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Zaccardi: in Toscana un dirigente ogni quattro medici
29-11-2024, 08:09
Lui, il governatore, si mostra soddisfatto. La manovra di bilancio appena varata dalla sua giunta, sostiene, rilancia gli investimenti. E il suo entusiasmo non viene scalfito nemmeno dal fatto che è stato costretto a rimangiarsi la promessa di riportare l'addizionale regionale Irpef ai livelli del 2023. «Senza i fondi del payback sarebbero messi in discussione gli obiettivi di investimento del nostro bilancio» ha spiegato ieri Eugenio Giani. Ecco dunque il motivo che impedisce al governatore della Toscana di ritoccare l'aliquota: i soldi che le aziende devono dare alla regione per coprire gli sforamenti della spesa sanitaria. Peccato che questo sia solo un pretesto. Perché sì, è vero come sostiene Giani che alle casse regionali mancano 400 milioni di euro del payback che le imprese private dovevano versare negli scorsi anni; ma è altrettanto vero che i conti della Toscana sono appesantiti da una spesa sanitaria che, denunciano le opposizioni in consiglio regionale, è ormai fuori controllo. Il buco che anno per anno, e con grande fatica, viene coperto con altre entrate è di circa 200 milioni di euro. Cifra che per l'anno in corso viene stimata in 130 milioni. E allora diventa chiaro che di margini per abbassare l'Irpef non ce ne sono. Ma proprio per questo l'anno scorso Giani aveva promesso di procedere a una drastica razionalizzazione della spesa sanitaria. Flatus vocis, si direbbe. Nessun taglio degli sprechi, nessuna spending review. E dire che la Regione ne avrebbe un disperato bisogno. Basti pensare che in Toscana c'è un primario ogni quattro medici (figura che si intastca un'indennità aggiuntiva tra i 20 e i 30mila euro) e che in alcune aziende sanitarie i dirigenti sono tantissimi. Un esempio su tutti. L'azienda universitaria ospedaliera senese (Aous) conta 88 unità operative, a capo delle quali c'è un primario. Ebbene: in 19 unità è presente un solo medico, in altre 9 solo due e in altre 12 appena tre. In pratica, sono primari di se stessi. Ancora: l'Azienda ospedaliera di Pisa (Aoup) ha 11 unità di chirurgia (che svolgono la stessa funzione) e 10 di anestesia e rianimazione; mentre in quella di Careggi, a Firenze, sono presenti 10 unità di medicina interna e 10 di anestesia. «Noi pensiamo che accorpando queste posizioni apicali si inizierebbe a contenere la spesa ma Giani e il Pd vogliono continuare a mantenere e moltiplicare questi centri di potere» attacca il consigliere regionale di Fdi, Diego Petrucci. Non sorprende dunque che per far fronte alle uscite ogni anno ci sia bisogno di soldi. Quest'anno la Regione ha dovuto mettere di tasca propria 332 milioni di euro per integrare gli 8 miliardi garantiti dal Fondo Sanitario nazionale: 240 milioni derivanti dall'Irpef e altri 92 milioni ripescati dalle pieghe del bilancio alla voce “risorse proprie”. «La verità» spiega il consigliere regionale Fdi e presidente della Commissione controllo Alessandro Capecchi «è che il bilancio sanitario della Regione Toscana è in deficit strutturale e la questione payback è solo una scusa. Giani, che è anche assessore al bilancio, dovrebbe sapere che il payback è un'entrata straordinaria e non ripetibile e che questo tipo di entrata non può servire, se non in modo episodico e casuale, a chiudere il bilancio che, invece, deve essere in pari con entrate e spese ordinarie». Senza risorse aggiuntive, prosegue Capecchi, la Regione non è infatti in grado di gestire gli 8 miliardi del Fondo Sanitario. Negli ultimi cinque anni, che coincidono con la presidenza Giani, la Toscana ha girato un miliardo di euro al Fondo. «Ciò significa che quel bilancio è fuori controllo indipendentemente dal problema dei rimborsi per il superamento dei tetti di spesa (ovvero il meccanismo del payback, ndr)» sottolinea sempre Capecchi. «In parole semplici» aggiunge, «vuol dire che un miliardo di euro che poteva essere destinato a molte opere strategiche è stato bruciato sull'altare del bilancio sanitario che non riescono a portare in pareggio: ogni anno ci sono in media 200 milioni di euro in più da mettere nella sanità». Secondo il consigliere di Fdi, inoltre, nonostante i ripetuti sforamenti di spesa, «il servizio sanitario non è migliorato, ma, anzi, è peggiorato». E oltre al danno, la beffa: i toscani, prosegue Capecchi, «hanno meno soldi in tasca perché la tassazione regionale è aumentata con la revisione delle aliquote Irpef utilizzata lo scorso anno per chiudere il bilancio 2024». Ma per Giani la colpa è dell'esecutivo Meloni che non gira alla Toscana i soldi per coprire i mancati versamenti delle aziende che lavorano per il sistema sanitario regionale: «L'anno scorso fummo costretti nell'arco di pochi giorni a rimediare l'assenza di 400 milioni di rimborsi del payback da parte del governo».
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