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Von der Leyen, attacco russo al Gps: cosa non torna
Oggi 04-09-25, 00:57
Un’ora a volteggiare sul cielo di Plovdiv, piloti costretti a rispolverare mappe cartacee, giornali che parlano di “sospetta interferenza russa” e il Cremlino che smentisce e far del sarcasmo: la storia del volo di Ursula von der Leyen, partito lunedì dalla Polonia e atterrato in Bulgaria con avvicinamento “cieco”, è roba da Guerra Fredda 2.0. La realtà, tuttavia, potrebbe essere molto meno thrilling.Il primo quotidiano a darne notizia è stato il Financial Times che, citando fonti vicine alla presidente della Commissione Ue, ha riportato la tesi della deliberata azione di disturbo russa subita dal suo Dassault Falcon 900LX.E in effetti in tempi di guerra hi-tech un sistema sviluppato mezzo secolo fa come quello Gps, tuttora cuore della navigazione moderna, è piuttosto vulnerabile a due modalità di attacco. La prima è il jamming, ossia la saturazione delle frequenze con rumore elettromagnetico che impedisce ai ricevitori di captare i segnali satellitari. La seconda è lo spoofing, la sostituzione di questi segnali con altri più potenti e falsificati, che inducono il sistema di bordo a calcolare posizioni errate. Questa ipotesi, nel caso in specifico, è esclusa, dal momento che il jet di von der Leyen a Plovdiv è arrivato agevolmente senza perdersi nei Carpazi. Piuttosto, il ricorso alle mappe cartacee da parte dei piloti e i blackout a terra denunciati da membri dello staff di Ursula renderebbero più verosimile l’operazione di jamming. Il portale FlightRadar24 però, che monitora in tempo reale le rotte aeree attraverso i transponder, ha prontamente fornito una parziale smentita: il Falcon che trasportava la presidente non avrebbe mai perso la qualità del segnale Gps. Il volo, della durata prevista di un’ora e 48 minuti, si è concluso in un’ora e 57: il ritardo di appena 9 minuti è compatibile con diverse procedure standard di attesa prima dell’atterraggio, compreso un semplice cambio di direzione del vento.Quindi, nessun blackout. Certo, l’Europa Orientale, specie nelle vicinanze del Mar Nero, è un’area in cui le interferenze ai sistemi Gnss (Global Navigation Satellite Systems, che includono Gps, la Galileo europea, la Glonass russa e la cinese BeiDou) sono frequenti in tempi di conflitto in Ucraina.Il sito GPSJam.org, attivo dal 2022 e usato anche dalle autorità aeronautiche, aggrega dati di navigazione di centinaia di aerei producendo mappe con le anomalie, e riporta le zone intorno a Plovdiv e Bucarest effettivamente tra le più esposte a disturbi nelle ore del piano di volo di von der Leyen. Non sempre, però, si tratta di azioni deliberate ma di esercitazioni o attacchi militari diretti altrove, malfunzionamenti tecnici o persino effetti collaterali di trasmettitori civili. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43939734]] Disturbare un’intera area, comunque, è relativamente semplice, e i russi nel settore del disturbo di radiofrequenze sono secondi al mondo solo a Israele. Avrebbero quindi tecnologie e impianti per farlo, oltreché la motivazione per “dimostrare” a Bruxelles di esserne in grado, «ma dovrebbero sparare nel mucchio e accecare i Gps in mille chilometri quadrati», hanno spiegato a Libero fonti aeronautiche. Già, perché mirare con precisione un singolo aereo è estremamente complesso per tutti. Servirebbe un aereo da guerra elettronica nei pressi di quello della presidente (che non c’era), o servirebbero piattaforme mobili dotate di jammer direzionali, costose e soprattutto difficili da occultare, poiché la potenza necessaria per saturare un segnale satellitare a centinaia di chilometri di distanza le renderebbe immediatamente rilevabili da satelliti spia o velivoli radar della Nato che stazionano proprio in quella zona ventiquattr’ore ore al giorno.Inoltre, in caso di disturbo o spoofing, il sistema di bordo segnala comunque l’anomalia, cosicché i centri radar di terra possano fornire istruzioni precise su posizione e rotta. L’ipotesi più probabile, quindi, è che il Falcon di von der Leyen sia rimasto vittima collaterale di guerra elettronica e che volume di disturbo dell’area in questione sia stato sottostimato. Poco male. Potrebbe comunque essere l’incipit per un buon romanzo distopico. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43951554]]
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