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"Troppa pioggia, stato d'emergenza a Bologna". L'ultimo naufragio Pd: "Una scelta solo estetica", tutta colpa del sindaco Lepore?
20-10-2024, 17:25
"Non ci si aspettava una così grande quantità di pioggia, non a Bologna. A Modena mi dicevano che se l'aspettavano lì tutta quest'acqua, e invece è arrivata qui. Si attendeva sulla collina e invece le precipitazioni si sono concentrate sulla cittè che è sta tutta impattata". Il sindaco Pd di Bologna Matteo Lepore, in conferenza stampa, commenta così l'ondata di maltempo che ancora una volta si sta abbattendo sull'Emilia Romagna, riaprendo le polemiche per una regione che non sembra più in grado di far fronte alle emergenze meteorologiche, ormai cicliche a partire dall'alluvione del maggio 2023. "Abbiamo avuto ingenti danni. Insieme alla Regione chiederemo lo stato di emergenza", ha annunciato sempre Lepore. "Bologna è la città maggiormente colpita", a differenza del passato. "Serve la massima unità istituzionale, è l'appello che voglio fare a tutte le forze politiche. Dobbiamo lavorare insieme e avere le risorse per mettere in sicurezza il territorio. Nella città sono state evacuate 500 persone, undici sono state ospitate in alberghi, altre hanno trovato ospitalità da parenti e amici. Il maggior numero degli sfollati si trova nella città metropolitana e il conteggio è salito a 2500", ha concluso Lepore ricordando che è stato messo a disposizione dei residenti un form sui social, wathsapp e Telegram per segnalare i danni subiti e accelerare le procedure per ottenere contributi e risarcimenti. Come detto, però, tornano i dubbi sulle politiche attuate (e soprattutto non attuate) dalle amministrazioni per prevenire le conseguenze peggiori in caso di maltempo. Nello specifico, fari puntati sul Comune di Bologna più che sulla Regione Emilia Romagna, che era già stata investita dalle critiche nelle settimane e nei mesi scorsi. A Bologna la zona più colpita è quella di via Riva Reno e via Lame, a due passi dal cantiere del tram. Per questo Confabitare "richiede con urgenza una revisione del progetto di scoperchiamento del Canale Reno, sottolineando l'importanza di coinvolgere le associazioni di proprietari immobiliari nelle decisioni: la riapertura del canale e i lavori del tram devono essere ripensati". Perché, si sostiene, "visti i danni provocati con la pioggia di ieri, sarebbe più saggio considerare di richiudere il Canale Reno. Non possiamo permetterci di essere sorpresi ogni sei mesi e giocare all'emergenza continua". Oggi i cittadini con badili e stivali sono alle prese con "situazioni drammatiche in strade che in passato non avevano mai subito simili eventi, con cantine e garage allagati e danni ingenti" e per Confabitare la 'colpa' sta proprio nella "apertura del canale" che "ha messo a rischio sicurezza e vivibilità della zona. Le precipitazioni, ormai frequenti e non più occasionali, richiedono che il sistema infrastrutturale si adegui a questa nuova realtà climatica, invece si sta lavorando nel senso opposto", secondo Alberto Zanni, presidente nazionale di Confabitare, ma "siamo ancora in tempo: chiudete il canale". E siccome "il maltempo non è più un'eccezione, e le piogge sono una realtà ricorrente con cui dobbiamo confrontarci, senza una progettazione ingegneristica adeguata, eventi come l'esondazione di sabato sono destinati a ripetersi". Si facciano quindi "infrastrutture idonee per gestire efficacemente le acque, garantendo vivibilità e sicurezza della comunità", ma il Canale Reno "non è un Naviglio". Per Fratelli d'Italia, è "del tutto evidente che vi siano chiare ed evidenti responsabilità politiche di questa amministrazione su quanto si è verificato questa notte". I consiglieri comunali FdI ricordano che "non più tardi di un mese fa l'amministrazione comunale si vantava dei puntuali interventi fatti dal maggio del 2023 per mettere in sicurezza, il territorio e in particolar modo il torrente Ravone, difendendo a spada tratta anche la scelta, puramente illogica e solo di natura estetica di scoperchiare il torrente nella zona di via Riva di Reno". Dito puntato anche su via Saffi: "Nulla è cambiato" dall'alluvione, "anzi è peggiorato", per cui è "chiaro" che il Comune non ha saputo "mettere a terra interventi che potessero davvero proteggere la città e i cittadini da eventi atmosferici" e ora, "per deresponsabilizzarsi", li definisce "straordinari nonostante parli un giorno sì e l'altro pure di cambiamento climatico: o ci crede davvero al cambiamento climatico e non fa nulla per ridurne gli effetti negativi".
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