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Economia e Finanza
Da fotovoltaico all'idrogeno: in Sardegna il primo impianto di Italgas
Oggi 02-10-25, 17:59
AGI - Convertire l'energia elettrica prodotta da un campo fotovoltaico, composto da 1.746 pannelli dalla potenza di 1 MW di picco in idrogeno attraverso un processo di elettrolisi dell'acqua. Questo il progetto pilota di Italgas basato sulla tecnologia Power to Gas. L'idrogeno prodotto da Hyround - questo il nome dell'impianto primo in Italia - è destinato a molteplici usi sia in forma pura, per alimentare una flotta di autobus per il trasporto pubblico locale, sia miscelato con il gas naturale per la sua successiva distribuzione in rete ai clienti di Sestu, sia per approvvigionare il processo produttivo di una industria casearia del comprensorio. L'energia elettrica che rifornisce un elettrolizzatore da 0,5 MW è prodotta dal campo fotovoltaico realizzato in un'area adiacente all'impianto. Le modalità di impiego dell'idrogeno sono disciplinate da un Protocollo Operativo sottoscritto da Italgas, Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) e Comitato Italiano Gas (Cig). "Questo è un impianto del futuro. Credo che l'idrogeno, che è l'elemento più diffuso al mondo, possa davvero significare molto nel trasporto, nelle produzioni, ma anche nella trasformazione del nostro sistema industriale nel prossimo futuro", ha detto il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin durante la visita dell'impianto. "Per il futuro non abbiamo tante scelte. Raddoppierà la domanda di energia rispetto a quella che abbiamo oggi nei prossimi 15-20 anni. E per soddisfarla bisogna avere un mix di tante energie, tante produzioni che vanno ad aggiungersi naturalmente a quelle che abbiamo. Dall'altra parte bisognerà abbandonare quelle più inquinanti, come il carbone", ha aggiunto il ministro. "Investendo nella realizzazione di un impianto per la produzione di idrogeno verde - ha commentato l'ad Italgas, Paolo Gallo - abbiamo scelto il futuro. Non si tratta solo di produrre idrogeno, ma di dimostrare che ricerca e sviluppo sono le leve principali per accelerare il processo di decarbonizzazione dei consumi. La neutralità tecnologica e l'integrazione di nuove fonti energetiche ci permettono di risolvere il trilemma: sicurezza energetica, sostenibilità ambientale e competitività dei costi. La Sardegna è l'esempio concreto di questa visione di futuro dell'energia. Un futuro che poggia su reti del gas all'avanguardia, in grado di accogliere gas rinnovabili e di essere complementari alle reti elettriche per il net zero al 2050". La produzione iniziale è di circa 21 tonnellate all'anno di idrogeno, destinata a salire a 70 tonnellate/anno entro il 2028. Il progetto ha comportato un investimento di circa 15 milioni di euro di cui 1,5 dal Pnrr per la realizzazione della stazione di rifornimento di idrogeno per autotrazione. Hyround copre l'intera catena del valore: dalla produzione, allo stoccaggio, alla distribuzione con l'obiettivo di dimostrare come con il contributo del sistema gas - grazie alla capillarità delle reti e alla loro capacità di stoccaggio pressoché illimitata - il traguardo della decarbonizzazione di settori-chiave come trasporti, industria e usi residenziali sia raggiungibile nel medio periodo. La scelta della Sardegna non è casuale: nell'isola il Gruppo Italgas ha realizzato le reti di distribuzione del gas pià all'avanguardia del Paese: reti 'native digitali' che, oltre a colmare nel 2020 il gap della mancanza di gas naturale attraverso un sistema di approvvigionamento tailor-made, sono già pronte ad accogliere gas diversi, compresi quelli rinnovabili come biometano, idrogeno e metano sintetico.In tal senso, la strategicità dell'idrogeno è duplice, non solo come vettore ma anche modalità di stoccaggio dell'energia. Hyround dimostra infatti che una delle strade più efficaci per conservare l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili non è quella degli accumulatori - per costruire i quali il Paese non possiede le necessarie materie prime - ma la sua trasformazione in un vettore pulito come l'idrogeno. Questo gas, anche in miscela con altri, può essere agevolmente immesso nelle reti esistenti, veicolato rapidamente da un punto all'altro del sistema distributivo e conservato o trasformato secondo le esigenze di utilizzo. Bisogna decarbonizzare "non solo con gli elettroni ma anche con le molecole - ha concluso Gallo -. Pensare di decarbonizzare solo gli elettroni non basta. Bisogna decarbonizzare l'uno e gli altri, perché le molecole hanno un grosso vantaggio rispetto ad avere gli elettroni. Stoccano l'energia".
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