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Cronaca
Divieto di caccia su 475 valichi montani in Lombardia, la Regione fa ricorso
Oggi 06-05-25, 15:36
AGI - Il Tar della Lombardia ha disposto il divieto di caccia su 475 valichi montani, interessati dalle rotte di migrazione degli uccelli ma non solo, per una distanza di mille metri dagli stessi, accogliendo il ricorso della Lac (Lega per l'abolizione della caccia). Regione Lombardia ha annunciato che farà ricorso: "Penso che sia un atto dovuto - ha spiegato l'assessore all'Agricoltura Alessandro Beduschi - perché questa sentenza è chiaramente sproporzionata. A me piacerebbe che quando si parla di caccia si parli non su un impianto ideologico, ma concreto che riporti alla scienza e alla conoscenza. Noi abbiamo investito molto per conoscere rotte migratorie e fare studi con primarie università lombarde quindi avevamo apposto degli atti che sembravano concreti e supportati dalla scienza. Dire che tutti i 140 mila ettari di confini alpini siano tutto un valico non corrisponde alla realtà. Siamo disposti a confrontarci su dati autentici ma non sul 'o tutto o nulla'. Quindi la Regione si opporrà". Indirettamente, ha osservato poi l'assessore, "questa decisione va a inficiare sul contenimento dei cinghiali e siamo in emergenza Psa. Impedisce la braccata e alcuni tipi di caccia in questo momento fondamentale per il contenimento soprattutto in aree alpine e prealpine da dove i cinghiali scendono a valle in territori molto densi di suiniculture e mettono a repentaglio la nostra economia. Si fa di tutta l'erba un fascio, io invece credo che si debba riportare tutto alla scienza. Io non sono ne' pro nè contro, analizzo la scienza e la scienza è il mio Azimut, ma in realtà poi la caccia è un tema etico e delicato che vede due fazioni e a volte qualche decisione giurisprudenziale discutibile". Per Floriano Massardi, consigliere regionale della Lega e presidente della commissione Agricoltura, "è una sentenza sconvolgente al di la' di ogni previsione, che contraddice anche la relazione dell'Ispra, ed è senza fondamento scientifico. Si tratta di 15-20 mila cacciatori che non potranno più esercitare la caccia. La cosa più grave è che viene limitato il contenimento alla Peste suina che è un'emergenza nazionale. C'è un commissario nazionale che investe ingenti risorse nella lotta alla Psa e qui in Lombardia, che è il centro del comparto suinicolo, rischiamo un danno enorme. Speriamo in un giudice sano - ha concluso - che azzeri questa sentenza. Il governo non ha più alibi, deve intervenire immediatamente con un decreto legge per superare questa anomalia solo italiana". Intanto, il vicepresidente della commissione regionale Agricoltura, montagna e foreste e consigliere regionale di Fratelli d'Italia Carlo Bravo ha inviato una lettera al ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, per esprimere profonda preoccupazione. "È l'ennesimo caso in cui, sulla base di pareri ideologici e non scientifici, si impedisce una corretta gestione del territorio e della fauna selvatica - scrive il consigliere -. Il risultato è la sottrazione di oltre 150.000 ettari alla pianificazione venatoria e l'abbandono di migliaia di appostamenti: si mette cosi' a rischio un sistema che ha radici culturali, economiche e sociali profonde". Secondo Bravo, la relazione alla base della sentenza - redatta dal commissario di ISPRA Piero Genovesi - avrebbe adottato una logica "di tipo precauzionale, ma del tutto irrazionale nella sua applicazione concreta". La lettera è stata sottoscritta da 26 consiglieri di maggioranza. "Mi aspetto, quindi, che vengano poste in atto misure urgenti per evitare che l'intero impianto venatorio venga smantellato da sentenze che non tengono conto della realtà dei territori" - conclude Bravo -. "Questa non è solo una battaglia per i cacciatori, ma per la libertà di vivere le nostre tradizioni in modo sostenibile e consapevole".
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