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Salute
Vitamina D quando non assumerla
21-11-2025, 13:29
La vitamina D chiamata anche la “vitamina del sole”, riveste un ruolo fondamentale nella salute di ossa e per il sistema immunitario. Nonostante la sua importanza, una parte della popolazione italiana soffre di carenze, con implicazioni che vanno dalla fragilità ossea a un maggior rischio di infezioni. La vitamina D favorisce l’assorbimento del calcio, riduce il rischio di osteoporosi, sostiene la forza muscolare e contribuisce alla risposta immunitaria. Alcune ricerche la collegano anche al benessere dell’umore, soprattutto nei mesi più bui. Secondo uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità, circa il 40% degli adulti italiani presenta livelli insufficienti di vitamina D, con percentuali più elevate tra gli anziani e chi trascorre poche ore all’aria aperta. L’esposizione solare diretta è infatti la principale fonte di questa vitamina, ma clima, abitudini lavorative e uso di creme solari possono ridurre significativamente la sintesi cutanea. Sebbene l’esposizione al sole sia la fonte principale, alcuni cibi contengono quantità importanti di vitamina D come ad esempio il pesce grasso ovvero Salmone, sgombro, sardine, tonno, oppure le uova infatti il tuorlo contiene vitamina D, sebbene in quantità moderate. Parlando di integratori è fondamentale ricordare ciò che dicono gli esperti ovvero che vanno presi solo in caso di carenza confermata da analisi del sangue o in presenza di fattori di rischio: età avanzata, osteoporosi, scarsa esposizione al sole, gravidanza, obesità o malattie che riducono l’assorbimento intestinale. Per alcune persone fragili, il medico può consigliarne l’assunzione in inverno. Assumere infatti troppa vitamina D può essere pericoloso: essendo liposolubile, può accumularsi nell’organismo causando ipercalcemia, nausea, debolezza e, nei casi più gravi, danni ai reni. I rischi derivano quasi sempre da un uso improprio di integratori ad alto dosaggio. La vitamina D va di solito assunta con un pasto contenente grassi per migliorarne l’assorbimento. Resta comunque fondamentale l’esposizione al sole: 15–30 minuti al giorno in primavera-estate sono generalmente sufficienti per coprire il fabbisogno.
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