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Cronaca
C'è un secondo fermato per la strage di Monreale, un 18enne
Oggi 04-05-25, 14:30
AGI - Secondo fermo per la strage di Monreale (Palermo) che nella notte di sabato 26 aprile era costata la vita a tre giovani e il ferimento di altri due: un diciottenne dello Zen è finito al carcere di Pagliarelli con l'accusa di avere guidato una delle moto da cui sono partiti i colpi sparati ad alzo zero e ad altezza d'uomo tra la folla di giovani assiepati per una normale serata di movida in via Benedetto D'Acquisto. Indagini e arresti I carabinieri hanno individuato la moto utilizzata dal gruppo di persone - tra cui ci sarebbe stato Salvatore Calvaruso, 19 anni, il primo dei fermati - che hanno scatenato la notte di follia, uccidendo i venticinquenni Massimo Pirozzo e Andrea Miceli e il cugino di quest'ultimo, Salvatore Turdo, di 23 anni. Prima che i militari, giunti in forze allo Zen, andassero ad arrestarlo, il sospettato si è consegnato, presentandosi in caserma assieme al legale di fiducia. Accuse e prove Secondo i pm che hanno disposto il fermo del diciottenne Samuel Acquisto, con l'accusa di concorso in strage, gli indizi raccolti consentono di affermare "con certezza" che Acquisto sia uno dei soggetti del gruppo palermitano che a seguito della lite scoppiata la notte del 26 aprile culminata in una sparatoria in seguito alla quale sono morte 3 giovani di Monreale. Tra gli elementi raccolti dagli investigatori dei carabinieri - oltre l'esame dei tabulati telefonici che piazzano la sua utenza nella zona della strage - ci sono i filmati degli impianti di videosorveglianza che immortalano l'indagato alla guida della Bmw gs durante tutte le fasi della lite, della sparatoria e della fuga; le dichiarazioni spontanee del primo indagato, Salvatore Calvaruso e di 8 persone informate dei fatti che hanno riconosciuto Acquisto come uno di quelli che avrebbe aperto il fuoco quella notte. Dichiarazioni e pericolo di fuga Per i pm Luisa Vittoria Campanile e Felice De Benedittis le dichiarazioni di Acquisto appaiono "illogiche". Dopo essersi presentato in caserma accompagnato dal proprio legale, infatti il giovane si sarebbe sottoposto all'interrogatorio durante il quale ha prima confermato la sua presenza ma poi tentava "maldestramente di negare il proprio coinvolgimento nell'azione criminosa" anche non rispondendo alle domande. Infine, c'è - alla base del fermo - oltre al pericolo di fuga anche il fatto che Acquisto non ha fornito alcuna informazione in ordine al luogo in cui sono state occultate le armi utilizzate dal gruppo, con conseguente accentuarsi del pericolo di fuga ove le stesse nelle more venissero ritrovate.
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