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Zaccardi: Sciopero totale dei mezzi, Salvini avverte Landini: "Sarà l'ultimo"
09-11-2024, 06:31
Mentre a Roma davanti al ministero delle Infrastrutture Maurizio Landini arringa la folla di lavoratori in sciopero, a Bologna Matteo Salvini attacca il segretario della Cgil. Perché invocare la «rivolta sociale» contro il governo, come ha ribadito anche ieri il leader maximo del sindacalismo italiano, non è certo una cosa da nulla. «Per me le parole vanno estremamente pesate. È pericoloso un signore che dice di rappresentare milioni di italiani che invita alla rivolta sociale, perché se domani a Bologna succede qualcosa chi paga i danni?» si chiede il ministro delle Infrastrutture, nel capoluogo emiliano per presentare i candidati della Lega alle elezioni regionali del 17-18 novembre. «Quelli che sta organizzando Landini non sono scioperi» prosegue il vicepremier, «lui l'ha detto e ribadito oggi (ieri per chi legge, ndr), invita alla rivolta sociale. Poi siamo noi quelli estremisti, sovranisti, fascisti». Del resto, ieri sono stati migliaia i lavoratori del trasporto pubblico che, su iniziativa di Cgil e Uil, hanno incrociato le braccia, bloccando tutte le principali città italiane. «Ribadisco che non sarò io a togliere il diritto di sciopero a nessuno, però c'è anche il diritto al lavoro, alla salute e alla mobilità di milioni di italiani» rimarca Salvini. Che aggiunge minaccioso: «Per quello che mi riguarda, quindi, sarà l'ultimo sciopero di questo genere». Anche perché, a giustificare l'insofferenza del leader della Lega, c'è pure il fatto che perla mobilitazione di ieri non erano previste fasce protette. «Fare scioperi selvaggi, senza garantire fasce di garanzia significa danneggiare il Paese» chiosa il vicepremier. «Quando un leader sindacale come il signor Landini invita la rivolta sociale» aggiunge «e si proclamano scioperi settoriali o generali ogni quarto d'ora per fermare il Paese, vuol dire che qualcuno fa politica, non fa sindacato. Anche perché fare uno sciopero generale contro l'aumento di stipendio per milioni di lavoratori e lavoratrici è qualcosa che succede solo in Italia». Salvini poi promette di trovare le risorse per «assumere più personale e pagarlo meglio». Anche il viceministro alle Infrastrutture, Edoardo Rixi, spiega che al dicastero sono al lavoro per reperire i fondi necessari al rinnovo del contratto collettivo del settore, scaduto l'anno scorso. Dopo l'incontro di ieri, martedì si apre il tavolo coi sindacati. Il tutto mentre a Roma, forse in estasi per il successo della mobilitazione (che ha toccato punte di adesione del 90%), Landini rilancia. «Continuo a pensare che di fronte a quello che sta succedendo serve una rivolta sociale» dice il segretario della Cgil rivolgendosi ai manifestanti convocati dai sindacati davanti alla sede del Ministero delle Infrastrutture. «È in discussione la libertà di esistere delle persone» dice con enfasi un po' troppo retorica «come fa uno a essere libero se è precario? Se non arriva alla fine del mese pur lavorando?». «La rivolta sociale» aggiunge, «è la condizione perché le persone si mettano inseme per cambiare questa condizione, tutti gli strumenti democratici devono essere utilizzati: lo sciopero, le manifestazioni, i referendum». Ma il leader non si fa scomporre dalle polemiche per la frase pronunciata mercoledì: «Non ho nulla da rettificare, anzi ho da rilanciare con forza». «Siccome rappresento la maggioranza di quelli che le tasse le pagano» rivendica Landini «aggiungo che non solo c'è bisogno di una rivolta sociale ma ci siamo rotti anche le scatole, non è più accettabile che quelli che tengono in piedi questo Paese non vengono ascoltati». Il segretario della Cgil risponde poi al ministro delle Infrastrutture. «A Salvini non è piaciuto lo sciopero? Lo sapeva da un mese, se voleva evitare lo sciopero, che vuol dire mettere dei soldi per rinnovare il contratto, lo poteva fare ma non hanno ancora messo un euro» ha rintuzzato le parole del vicepermier il segretario Cgil ospite a Un giorno da pecora su Radio 1. Sulla stessa linea il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, anche lui in piazza ieri. «Siamo qui per chiedere il rinnovo del contratto» dice dal palco. «Lavoratori e lavoratrici» aggiunge, «chiedono di combattere la perdita di potere d'acquisto tramite il rinnovo del contratto. Vogliamo più investimenti nel Tpl, per dare la possibilità ai cittadini di camminare con i mezzi pubblici». Ma il leader della Cgil interviene pure sulla battuta fatta da Meloni - che qualche giorno fa aveva detto di dover lavorare nonostante l'influenza perché priva di tutele sindacali definendo «bullismo» l'atteggiamento della premier. «Non si può» dice il segretario a fianco dei lavoratori del trasporto pubblico locale che hanno bloccato Roma «dare uno schiaffo alle persone che tante volte non hanno neanche i soldi per potersi curare, grazie ai tagli fatti sulla sanità». «Anzi» aggiunge, «dichiarazioni di questa natura aumentano la necessità di ribellarsi e quindi non solo penso che sia necessaria una rivolta sociale, ma che è il momento di scendere in campo, muoversi, reagire, di non stare a guardare. Atti di bullismo di questa natura fanno male innanzitutto a chi li fa».
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