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Cronaca
Che cosa c'entra il giuramento della Guardia Svizzera con il sacco di Roma
Oggi 27-04-25, 08:18
AGI - La notizia è circolata poche ore dopo la morte di Papa Francesco. Questa: "La cerimonia del giuramento della Guardia Svizzera Pontificia, inizialmente prevista per il 6 maggio, è rinviata a data da destinarsi. La nuova data sarà comunicata in seguito". E poi la precisazione: "In questi giorni di dolore e raccoglimento, a seguito della scomparsa del nostro amato Santo Padre, la Guardia Svizzera Pontificia è pienamente concentrata sulla propria missione e si unisce in preghiera per il suo eterno riposo. Ringraziamo tutte le persone coinvolte per la comprensione e il rispetto in questo momento solenne". La cerimonia nel Cortile di San Damaso si dovrebbe tenere in autunno. Storia delle Guardie Svizzere Istituito il 22 gennaio 1506, quello delle Guardie Svizzere è un corpo armato posto a protezione del Pontefice e della sua residenza, è di stanza presso la Città del Vaticano ma è presente anche nei viaggi apostolici. Essendo operativo da oltre cinque secoli, è la più antica forza in servizio permanente effettivo al mondo. Attualmente conta 135 unità. Ne fa parte solo chi ha la cittadinanza svizzera, la fede cattolica, il sesso maschile, l'età compresa tra i 19 e i 30 anni, l'altezza di almeno 1,74 m, è celibe e ha svolto il servizio militare con attestato di buona condotta presso l'esercito elvetico. Origini del legame con il Vaticano E proprio il 22 gennaio 1506 un gruppo di mercenari entrò nello Stato Pontificio per mettersi a disposizione di Papa Giulio II. Lo zio del Pontefice, Papa Sisto IV, aveva stretto un accordo anni prima con la Confederazione Elvetica che prevedeva la possibilità di reclutare mercenari elvetici durante il suo pontificato a partire dal 1479. I Papi successivi, Innocenzo VIII (1484-1492) e Alessandro VI (1492-1503), rinnovarono questa sorta di patto, che divenne definitivo appunto con Giulio II. Il 6 maggio e il sacco di Roma E che cosa c'entra il 6 maggio con la data del giuramento? Il 6 maggio del 1527 le milizie lanzichenecche di Carlo V d'Asburgo, Sacro Romano Imperatore Germanico, furono protagoniste del sacco (il nono e ultimo in ordine di tempo) di Roma, che fu messa a ferro e fuoco: il bilancio fu tragico, perché morirono almeno 20mila cittadini e altrettanti persero la vita nei mesi a seguire per l'epidemia di peste portata dagli stessi mercenari. Essendo soprattutto di fede protestante e nutrendo odio per la Chiesa cattolica, i lanzichenecchi si accanirono sugli edifici di culto, rubando tesori e oggetti sacri, distrussero le residenze dei religiosi, violentarono suore, sequestrarono le donne e sottoposero la popolazione a ogni tipo di angheria. Papa Clemente VII riuscì a salvarsi perchè lasciò di corsa il Palazzo del Vaticano per raggiungere l'inespugnabile Castel Sant'Angelo attraverso il Passetto di Borgo. Il sacrificio delle Guardie Svizzere Ad agevolare la sua fuga furono proprio le Guardie Svizzere che pagarono col sangue la protezione al Papa: dei 189 soldati in servizio, si salvarono soltanto in 42. La storia racconta che il 5 giugno di quell'anno Clemente VII fu costretto ad arrendersi, abbandonando diverse fortezze pontificie e accettando che la guarnigione papale fosse sostituita da mercenari spagnoli e lanzichenecchi. Clemente VII ottenne però che gli svizzeri sopravvissuti al massacro fossero integrati nella nuova Guardia, ma appena 12 di essi accettarono. Soltanto nel 1548 la nuova milizia di soli soldati elvetici tornò ad essere pienamente effettiva come era una volta.
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