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Yara Gambirasio, arriva la serie su Netflix: ecco che cosa rivela su Bossetti
08-07-2024, 12:26
La realtà è spesso l'ingrediente migliore per trovare la ricetta vincente. Devono pensarla di sicuro così i maghi delle piattaforme, primi alleati dei geni della serialità, formati sui quali il true crime è un genere che non conosce crisi. Con questo spirito, al massimo un po' macabro ma in realtà aguzzo al punto giusto per capire cosa la gente davvero cerca, Netflix, giusto ieri, ha presentato l'ultima creatura. Si tratta di Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio, docuserie sviluppata e diretta da Gianluca Neri che sarà disponibile sulla piattaforma dal prossimo 16 luglio. La serie ripercorre in cinque episodi la tragica vicenda di Yara Gambirasio, la ragazzina scomparsa a soli 13 anni una sera del novembre 2010 a Brembate di Sopra (provincia di Bergamo) mentre percorreva i 700 metri che separano quella che era casa sua dalla palestra in cui la piccola praticava ginnastica ritmica. Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio, ricostruisce l'intera parabola investigativa sulla scomparsa della ragazza, culminata con l'arresto di Massimo Bossetti. Il lungo processo rivela la verità riguardo ad alcuni legami familiari della famiglia Bossetti, mettendo in luce dettagli intricati e spesso controversi sull'investigazione. INGREDIENTE CHIAVE Attraverso testimonianze, ricostruzioni, interviste esclusive (compresa quella allo stesso Bossetti e alla moglie), grazie anche a molti materiali inediti si esplorano gli eventi legati al caso, le accuse di depistaggio e i sospetti sugli stessi metodi investigativi che hanno animato un dibattito fitto e mai del tutto concluso nell'opinione pubblica. E proprio questo è l'ingrediente chiave che negli anni ha reso il genera true crime popolare al punto da essere considerato una sorta di assicurazione sul successo che cresce esponenzialmente se il giallo vede protagonisti volti noti o luoghi istituzioni come la chiesa o l'università. Sarà per questo che, nonostante parliamo di un fatto di cronaca rispetto al quale sono passati oltre 25 anni, ha destato scalpore, Marta- Il delitto della Sapienza, tuttora disponibile su RaiPlay, documentario con cui Simone Manetti ha fornito un racconto inedito, anche attraverso le registrazioni audio del diario intimo e segreto della studentessa uccisa nel cuore della città universitaria di Roma. Rimane in ambito universitario ma coinvolge addirittura tre nazioni il delitto di Perugia. Al centro c'è la vittima Meredith, studentessa inglese uccisa la notte di Ognissanti del 2007. Sky Crime ha dedicato una docuserie in tre puntate intitolata Chi ha ucciso Meredith Kercher?Ma ancor prima, nel 2016, Netflix aveva dedicato un documentario internazionale che fece scalpore dedicato al volto più enigmatico della vicenda quello della migliore amica della ragazza uccisa, l'americana Amanda, titolo del docu anche quello divenuto cult. TORBIDE VICENDE Più di recente hanno fatto e continuano a far parlare produzioni legate a casi che uniscono torbide vicende nelle quali si incrociano i destini di giovani donne e uomini di chiesa. È certamente il caso di Vatican Girl, produzione Netflix dello scorso anno che ricostruisce per filo e per segno, in perfetto stile thriller, la vicenda della scomparsa di Emanuela Orlandi. Mentre su Sky ha destato un rinnovato mix di emozione e indignazione Dove nessuno guarda - Il caso Elisa Claps prodotto per SkyTg24 da Pablo Trincia. Sempre per Sky è uscita lo scorso anno Sarah - La ragazza di Avetrana sulla scomparsa e l'assassinio dell'adolescente pugliese rapita e uccisa dalla cugina e dalla zia. Un caso che ha tenuto l'Italia col fiato sospeso per 47 giorni animando un successivo (e ancora irrisolto) dibattito tra innocentisti e colpevolisti, soprattutto rispetto alla particolare figura dello zio Michele. Ora la curiosità è tutta per Il Mostro, serie Netflix diretta dal regista Stefano Sollima incentrata sul giallo italiano per eccellenza quello del serial killer delle coppiette toscane, storia sepolta con la morte del principale indiziato, Pietro Pacciani.
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