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Estero
Chi è Rodrigo Paz, il nuovo presidente della Bolivia
Oggi 20-10-25, 07:37
AGI - Cinquantotto anni e due presidenti nell'albero genealogico. Il senatore Rodrigo Paz è diventato il terzo membro della sua famiglia allargata ad essere eletto presidente della Bolivia, un ruolo che ha promesso di utilizzare per il bene di tutti. Durante la campagna elettorale, il candidato del Partito Democratico Cristiano ha lavorato duramente per presentarsi come un uomo moderato, capace di creare consenso. Attento a evitare etichette ideologiche, aveva slogan per tutti: da 'Dio, patria e famiglia' per i suoi sostenitori più conservatori a 'Fino alla vittoria, sempre', uno slogan associato al rivoluzionario Che Guevara. Paz, ben rasato, con folti capelli pettinati all'indietro e una predilezione per le camicie con il colletto, ad agosto, è riuscito a ottenere il maggior numero di consensi al primo turno delle presidenziali. E, nel ballottaggio di domenica, ha ottenuto circa il 55% dei voti, battendo il rivale Jorge 'Tuto' Quiroga, interrompendo vent'anni di governo socialista. Le radici familiari e la carriera politica Paz, figlio dell'ex presidente Jaime Paz Zamora (1989-1993), è nato in Spagna, dove la sua famiglia era fuggita negli anni delle dittature militari e dove ha trascorso i suoi primi anni in esilio. Ma nell'albero genealogico può annoverare anche il prozio Victor Paz Estenssoro, quattro volte presidente di sinistra. Da quando è entrato in politica, è stato sindaco, deputato e senatore di Tarija, un dipartimento ricco di petrolio e gas dove la sua famiglia ha le sue origini. Il messaggio della campagna, l'identità ideologica e la visione economica Durante la campagna elettorale, ha visitato centinaia di comuni del Paese, che conta 11,3 milioni di abitanti. "Non devo definire me stesso, ma piuttosto offrire al Paese un'alternativa", ha risposto Paz in un'intervista alla Cnn quando gli è stato chiesto di identificarsi ideologicamente. Il suo messaggio è stato quello di un "capitalismo per tutti, non solo per pochi", con profondi tagli alla spesa e modifiche costituzionali per riportare gli investimenti stranieri tanto necessari.
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