa. Toti chiude la sua vicenda giudiziaria con una vittoria ai punti. «I pm ci hanno fatto un'offerta quasi irrinunciabile» dichiara. Rinviato a giudizio per corruzione e finanziamento illecito, patteggia una condanna a 1.500 ore di lavori di pubblica utilità per corruzione impropria e la restituzione da parte del comitato elettorale dei soldi ricevuti da Aldo Spinelli ed Esselunga per sostenere la campagna, un totale di 81.500 euro. Considerati i tre mesi di arresti domiciliari e il benevolo conteggio del tempo ai servizi sociali, per cui bastano due ore per calcolare un giorno, tra due anni, quando con la pena finirà l'interdizione dai pubblici uffici e il reato sarà estinto, l'ex governatore recupererà piena agibilità politica. «Ho già dato, ma mai dire mai» commenta in merito a una sua ridiscesa in campo. DECISIONE SOLITARIA Non aveva detto nulla a nessuno, l'ex presidente. Lui e l'avvocato Savi ci stavano pensando da una decina di giorni ma l'accelerazione si è avuta solo in questa settimana, sul filo di lana, visto che lunedì prossimo il termine per chiedere il patteggiamento sarebbe scaduto. Starà al giudice per le indagini preliminari dare il via libera all'accordo, decisione scontata visto che nella vicenda la magistrata non si è mai scostata dalla linea dei pm. «Avremmo potuto fare il processo e farci dare ragione, perché a mio avviso non ci sono reati negli addebiti contestati a Toti. D'altronde, se la procura ha accettato, forse è anche perché non si sentiva forte nel suo impianto accusatorio» chiosa Savi. «Ma c'è anche un aspetto soggettivo da valutare» prosegue il legale. «L'ex governatore si sarebbe dovuto sottoporre a una lunga via crucis, con sovraesposizione mediatica e paralisi della sua attività pubblica». Poi ci sono le spese, ingenti, che un'avventura processuale del genere comporta e che nessuno ti restituisce neppure se ne esci immacolato. «Il patteggiamento non è un'ammissione di colpevolezza ma un accordo» spiega Toti, replicando all'argomento forte della sinistra in campagna elettorale, già partita con il ritornello del presidente condannato. Ed è forse proprio la prospettiva di arrivare a sentenza giusto pochi giorni prima del voto del 26 e 27 ottobre una delle ragioni per cui la Procura ha acconsentito all'intesa. LAVORO SALVO Ma sarebbe fuorviante concludere che, patteggiando, Toti abbia alla fine pensato soltanto a uscire dalla vicenda il meglio e il più in fretta possibile, abbandonando al loro destino il centrodestra e la corsa per la Regione del sindaco di Genova Marco Bucci. Nell'accordo infatti i pm hanno ammesso due cose fondamentali. La prima è che Toti non ha mai usato per fini personali le somme ricevute dal suo comitato elettorale tramite Spinelli e le ha impiegate solo per l'attività politica. La seconda è che tutti gli atti della sua amministrazione pubblica sono totalmente legittimi. Un riconoscimento che blinda l'attività della Regione e gli appalti concessi sotto la guida dell'ex governatore. IL NUOVO TOTI «Credo che ora sia evidente a tutti la reale proporzione tra i fatti avvenuti e la loro conclusione» commenta la versione «amara» di Toti, appellandosi alle forze politiche, le quali «hanno il dovere di fare chiarezza sulle norme ambigue dell'Italia, che regolano aspetti che dovrebbero essere appannaggio della sola sfera politica e non di quella giudiziaria». L'ex governatore riparte così dalla condanna per corruzione impropria, «legata ad atteggiamenti e non ad atti» specifica, «accusa difficile da provare per la sua evanescenza ma per le medesime ragioni difficile da smontare». Quanto alla versione «sollevata», l'imputato eccellente si è fatto i suoi calcoli. Dal processo sarebbe uscito, nella migliore delle ipotesi, tra quattro anni, con il conto alleggerito, un profluvio di intercettazioni su ogni aspetto della sua vita e, probabilmente, un giudizio d'appello da imbastire e finanziare. Nel frattempo, avrebbe vissuto in un limbo, sostenuto sì dalla politica, ma a debita distanza, assistendo alla dissoluzione del suo partito visto che, se Toti non c'è, non si può mantenere in piedi una lista Toti. L'ex governatore ha preferito tirare una riga e cercare un'altra ripartenza.
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