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Estero
Cinque anni dopo Wuhan commemora gli eroi del Covid, ma vuole dimenticare
22-01-2025, 13:10
AGI - A cinque anni dallo scoppio della pandemia che ha messo sotto scacco il pianeta e causato, secondo l'Oms, quasi 800 milioni di contagi nel mondo e 7 milioni di morti, l'origine del Covid resta un mistero. L'Oms continua a chiedere maggiori informazioni alla Cina, mentre Pechino afferma di aver fornito tutti i dati disponibili. Nella città di Wuhan, dove vivono più di 11 milioni di persone, la vita è ripresa da tempo. Il 23 gennaio 2020, con la diffusione del virus allora sconosciuto, Wuhan si era isolata per 76 giorni, inaugurando l'era zero-Covid della Cina, con rigidi controlli sanitari e di viaggio e prefigurando la crisi globale che stava per arrivare. Lo scorso dicembre, l'Oms ha chiesto nuovamente a Pechino trasparenza in merito alla sequenza genetica dei primi casi rintracciati nel mercato di Huanan a Wuhan e al lavoro svolto nei laboratori della città. Secondo il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, senza dati completi "tutte le ipotesi restano vaghe", compresa la teoria secondo cui il coronavirus sia fuoriuscito accidentalmente da un laboratorio di biosicurezza, che resta comunque l'ipotesi meno probabile. Oggi il mercato di Huanan rimane completamente isolato e strettamente sorvegliato da guardie di sicurezza. I due edifici che lo componevano, separati da una strada, sono chiusi da cinque anni. Nel gennaio 2020, poco dopo la segnalazione dei primi casi della cosiddetta "misteriosa epidemia di polmonite", il mercato chiuse i battenti dopo che era stata rilevata la diffusione di infezioni tra venditori e clienti. Solo un giorno prima, il governo cinese aveva informato l'Oms della rilevazione dei primi casi a Wuhan, ma a quel punto il coronavirus si stava già diffondendo a tutta velocità. Per mesi, gli unici autorizzati a entrare nella struttura per disinfettarla e raccogliere campioni furono i ricercatori vestiti con tute protettive bianche. A Huanan non c'è più traccia di loro, nè dei commercianti o dei clienti che un tempo affollavano un mercato all'aperto dove la gente poteva acquistare di tutto, dalla frutta alla carne fresca, ai frutti di mare, alle erbe e alle spezie. Restano attivi solo gli esercizi commerciali limitrofi, come una grande galleria che ospita un centinaio di ottici. All'epoca, anche la stampa locale riferì che al mercato venivano venduti fagiani e serpenti, e gli scienziati sospettarono che alcuni pipistrelli originari della Cina meridionale o il pangolino potessero aver causato la trasmissione. Altri, invece, non hanno escluso la possibilità che il patogeno sia fuggito da un laboratorio, un'ipotesi che continua a suscitare l'indignazione di Pechino. "Il virus non è stato identificato negli animali o nei campioni animali provenienti dal mercato, nè abbiamo trovato animali che abbiano infettato gli esseri umani", ha affermato lo scorso anno Maria Van Kherkove, responsabile tecnica per la lotta alla pandemia dell'Oms "Abbiamo anche chiesto che fossero eseguiti test sierologici sulle persone che lavoravano al mercato o nelle fattorie da cui provenivano gli animali, ma non abbiamo avuto risposta". La Cina afferma di aver "sostenuto attivamente la ricerca globale" sul coronavirus e che gli esperti inviati dall'OMS "sono andati ovunque volessero". Costruito in pochi giorni, mentre i casi di Covid-19 aumentavano, l'ospedale Huoshenshan era un tempo celebrato come simbolo della lotta della città contro il virus. Ora è vuoto, nascosto dietro muri costruiti di recente, sbiadito come la maggior parte delle tracce della pandemia. Oggi, i vivaci quartieri commerciali della città e il traffico congestionato sono ben lontani dalle strade vuote e dai pronto soccorso affollati che hanno segnato il primo lockdown mondiale per Covid. Le commemorazioni ufficiali del calvario di Wuhan si concentrano sull'eroismo dei medici e sull'efficienza con cui la città ha risposto all'epidemia. Una delle poche commemorazioni pubbliche rimaste del lockdown si trova accanto all'ospedale abbandonato di Huoshenshan, una modesta stazione di servizio che funge anche da "base educativa anti-pandemia di Covid-19". Una parete della stazione è dedicata a una cronologia del lockdown, completa di fotografie scolorite del presidente Xi Jinping in visita a Wuhan nel marzo 2020. La gente del posto si accalca al mercato della colazione di Shanhaiguan Road, sgranocchiando ciotole di noodle e pasticcini fritti. Nella lussuosa via dello shopping Chuhe Hanjie si portavano a spasso i cani e si passeggia in abiti firmati in attesa di ritirare i bubble tea ordinati in eleganti negozietti. La pandemia sembra sepolta o nascosta dietro un muro azzurrino, come il mercato in cui tutto ebbe inizio.
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