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Politica
Conte: "Il M5s non è un cespuglio sotto la 'Quercia' democratica"
Oggi 15-09-25, 01:29
AGI - Il Movimento 5 Stelle non è un cespuglio sotto la 'Quercia' democratica. Per scalzare la destra da Palazzo Chigi serve ed è in atto - come dimostra il dossier regionali - un "progetto politico" insieme al Pd ma non c’è alcuna "alleanza" strutturale. Suonano come un avvertimento a Elly Schlein le parole con cui Giuseppe Conte incassa domenica l’applauso della platea amica alla festa de "Il Fatto Quotidiano" a Roma. Un duetto a distanza tra i leader, cementato dall’obiettivo comune di "mandare a casa" Giorgia Meloni in vista delle politiche del 2027. Ma tra la segretaria dem e il presidente 5 Stelle resta il nodo del futuro candidato premier per il centrosinistra. Un tema che rimbalza tra Roma e Reggio Emilia dove i due leader si sono scambiati le 'sedie' in meno di 24 ore. Primarie di coalizione o conta dei voti alle urne? In ambienti del centrosinistra l’interrogativo si fa incalzante. Conte raffredda la 'pratica' e rivendica mani libere. "Per me non sarà mai una questione di ambizione personale" sottolinea. "Possiamo suicidarci oggi appellandoci a una regola che ci faccia individuare astrattamente un candidato che poi non è competitivo? Volete portarci alla sconfitta?", scandisce il leader M5s sul pratone del Circo Massimo. "Non c’è un criterio per stabilire chi sarà il candidato premier. Se siamo una coalizione decideremo insieme", la linea della leader democratica. Intanto Giuseppe Conte rivendica l’identità di un Movimento determinato a non finire come uno dei "cespugli" dell’Unione di Romano Prodi. "Non siamo alleati. Stiamo costruendo un progetto politico per mandare a casa Meloni. Il fatto di dichiararti preventivamente e pregiudizialmente alleato - riprende Conte in precedenza interrotto dagli applausi del pubblico amico - rischia di indebolire. In queste esperienze per le regionali non stiamo dichiarando a priori che siamo alleati. Abbiamo lavorato regione per regione per costruire un progetto. Quando non abbiamo raggiunto questo risultato, ed è successo, non partecipiamo. Quindi - argomenta - non ci possiamo dichiarare alleati. Siamo una forza diversa da quella che poteva essere la vocazione del centrosinistra ad avere una 'Quercia' con dei cespugli intorno. Noi abbiamo un’altra storia. La nostra tradizione è fatta di obiettivi strategici. Se li possiamo raggiungere ci siamo". L'importanza del 'programma' La bussola, insomma, per il M5s rimane il programma. Anche nella scelta delle convergenze con le diverse forze al 'centro' del campo largo. "Non è sufficiente solo vincere o costruire un accordo o un finto accordo per poi andare a Chigi altrimenti facciamo la fine dell’Unione di Prodi e ci sciogliamo dopo un attimo. Il programma - rimarca Conte - deve essere realmente condiviso. L’affidabilità dei compagni di viaggio è fondamentale. Faremo di tutto per evitare accozzaglie o armate Brancaleone", assicura. Interpellato su una possibile convergenza anche con Italia viva di Matteo Renzi, la platea rumoreggia. Conte prima rintuzza, "adesso non ha molto senso dire tizio sì o tizio no" poi ammicca: "anche se la platea qui si è già espressa e in modo chiaro. È una platea avveduta..."
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