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Cronaca
Duplice omicidio di Bologna, in un video la fuga dell'inquilino. Le vittime trovate con i coltelli in mano
03-06-2025, 14:31
AGI - Zaino in spalla e due valigie: così Gennaro Maffia ha lasciato la mattina di lunedì 2 giugno l'appartamento di piazza dell'Unità a Bologna per imbarcarsi sul volo delle 7:55 dall'aeroporto Marconi. Direzione Barcellona dove, poco dopo le 10:30, quando è sceso dall'aereo, è stato fermato nell'ambito di un'operazione coordinata dalla Procura di Bologna e supportata dal Servizio centrale operativo e dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di polizia perché accusato di avere ucciso a coltellate Luca Gombi e Luca Monaldi. Le immagini della fuga e l'accusa di duplice omicidio La Polizia di Stato ha diffuso oggi le prime immagini, registrate dalle telecamere di sorveglianza, che riprendono il 48enne di Caracas allontanarsi dal luogo del duplice omicidio. Il piano di fuga verso il Venezuela Secondo chi indaga, Maffia voleva tornare in Venezuela, dove si trova la sua famiglia, ma è stato bloccato prima. Le vittime trovate con i coltelli tra le mani Quando sono entrati nell'appartamento di piazza dell'Unità a Bologna, grazie all'aiuto dei vigili del fuoco, gli agenti della polizia hanno trovato i corpi senza vita di Gombi e Monaldi, uno in cucina sgozzato mentre l'altro nel disimpegno con una ferita all'addome. Le due vittime avevano un coltello in mano, di cui uno sporco di sangue e un altro pulito. Gli inquirenti sono convinti che tra le 5,30, quando sono state udite delle urla dai vicini, e le 6 quando l'autore del duplice omicidio se n'è andato per raggiungere l'aeroporto, Maffia abbia frugato nei borselli delle vittime dove sono state individuate diverse tracce ematiche: circostanza che fa sospettare una possibile alterazione degli elementi di prova sulla scena del crimine. I poliziotti hanno subito concentrato le indagini proprio sull'affittuario italiano di origini venezuelane della coppia che, al momento, non era presente in casa. Secondo le immagini riprese dalle videocamere di sorveglianza, Maffia, una volta uscito di casa, si è diretto verso il posteggio dei taxi. A quel punto la polizia ha disposto accertamenti in stazione e in aeroporto. Una volta sbarcato a Barcellona, l'uomo era vestito diversamente rispetto a quando era partito, con una maglia di altro colore: evidentemente ha avuto la possibilità di cambiare gli abiti in aeroporto a Bologna o durante il volo. Sulla base dell'informativa redatta dai poliziotti, è stata emessa una misura di custodia cautelare da parte del gip, con contestuale emissione del mandato di arresto europeo. Il tutto in poche ore. L'arresto è scattato alle 17 di lunedì 2 giugno. L'appartamento è stato posto sotto sequestro per consentire lo sviluppo di una serie di accertamenti tecnici. La ragione dei dissapori tra i coinquilini Che cosa potrebbe aver scatenato la furia omicida contro Monaldi e Gombi? Secondo gli inquirenti Maffia doveva lasciare la stanza che gli avevano affittato le due vittime. Monaldi e Gombi volevano vendere l'abitazione per trasferirsi fuori Bologna, obbligando così il 48enne ad andare via. Secondo la ricostruzione della squadra mobile, fra i tre sarebbe stato stretto un accordo verbale che, secondo quanto appreso, prevedeva il versamento al venezuelano di 20mila euro per rescindere il contratto di affitto, stipulato regolarmente. Probabilmente, però, il denaro non era stato corrisposto a Maffia che, secondo quanto accertato dalla polizia, si era recato in banca riferendo al direttore di filiale che qualcuno gli aveva tolto soldi dal conto corrente e che sospettava fosse di uno dei due proprietari della casa. Avrebbe anche detto: "La pagheranno". L'uomo aveva anche denunciato ai carabinieri la clonazione delle sue carte di credito. Stando a quanto riferito dal dirigente della Squadra mobile della Polizia di Bologna, Guglielmo Battisti, "Maffia in passato aveva denunciato Gombi e Monaldi, lamentando la sostituzione di una serratura" e altri dispetti. Accertamenti andranno fatti - ha sottolineato Battisti - anche sul fatto che "ieri mattina il suo telefono era spento e che ha chiamato il tassista con una scheda intestata a un terzo soggetto straniero, probabilmente inesistente" e sul "perchè le due vittime a quell'ora fossero completamente vestite". L'arresto di Maffia "una corsa contro il tempo" Per il dirigente della Squadra mobile della Polizia di Bologna, l'arresto di Maffia "è stata una corsa contro il tempo. Questo - ha aggiunto - dimostra che il sistema di cooperazione internazionale nell'area Schengen funziona". "Quello che abbiamo capito - ha spiegato - è che il presunto autore del delitto presentava ferite da abrasioni, che dalle foto sembrano prodotte da graffi e spinte e non da un coltello, il che sarebbe compatibile con la scena che ci si è presentata nell'abitazione, dalla quale appare evidente che c'è stata una colluttazione". "Ora - ha approfondito Battisti - "attendiamo l'estradizione che arriverà quando la Corte iberica convaliderà il mandato di arresto europeo".
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