s

Estero
Al via la Conferenza di Monaco. In ballo c'è il destino dell'Ucraina
14-02-2025, 10:24
AGI - In una Monaco ferita da un attentato destinato a surriscaldare una campagna elettorale già tesissima, si apre oggi la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, un appuntamento tradizionale che quest'anno coincide con un'improvvisa accelerazione dei colloqui che decideranno il futuro dell'Ucraina. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a due giorni dalla telefonata con l'omologo russo, Vladimir Putin, continua a mostrarsi ottimista e ha annunciato un incontro a tre con Mosca e Kiev che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha però smentito. L'annuncio sembra avere lo scopo di rassicurare Zelensky che, non informato preventivamente del colloquio tra Trump e Putin, teme di continuare a essere messo di fronte al fatto compiuto in un negoziato il cui avvio "immediato" è sembrato una partita a due. A rispondere a queste preoccupazioni dovrà essere, nelle prossime ore, il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, che dovrebbe incontrare Zelensky a Monaco nel pomeriggio. È dovuto invece tornare negli Usa il segretario di Stato, Marco Rubio, il cui aereo ha avuto problemi tecnici. L'Europa, da parte sua, teme di essere relegata a un ruolo secondario nella trattativa ma di dover nonostante ciò schierare le truppe che dovranno garantire la sicurezza dell'Ucraina (il capo del Pentagono, Pete Hegseth, è stato molto chiaro: gli Usa non hanno la minima intenzione di inviare forze di pace). Certo, l'inviato incaricato da Trump del dossier, Keith Kellogg, dovrebbe interloquire nei prossimi giorni con tutti gli alleati Nato per raccogliere i loro punti di vista. Ma l'anziano generale è ormai relegato a un ruolo di secondo piano, tanto da non essere nemmeno citato da Trump nel messaggio su Truth Social nel quale ha menzionato i funzionari che si occuperanno di condurre un negoziato che, in accordo con il Cremlino, è stato avviato "immediatamente". L'uomo di Washington su questo fronte è ormai l'inviato per il Medio Oriente, Steve Witkoff, che, il giorno prima della fatidica telefonata tra i due presidenti, era volato a Mosca, aveva parlato per ore con il capo del Cremlino ed era tornato con Marc Fogel, l'insegnante statunitense che stava scontando in Russia una lunga pena detentiva per possesso di stupefacenti (in realtà cannabis terapeutica). Dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al segretario generale della Nato, Mark Rutte, (che sembra svolgere sempre più un ruolo da "pompiere" nel confronto tra Casa Bianca e Bruxelles), saranno oltre sessanta i leader e capi di Stato e di governo che presenzieranno alla sessantunesima edizione della conferenza, che si terrà come di consueto all'Hotel Bayerischer Hof. Poco prima della telefonata tra Trump e Putin, il governo tedesco aveva asserito di non aspettarsi svolte significative sull'Ucraina. Nell'arco di appena un giorno la situazione si è però evoluta in modo rapidissimo ed è possibile che oggi Vance e Zelensky firmino la bozza di accordo economico presentata due giorni fa a Kiev dal segretario al Tesoro, Scott Bessent. Washington punta all'accesso alle terre rare ucraine e Kiev dovrà saper sfruttare questa pretesa, dal momento che molti giacimenti si trovano in zone al momento occupate dai russi. Quanto agli europei, dovranno fare i conti con le pressioni Usa, ribadite ieri da Hegseth, perché aumentino la spesa per la difesa dal 2% al 5% del Pil. In assenza di uno sforzo in questo senso, e con la minaccia dei dazi Usa che incombe, per il vecchio continente sarà molto più difficile avere voce in capitolo in una trattativa che Trump intende chiudere il prima possibile. La delegazione Ue sarà foltissima. Oltre a Von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ci saranno i commissari Teresa Ribera, Henna Virkunen, Kaja Kallas, Maros Sefcovic, Dubravka Suica, Wopke Hoekstra, Andrius Kubilius, Hadja Lahbib ed Ekaterina Zaharieva. Tutti chiamati a interrogarsi su come l'Europa dovrà cambiare approccio in un mondo dove le regole del gioco stanno cambiando.
CONTINUA A LEGGERE
3
0
0