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Ursula Von der Leyen difende il riarmo Ue e promette altri 150 miliardi
Oggi 10-03-25, 07:48
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha sconvolto le coordinate della geopolitica mondiale e dato una sveglia all'Europa, abituata a contare sull'appoggio americano in termini di sicurezza e difesa. «Sei mesi fa, la mia intenzione era quella di concentrarmi sulla prosperità e sulla competitività, ma non avevo idea di quanto il mondo sarebbe cambiato», ha dichiarato ieri la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella conferenza stampa per i primi cento giorni del suo secondo mandato. «La direzione di marcia è sempre stata chiara. Ciò che è cambiato in questi cento giorni è il nuovo senso di urgenza, perché qualcosa di fondamentale è cambiato. I nostri valori europei, la democrazia, la libertà, lo stato di diritto sono minacciati. Vediamo che la sovranità, ma anche gli impegni ferrei, sono messi in discussione. Tutto è diventato transazionale. Il ritmo del cambiamento è accelerato e l'azione necessaria deve essere audace e determinata», ha aggiunto Von der Leyen. Dinanzi al disimpegno in Europa che il presidente americano vorrebbe portare all'estremo e alla minaccia rappresentata dalla Russia di Vladimir Putin, le priorità, oggi, sono la sicurezza e la difesa. «Nonostante i tempi turbolenti, abbiamo iniziato a correre», ha detto l'ex ministra della Difesa tedesca, dicendosi soddisfatta per l'accordo sul piano ReArm Europe da 800 miliardi di euro raggiunto giovedì tra i Ventisette capi di Stato e di governo durante il Consiglio europeo straordinario. SVOLTA STORICA «Il nostro potenziale economico e innovativo è una risorsa perla nostra sicurezza. ReArm Europe darà impulso alla nostra difesa e al nostro mercato unico. Questo mese lanceremo un nuovo pacchetto di semplificazioni, anche per la nostra industria della difesa. E sveleremo l'Unione per il risparmio e gli investimenti», ha spiegato Von der Leyen. Gli Stati Uniti, ha poi specificato, «sono nostri alleati, anche se ci sono delle differenze fra di noi», ma «dobbiamo prenderci sulle spalle le nostre responsabilità sulla difesa». Rispondendo a una domanda sull'eventualità di introdurre sussidi invece di prestiti per il finanziamento del settore della difesa, Von der Leyen ha affermato che «nulla è escluso», precisando, tuttavia, che la prorità è l'attuazione del piano ReArm, «che già è abbastanza, poi possiamo esplorare le idee degli Stati membri». IL NOME Perché ReArm Europe? «Il nome descrive quello che sta avvenendo. Se si guarda alla storia dello sviluppo degli investimenti e delle spese per la difesa, penso che fossimo intorno al 4% alla fine della Guerra Fredda. Poi, giustamente, c'è stata una riduzione degli investimenti per la difesa. Era il momento della fine della storia di Fukuyama. Dopo la fine della Guerra Fredda la spesa è scesa, ci sono stati i dividendi della pace, ma poi si è andati ad un livello di investimenti insufficiente», ha dichiarato ieri Von der Leyen, annunciando uno strumento da 150 miliardi di euro in prestiti per sostenere la difesa che sarà denominato Safe (Security action for Europe). Sul fronte delle regole di bilancio, Von der Leyen ha chiarito che le spese per la difesa godranno di uno spazio fiscale nazionale «proporzionato e limitato nel tempo», con una clausola di esclusione dal patto di stabilità della durata di quattro anni. PROPOSTA TEDESCA La presidente della Commissione della Unione europea non ha fatto riferimento, invece, alla proposta tedesca di un'esclusione più lunga per questi investimenti, che richiederebbero un impegno pluriennale per essere efficaci. Nelle prossime settimane, inoltre, verrà convocato un Collegio di sicurezza, che includerà tutti i commissari europei. «Ciò garantirà che i membri del Collegio ricevano aggiornamenti regolari sugli sviluppi della sicurezza, che si tratti di sicurezza interna o esterna, ma anche di ricerca sulla difesa energetica» ha spiegato Von der Leyen, prima di aggiungere: «Pensate al cyber, al commercio, alle interferenze straniere. Solo se abbiamo una comprensione molto chiara e approfondita delle minacce, anche delle minacce che chiamiamo minacce ibride, possiamo contribuire efficacemente alla sicurezza collettiva».
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