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Politica
Ddl violenza sessuale: la maggioranza chiede nuove audizioni, opposizioni lasciano i lavori
Oggi 25-11-25, 19:45
AGI - È l'articolo uno della legge sulla violenza sessuale e il consenso informato che il centrodestra vuole approfondire. La richiesta di un supplemento di riflessione sul provvedimento, che ha avuto già il via libera unanime della Camera dopo i contatti tra la premier, Giorgia Meloni, e la segretaria Pd, Elly Schlein, è arrivata prima nella Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, poi durante i lavori della commissione Giustizia. L'articolo 609-bis del Codice penale, in base al testo approvato da Montecitorio, viene modificato così: "Chiunque compie o fa compiere o subire atti sessuali ad un'altra persona senza il consenso libero e attuale di quest'ultima è punito con la reclusione da sei a dodici anni". Ed è proprio sul concetto di 'attualità' del consenso - apprende l'AGI - che, tra l'altro, si sono manifestati i dubbi della maggioranza (in primis della Lega) che ha frenato sull'ok della legge che avrebbe dovuto essere varata oggi dall'Aula del Senato. La legge non salterà, la premessa all'interno della maggioranza, ma servirà una valutazione ulteriore. Secondo una fonte informata sul dossier, la premier Meloni non sarebbe stata a conoscenza di tutti i dettagli del testo ma, al di là dei 'boatos' del Transatlantico, il nodo resta, tanto che il centrodestra ha chiesto un breve ciclo di audizioni. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, si è fatto promotore della mediazione, spiegando di avere "messo in campo" tutte le sue prerogative presidenziali per far sì che arrivasse oggi l'approvazione del ddl, assegnando il testo in sede redigente alla commissione Giustizia. Ma è proprio in Commissione che FdI e Lega hanno ribadito la necessità di un esame più approfondito nel merito del provvedimento, provocando l'ira delle minoranze che hanno abbandonato i lavori. La legge che porta la prima firma della dem Laura Boldrini prevede che senza "consenso libero e attuale" c'è il reato di violenza sessuale. Il via libera di Montecitorio arrivato all'emendamento bipartisan approvato all'unanimità dalla commissione Giustizia della Camera con le firme delle relatrici Carolina Varchi di FdI e Michela Di Biase del Pd ha registrato un largo consenso dell'Aula con 227 sì. Nel primo comma si trovano le tre diverse condotte che costituiscono il reato di violenza sessuale in caso di assenza di consenso: il compiere atti sessuali su un'altra persona; il far compiere atti sessuali ad un'altra persona; il far subire atti sessuali ad un'altra persona. "Chiunque voglia fare passare il messaggio che lo si vuole affossare ho sentito, archiviare o si vuole dimenticare non fa i conti sul fatto che comunque io presiedo la commissione e non affosserò e non dimenticherò l'esistenza di questo disegno di legge che porteremo avanti", dice la presidente della commissione Giustizia del Senato, Giulia Bongiorno. "C'è un voltafaccia della maggioranza", l'offensiva dell'opposizione che ha lasciato i lavori dell'organismo e protesterà in Aula. Proteste in corso anche a Montecitorio che chiamano in causa la ministra per le Pari opportunità Eugenia Roccella (la deputata pentastellata Gilda Sportiello ne ha chiesto le dimissioni) che aveva portato avanti la mediazione alla Camera, insieme al sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari. Raccontano che in un primo momento il dicastero di via Arenula avesse avanzato delle perplessità ma poi è arrivato il via libera. "Ma l'accordo è ancora in piedi?", chiedono ora le opposizioni.
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