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Cultura e Spettacolo
Anime e manga contro l’intelligenza artificiale: OpenAI accusata di usare opere giapponesi...
Oggi 06-11-25, 12:34
AGI - Il mondo dell’animazione e del fumetto giapponese alza la voce contro l’intelligenza artificiale. L’Associazione per la Distribuzione di Contenuti all’Estero (CODA), che riunisce nomi del calibro di Studio Ghibli, Square Enix, Toei, Bandai Namco Filmworks, Toho e Fuji Television, ha inviato una lettera pubblica a OpenAI chiedendo di cessare immediatamente l’utilizzo di opere protette da copyright per l’addestramento della sua piattaforma di generazione video, Sora 2. Secondo quanto riportato da Variety, CODA sostiene che molti dei contenuti generati da Sora 2 presentano somiglianze evidenti con stili e immagini riconducibili all’animazione giapponese. Inoltre, pensano che queste similitudini non siano casuali, ma il risultato diretto dell’impiego di materiale protetto da copyright come base per l’apprendimento automatico del sistema. “Nei casi in cui vengono riprodotte opere protette da copyright o generati output simili - si legge nel comunicato - CODA ritiene che l’atto di replica durante il processo di apprendimento possa costituire una violazione della legge sul diritto d’autore”. Ma la contestazione non si ferma qui. Il dito viene puntato anche contro il sistema di opt-out adottato da OpenAI, che richiede ai detentori dei diritti di notificare attivamente la propria volontà di escludere le opere dai dataset di addestramento. Secondo l’associazione, questo approccio sarebbe contrario alle leggi giapponesi, che tutelano automaticamente le opere senza bisogno di una dichiarazione preventiva. In altre parole, se un autore o uno studio non comunica a OpenAI di non voler essere incluso, l’azienda statunitense presume di poter utilizzare le opere liberamente. Un modello di gestione dei diritti che ha destato perplessità anche tra i giganti dell’intrattenimento americano. Fondata nel 2002, CODA nasce con l’obiettivo di promuovere e proteggere i contenuti culturali giapponesi nel mondo, in particolare contro la pirateria digitale. La sua posizione oggi mette in luce una crescente tensione tra l’industria creativa e le aziende che sviluppano intelligenze artificiali generative, le quali fanno sempre più affidamento su grandi quantità di dati, spesso di origine artistica, per migliorare i propri algoritmi. L’episodio segna un nuovo capitolo nel dibattito internazionale sul rapporto tra creatività umana e intelligenza artificiale. Se da un lato l’IA apre orizzonti inediti per la produzione audiovisiva, dall’altro solleva domande urgenti su chi possieda davvero le immagini e le idee che la alimentano. E in Giappone, patria di un’arte che ha conquistato il mondo, la battaglia è appena cominciata.
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