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Estero
A Lourdes il vescovo copre mosaici dell'ex gesuita Rupnik
31-03-2025, 18:52
AGI - Alla vigilia dell'apertura dell'Assemblea plenaria della Conferenza episcopale francese (1-4 aprile) presso il Santuario mariano di Lourdes, monsignor Jean-Marc Micas, vescovo di Tarbes e di Lourdes ha annunciato che da oggi le porte d'ingresso della Basilica di Nostra Signora del Rosario con i mosaici dell'ex gesuita sloveno Marko Rupnik, accusato di abusi psicologici e sessuali da alcune religiose, saranno coperte da pannelli in alluminio. Un passo simbolico per le vittime È "un nuovo passo simbolico", ha commentato il vescovo, che doveva essere compiuto per "facilitare l'ingresso nella basilica a tutte le persone che oggi non possono varcarne la soglia". Le opere di Marko Rupnik sono conosciute in tutto il mondo (sono presenti anche in Vaticano) e dopo lo scandalo degli abusi, ci si è interrogati se continuare o meno a esporle. Il motivo della copertura ovviamente non riguarda le opere ma le vittime. Il contesto ecclesiale e l'appello di O'Malley Il presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei Minori, il cardinale Sean O'Malley, si era rivolto ai dicasteri della Curia Romana invitandoli a evitare di esporre o usare le opere d'arte di Rupnik in un modo che possa far presumere un atteggiamento "di assoluzione o sottile difesa" o che possa indicare "indifferenza al dolore e alla sofferenza" delle vittime. Le decisioni del vescovo Micas e il percorso futuro Ora il vescovo di Tarbes e di Lourdes, dopo aver deciso dal 2 luglio scorso di non illuminarli più di notte, durante le processioni, ha firmato un decreto "per dichiarare che il Santuario di Lourdes è uno dei due luoghi della diocesi (insieme alla cattedrale di Tarbes) per vivere l'anno giubilare e ricevere l'indulgenza plenaria". E "il passaggio attraverso le porte d'ingresso della Basilica - ha sottolineato - doveva essere all'altezza simbolica del momento". Monsignor Micas ha sempre sostenuto le vittime dell'ex gesuita ritenendo la rimozione dei mosaici, un atto dovuto. "Il mio ruolo - scrisse il 2 luglio scorso nell'annunciare la non illuminazione delle opere durante i pellegrinaggi - è garantire che il Santuario accolga tutti, soprattutto coloro che soffrono; tra di loro ci sono persone vittime di abusi sessuali, sia bambini, sia adulti. A Lourdes, le persone provate e ferite che cercano consolazione e riparazione devono venire al primo posto". Monsignor Micas ha anche costituito un gruppo di lavoro che "porta avanti - ha precisato - la riflessione e mi accompagna nelle decisioni. Preferiamo procedere con calma piuttosto che sotto il fuoco delle diverse pressioni. Lavoriamo per il lungo termine, per le vittime, per la Chiesa, per Lourdes e il suo messaggio per tutti".
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